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Delega fiscale, Assonime: “Approvare il disegno di legge senza compromessi”

FIRSTonline

“Riguardo il disegno di legge-delega per la riforma fiscale, che dovrebbe essere approvato entro il mese di giugno, il Consiglio ha sottolineato l’esigenza di tener fermi i principi fondamentali enunciati nella delega stessa (sostegno alla crescita, razionalizzazione del sistema, contrasto dell’evasione), evitando compromessi che frammentino ulteriormente il sistema”. È quanto spiega in una nota il Consiglio direttivo di Assonime nella quale ha sottolineato anche la necessità di approvare la riforma del catasto “quale elemento essenziale per l’emersione dell’abusivismo e la lotta all’evasione”.

In merito alle prospettive economiche nazionali e internazionali, “il Consiglio ha constatato la prevalenza di rischi al ribasso per la crescita, aggravati dal forte aumento dell’inflazione che comprime i redditi reali e la domanda aggregata, accrescendo il pericolo di una recessione diffusa in tutta l’Eurozona”. Inoltre, il Consiglio “ha lodato gli orientamenti prudenti della politica di bilancio espressi nel DEF, condividendo l’esigenza di tenere sotto controllo il debito già molto elevato. La piena realizzazione dei programmi di riforma e investimento previsti dal PNRR è un obiettivo imprescindibile per sostenere la crescita nel nostro Paese”.

Il Consiglio ha infine approvato il progetto di bilancio consuntivo 2021.

Delega fiscale, che fine ha fatto?

Dopo l’intesa trovata sulle balneari, che ha di fatto sbloccato il ddl Concorrenza, il governo preme l’acceleratore anche sulla delega fiscale – il testo è fermo in commissione Finanze al Senato – convocando la maggioranza per una riunione urgente, visto che il 20 giugno si avvicina (quando l’Aula della Camera esaminerà la riforma) e per quanto si sia trovata, con diverse difficoltà, una mediazione sul catasto la riforma deve essere ancora integrata con alcune richieste che sono state avanzate e alle quali si sta lavorando.

In realtà, la delega fiscale doveva approdare in Aula il 9 maggio, ma l’esecutivo ha fatto sapere di preferire prima concludere sul ddl concorrenza, da cui dipendono i fondi del Pnrr. Ma anche per non alimentare le già alte tensioni politiche. Tuttavia, il tempo stringe anche qui: per chiudere con successo il capitolo, infatti, la riforma deve prima passare in Commissione Finanze prima di approdare in Aula. Una volta approvata, poi, bisognerebbe entro dicembre 2022 dare l’ok ai relativi decreti delegati.

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