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Decreto Dignità: contratti a termine più cari, ecco la bozza

Imagoeconomica

Contrasto al precariato attraverso la stretta sui contratti a termine; disposizioni anti-delocalizzazione per le imprese, con l’obbligo di salvaguardia dei livelli occupazionali per chi usufruisce di aiuti di Stato; addio anticipato allo spesometro (già destinato ad essere archiviato nel 2019 e al redditometro; rinvio dell’entrata in vigore della e-fattura per i distributori di carburante; e contrasto alla ludopatia, con lo stop totale agli spot sul gioco d’azzardo. Questi i principali punti della bozza del Decreto Dignità al quale sta lavorando il ministro del Welfare e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri già entro questa settimana.

Col decreto dignità, ha sottolineato qualche giorno fa Di Maio, “tutto ciò che mette i bastoni tra le ruote a cittadini e imprese da qui ai prossimi mesi dev’essere semplificato o eliminato del tutto”. La sfida del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico è dunque quella “di rivedere quelle norme che stanno rendendo un inferno la vita dei cittadini”. Si parte dal superamento del Jobs Act, varato dal governo Renzi, incominciando dalla modifica della disciplina dei contratti a termine fino al pacchetto fiscale e alla stretta sulle imprese che delocalizzano o che non mantengono i livelli occupazionali dopo aver ricevuto aiuti di Stato.

CONTRATTI A TERMINE

I contratti a termine torneranno ad essere più cari per le aziende, il tetto sarà di quattro proroghe (oggi sono cinque), con il limite temporale massimo che rimane di 36 mesi ma ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5% e viene anche aumentato a 270 giorni il termine per impugnarlo. Tornano anche le causali. Le tipologie di giustificazione per un contratto a termine saranno: esigenze temporanee e oggettive, connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, o relative a picchi di attività stagionali. La causale è obbligatoria al primo rinnovo (quindi non per il primo contratto) e per quelli oltre i 12 mesi.

IMPRESE

Da tempo il leader politico del Movimento 5 Stelle ha fatto intendere di voler punire le imprese che delocalizzano. Il testo prevede che alle aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi dieci anni arriveranno sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto. Previsto anche che lo stesso beneficio venga restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. Andrà recuperato, con un meccanismo di ‘recapture’, anche l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti. Nel caso la concessione di aiuti di Stato preveda una valutazione dell’impatto occupazionale, i benefici vengono revocati in tutto o in parte a chi riduca “i livelli occupazionali degli addetti all’unità produttiva o all’attività interessata dall’aiuto nei dieci anni successivi alla data di conclusione dell’iniziativa”.

FISCO

Nel pacchetto fiscale è previsto, con soddisfazione dei distributori di carburante che avevano lanciato l’allarme sulle tempistiche, il rinvio al 1° gennaio 2019 dell’obbligo di fattura elettronica per l’acquisto di carburanti da parte delle partite Iva, che potranno mantenere fino a fine anno anche la carta carburante. La misura dovrebbe valere solo per la vendita al dettaglio e non per tutta la filiera (con un costo stimato tra i 30 e i 50 milioni di euro). Tra i correttivi allo split payment possibile lo stop per i professionisti (circa 35 milioni) e una accelerazione dei tempi dei rimborsi Iva. Prevista anche l’abolizione del redditometro, visto l’uso “davvero limitato” dello strumento, e un rinvio al 31 dicembre dell’invio cumulato dei dati dello spesometro (la prossima scadenza sarebbe settembre), che poi sarà anche lui accantonato, in anticipo rispetto alla precedente normativa.

LUDOPATIA

Stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterà anche per le sponsorizzazioni e “tutte le forme di comunicazione”, comprese “citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli”. A chi non rispetterà il divieto arriverà una sanzione del 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità, con un “importo minimo di 50.000 euro”. Gli incassi andranno al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Restano le sanzioni da 100mila a 500mila euro per chi viola il divieto durante spettacoli dedicati ai minori.

I TEMPI DEL PROVVEDIMENTO

Non è stata ancora stabilita una data per il Consiglio dei Ministri che si occuperà del decreto dignità. E’ probabile che alla fine il decreto dignità sarà varato in due tempi: subito il rinvio dell’e-fattura (che altrimenti scatterebbe da luglio) e il pacchetto lavoro più avanti.

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