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Dazi, Trump fissa il limite minimo per l’accordo con la Ue: non si scende sotto tariffe del 15-20%

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Non si potrà scendere sotto il 15-20%. Sarebbe questa la linea dettata dal presidente Usa Donald Trump nell’ambito dei negoziati con l’Unione Europea per arrivare a un accordo sui dazi entro la scadenza del primo agosto. Lo rivela il Financial Times, secondo cui la posizione di Washington nelle trattative con il blocco si sarebbe quindi irrigidita, dopo alcune dichiarazioni ottimiste della delegazione europea.

Dazi Usa-Ue: non si scende sotto il 15-20%

L’Unione Europea era ormai rassegnata a dazi del 10% sulla maggior parte delle merci. Donald Trump ha però deciso di alzare il tiro e ha deciso che le tariffe non potranno essere inferiori al 15-20% anche in caso di accordo, senza il quale dal 1° agosto scatteranno dazi al 30%.

 La posizione più dura del presidente degli Stati Uniti sarebbe mirata a testare la soglia di tolleranza dell’Ue dopo settimane di negoziati su un accordo quadro. Trump non si sarebbe nemmeno lasciato convincere dall’ultima offerta dell’Ue di ridurre i dazi sulle auto, e secondo fonti vicine ai negoziati citati dal Financial Times, sarebbe disposto a mantenere i dazi del settore al 25% come previsto. Gli Usa hanno inoltre imposto tariffe del 50% su acciaio e alluminio Ue.

Ieri, il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, è rientrato da Washington, dove ha incontrato il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante della Casa Bianca, Jamieson Greer. Secondo il Financial Times Sefcovic avrebbe espresso un giudizio negativo sui suoi recenti colloqui sui dazi.

L’Ue prepara i controdazi

Con un limite minimo del 15-20%, si rischiano ritorsioni da parte della Ue. Bruxelles ha già una lista di controdazi da 72 miliardi di euro pronti a scattare in risposta alle tariffe Usa cosiddette reciproche e sulle auto. Tra i beni inclusi figurano carni bovine e suine, suv, pick-up e componenti aeronautici legati a Boeing. Nel mirino anche il simbolico bourbon del Kentucky. Potrebbe vedere la luce anche una seconda lista che colpirebbe i servizi digitali e le entrate pubblicitarie online, con lo strumento anti-coercizione.
Nel frattempo, il 6 agosto, potrebbero già entrare in vigore tariffe su 21 miliardi di importazioni su beni come pollo e jeans.

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