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Covid: le utilities reggono e insistono su rinnovabili e idrogeno

Energie Valsabbia

Il settore delle utility, pur soffrendo a causa della frenata della produzione industriale che ha determinato un calo della domanda di energia e di servizi annessi., si è rivelato abbastanza resiliente di fronte alla crisi innescata dal Covid. A rilevarlo è il Workshop dell’Osservatorio Agici-Accenture che si è tenuto martedì 2 febbraio, dal titolo “Come saranno le Utility nel 2023? Uno sguardo al settore dopo la pandemia”. Ne è venuto fuori che i ricavi 2020 delle utility italiane sono sì scesi del 10,4% (in linea con quello del Pil nazionale, dunque), ma che è in compenso aumentato del 4,8% il fatturato degli operatori di rete. Anche sulle utility il bilancio è eterogeneo: c’è stata una riduzione significativa per i Gruppi Energetici (-12,2%) e un calo più contenuto per le Multiutility (-2,1%) e i Gruppi Rinnovabili (-2,4%).

Gli investimenti nell’ultimo anno solare sono calati del 10% a 15 miliardi complessivi. Tutte le altre voci comunque sono incoraggianti: secondo Agici-Accenture l’EBITDA aggregato degli operatori italiani nel 2020 è sostanzialmente in linea con l’anno precedente, con la sola esclusione di pochi player attivi nell’Oil&Gas, e soprattutto è atteso un rilevante aumento dei ricavi aggregati dal 2021 al 2023, con una crescita media annua del 7,7%. È prevista in particolare una forte ripartenza degli investimenti: le principali aziende nazionali hanno pianificato di investire 65 miliardi di euro al 2023 (mediamente 22 miliardi l’anno con una crescita di oltre il 40%). La maggior parte di questi investimenti, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione, saranno incentrati sulle fonti di energia rinnovabile e sulla digitalizzazione.

Ma non solo. Come è noto, sta prendendo sempre più piede il business dell’idrogeno green e in generale emerge il crescente ruolo del gas naturale e dei sistemi di storage, a garanzia della stabilità e flessibilità del settore elettrico, in particolare in vista della rivoluzione nell’automotive. Il trend incoraggiante vale anche a livello europeo: secondo Accenture-Agici gli investimenti aggregati programmati dagli operatori europei per il periodo 2021-2023 ammontano a 131 miliardi di euro. In generale, tutte le utility, sia italiane che europee, hanno mostrato l’abilità di sapersi adattare alla continua evoluzione del settore in cui operano.

“Le utilities – ha commentato Marco Carta, Amministratore delegato di AGICI – continuano a rafforzare il loro ruolo di architrave per una ripartenza economica del Paese basata su sostenibilità, innovazione, circolarità e creazione di valore condiviso tra aziende, territori e persone. Le imprese italiane hanno reagito con prontezza e forza alla crisi economica in atto e agli stimoli dell’Unione europea varando piani strategici ambiziosi come mai prima in termini di investimenti e attenzione allo sviluppo e all’ambiente. Occorre un’azione di politica economia coordinata, forte e coesa per trasformare queste ambizioni in realtà: le risorse manageriali, finanziarie e tecnologiche delle Utilities, infatti, sono disponibili qui e ora”.

“Transizione energetica e sostenibilità – ha aggiunto Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utilities di Accenture Italia – sono le parole chiave che emergono dallo Studio. Accelerare su questi due temi significa accelerare la ripresa economica del Paese. In questo contesto il settore Energy & Utility può e deve diventare il motore della ripartenza ponendosi non solo come recettore di investimenti mirati, ma anche come abilitatore del cambiamento per l’intero ecosistema e, in primis, per la pubblica amministrazione e le piccole e medie imprese. Indirizzando le linee strategiche del PNRR è possibile, infatti, riqualificare l’offerta del settore creando nuovi servizi digitali orientati alla sostenibilità e all’efficienza per incrementare la competitività delle PMI e innovare la PA”.

E proprio guardando alla transizione energetica e alla sostenibilità dei progetti infrastrutturali che l’Italia deve necessariamente portare avanti, Massimo Bonato, amministratore delegato Areti (gruppo Acea) ha focalizzato l’attenzione sul Recovery Plan ricordando che “Acea ha fatto proposte di interventi molto importanti per il territorio in cui è presente. È necessario che le aziende possano lavorare nel modo giusto, con regole certe, perché i progetti presentati sono a beneficio della comunità e hanno ricadute positive e sicure per il Paese, per il Pil e per l’occupazione”. 

Uno dei progetti a cui il gruppo sta lavorando è Platone, finanziato dalla Ue, per migliorare la flessibilità delle reti di distribuzione. “Con Platone – ha spiegato Bonato nel corso del Webinar – cerchiamo di far scendere la flessibilità alla portata dei distributori, rispondendo all’esigenza di mitigare la congestione delle reti. Le reti elettriche nei prossimi anni subiranno uno shock, dovuto alla crescita della decarbonizzazione con un maggior impatto a livello elettrico, come per esempio i servizi di e-mobility. Questo progetto è finalizzato alla decongestione delle reti, abilitando strumenti che renderanno anche i piccoli utilizzatori in grado di partecipare al mercato della flessibilità. Stimiamo che con questo progetto si andranno a risparmiare tra un 20 e un 40% di attività di ampliamento altrimenti necessarie sulle nostre reti elettriche, per assecondare le nuove esigenze che la decarbonizzazione implica”.

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Categories: Economia e Imprese