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Cinema: L’ultima ora, storia di un branco della Francia “bene”

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Giudizio dell’autore: 3/5

Sei adolescenti in un prestigioso liceo francese: un branco moderno, ricco, molto intelligente che cela un grande mistero. Questa la trama de L’ultima ora, il film della settimana appena uscito nelle sale, firmato da Sébastien Marnier e presentato al recente Festival di Venezia dove è stato accolto con un certo interesse. Si tratta di una storia molto, forse troppo, vicina ai temi e ai problemi che ogni giorno sappiamo appartenere ai giovani di buona parte dei paesi industrializzati. Si parla di aggressività collettiva, di comportamenti sociali spesso ispirati alla violenza, alla ricerca di una dimensione e di una identità che non riescono a trovare nella “normalità” di una scuola, di una famiglia. 

Il racconto inizia con un suicidio di un professore durante la lezione in una classe di studenti particolarmente intelligenti. Viene chiamato a sostituirlo un supplente che avverte subito un clima ostile, diffidente, avverso a qualsiasi tentativo di dialogo. Il professore intuisce che in classe si è formato un gruppo di 6 ragazzi molto coeso tra loro che manifesta strani atteggiamenti. In parte perché provocato e in parte incuriosito, viene a scoprire che il gruppo si “addestra” a pratiche di autolesionismo estremo ma non è chiaro il senso, il vero motivo che li spinge verso una direzione di distacco e contrapposizione con tutto il resto della scuola e del loro mondo. Da notare che nel loro orizzonte non esiste nessuna figura familiare, non compare mai un genitore. Ad un certo punto, quasi per caso, il professore viene a scoprire una cassetta sotterrata in una cava dove i ragazzi custodiscono in gran segreto una serie di DVD.

Riesce a prenderli e visionarli e trova una “collezione” di immagini dure, cattive, violente, drammatiche che potrebbero sintetizzare bene tutto il male possibile dell’era moderna: dai grandi disastri nucleari all’attentato alle Torri gemelle, dagli oceani inquinati ai macelli di animali. Costituiscono l’essenza della cosiddetta “civiltà delle immagini”  nella quale viviamo immersi totalmente. I ragazzi sono soggiogati da quelle visioni ed è verosimile che ne siano turbati oltre la normalità. Forse, anche a causa della loro intelligenza superiore alla media che gli permette di vedere e percepire un quadro altrimenti poco chiaro alla maggioranza dei loro coetanei. Il professore comincia ad intuire che dietro i loro comportamenti anomali si cela un piano (che ovviamente non sveleremo) e cerca di intervenire. 

Diciamo subito che si tratta di un film che viaggia su due binari paralleli: il primo di assoluta “modernità” e contemporaneità e si riferisce al tema del “branco” seppure, in questo caso, anomalo perché composto da ragazzi ricchi, colti, intelligenti e non da “selvaggi” come spesso capita di leggere in fatti di cronaca più o meno quotidiana. Altro tema di fortissimo impatto si riconduce, appunto, all’era del riprendere sempre, tutto e comunque, con il cellulare o una mini telecamera. Anche in questo senso L’ultima ora ci riporta alla “civiltà delle immagini”. Il secondo binario si riferisce molto ad  un filone narrativo che ha un importante successo almeno sul piccolo schermo e riguarda  un genere tra il thriller e il drammatico esistenziale. Il film si presta a molteplici chiavi di lettura e, per ognuna di esse, ha una sua solidità e interesse narrativo. Per essere un film di “bassa stagione” e proveniente dalla Francia che in questo genere raramente ha dato titoli interessanti, merita ampiamente il biglietto. 

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Categories: Cultura