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Cina, rallentano anche i servizi

Il mese scorso in Cina il settore dei servizi ha registrato un lieve rallentamento. Secondo l’indagine a cura di Hsbc e Markit sui direttori acquisto di categoria, l’indice Pmi relativo al terziario si è fermato a 53,5 punti nel mese di settembre, in calo rispetto ai 54,1 di agosto, che era stato il risultato massimo degli ultimi diciassette mesi. Il dato rimane comunque sopra la soglia dei 50 punti, che marco il confine fra espansione e contrazione. 

“Riteniamo che i rischi possano aumentare a breve”, ha commentato Qu Hongbin, chief economist per la Cina a Hsbc.

La flessione è da mettere in relazione soprattutto alla debole dinamica dei nuovi ordini, cementando così la prospettiva di una leggera ma generalizzata moderazione nella crescita della seconda economia mondiale. 

Al lieve rallentamento nell’indice generale e nel capitolo nuovi ordini si contrappone la leggera risalita delle voci occupazione e ordini inevasi, tracciando un quadro a tinte miste.

Il tre ottobre la Cina aveva pubblicato il dato ufficiale sui servizi relativo a settembre, chiuso con il tasso di crescita più debole degli ultimi otto mesi. L’indice Pmi ufficiale non manifatturiero è pari a 54 punti, in discesa rispetto ai 54,4 di agosto.

Quanto all’industria, il primo ottobre Hsbc aveva pubblicato la lettura finale dell’indice Pmi di settembre relativo al settore della manifattura, che era risultato pari a 50,2 punti, invariato rispetto ad agosto ma di tre decimi inferiore alle stime (50,5). Tra le singole componenti, positiva la dinamica della voce sui nuovi ordini alle esportazioni – al massimo da quattro anni e mezzo –, mentre continua a mostrare debolezza il mercato del lavoro.

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