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Chiusura Borse appesantita da guerra e Covid. Parigi brinda a Macron. Tassi in rialzo ma spread in calo

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La corta settimana pasquale delle Borse si apre all’insegna dell’incertezza: Wall Street apre in netto ribasso e la chiusura in Europa è debole, mentre in Ucraina la guerra continua e parte l’offensiva (finale?) dei russi nel Donbass. Intanto continua la corsa dei rendimenti dei titoli di Stato e il petrolio si indebolisce con il Covid in Cina.

In Europa: chiusura Borse positiva a Parigi, in calo a Milano

Nel Vecchio Continente si distingue positivamente, Parigi, +0,12%, all’indomani del primo round delle elezioni presidenziali, con Emmanuel Macron in vantaggio su Marine Le Pen, anche se gli esiti del ballottaggio non appaiono affatto scontati, come spiega Maddalena Tulanti su FIRSTonline. A trascinare il Cac 40 sono stati soprattutto gli acquisti su Société Générale (+5,17%), dopo l’annuncio dell’uscita della banca dal mercato russo. Una mossa che avrà un impatto sui conti del colosso francese per 3,1 miliardi di euro. Sogen venderà la sua intera partecipazione in Rosbank al fondo d’investimento Interros Capital, creato da Vladimir Potanin, oligarca vicino al presidente Putin e colpito dalle sanzioni Ue.

Nel resto del continente Milano limita le perdite allo 0,28% (24.749 punti base), mentre il rosso è acceso ad Amsterdam -1,38%. Sono in calo frazionale Francoforte -0,61%, Madrid -0,25%, Londra -0,65%.

Il clima è freddo a Mosca, dove il Moex cede l’1,3% e l’indice denominato in dollari perde il 5,8%. Va giù il rublo, che aveva recuperato le perdite di guerra nella scorsa ottava. Sulla divisa russa si fa sentire la decisione della banca centrale di allentare le misure temporanee di controllo sul capitale per limitare il crollo della valuta. Intanto le Ferrovie del paese sono in default, poiché non hanno onorato un pagamento su note emesse per garantire un prestito di 250 milioni di franchi svizzeri. Lo ha deciso il Credit Derivatives Determinations Committee (Cddc) dell’area Emea che conta fra i suoi membri alcune delle più grandi banche di investimento del mondo.

Timido l’euro con l’incertezza sulle elezioni francesi

Sul mercato valutario l’euro tenta un timido recupero contro il dollaro e cambia intorno a 1,088, guardando con timore e speranza al vantaggio di Macron sulla rivale. Alcuni commentatori paragonano una eventuale sconfitta dell’attuale presidente francese allo shock provocato sui mercati europei e sulla moneta unica dalla Brexit.

Tra le materie prime è in netto ribasso il petrolio, con il Brent sotto 100 dollari al barile, appesantito dai prolungati lockdown in Cina a causa del numero crescente di casi di Covid. Nel celeste impero sale l’inflazione, +1,5% a marzo. La seduta è stata pesante per le borse asiatiche.

Spread in calo, ma volano i tassi: Bund +0,81%

Continua il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato in Europa e negli Usa, nell’attesa di una stretta da parte delle banche centrali indotta dalla crescente inflazione. Il passo della Fed appare molto più deciso e domani usciranno i dati sull’inflazione negli Usa e in Germania. Giovedì d’altra parte si riunisce la Bce e si teme che i falchi possano prevalere, mentre la ripresa economica dà segnali di rallentamento a causa della guerra e dei problemi energetici.

Secondo il superindice calcolato dall’Ocse infatti l’economia della zona euro perde slancio anche se la crescita rimane sostenuta. Per l’Italia l’indice scende a 100,8 da 101,0 di febbraio; per l’intera area della moneta unica la discesa è da 100,6 a 100,5; per il G7 a 100,2 da 100,3.

Tornando ai dati del giorno: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata si restringe leggermente a 164 punti base (-0,71%), ma i tassi salgono ancora: +2,45% per il titolo italiano (ai massimi da marzo 2020) e +0,81% per quello tedesco (ai massimi dal 2015). Anche i rendimenti dei titoli decennali francesi, che all’inizio sembravano pronti a festeggiare il vantaggio di Macron, hanno visto il rendimento risalire oltre 1,3% ai massimi dal 2015.

Oltreoceano scendono i prezzi dei titoli del Tesoro Usa e il tasso del decennale tocca 2,77%, al top dal 2019.

Chiusura Borsa Milano: riscatto di Iveco, crolla Moncler

In una seduta debole trova ragioni di riscatto Iveco, +6,16%, che la settimana scorsa aveva toccato i minimi annuali e che ha perso oltre il 40% dallo scorporo da Cnh (+0,98%) e la quotazione in Borsa a inizio 2022.

In progresso Leonardo +4,66%, in grande spolvero dall’avvio del conflitto nell’Est Europa. 

Si apprezza Prysmian +4,18%, premiata da Credit Suisse che ha portato la raccomandazione a “Outperform” da “Neutral” e prezzo obiettivo a 35 euro da 33 precedente.

Rialza la testa anche Stellantis +1,13%.

In fondo al listino è invece Moncler -4,8%. Rbc ha tagliato il prezzo obiettivo a 60 euro da 61 euro precedente, ma il calo della regina dei piumini si inserisce in un contesto negativo per il lusso a causa dei nuovi lockdown in Cina.

Scendono Nexi -3,65%, Amplifon -2,68%, Diasorin -1,95%.

Sono miste le banche: Banco Bpm cede l’1,96%, in attesa di sviluppi dopo che Crédit Agricole ha acquistato il 9,18% del capitale. Unicredit sale dello 0,58%. 

Si indebolisce Atlantia -1,09%, dopo che fonti stampa hanno scritto che i fondi di investimento Global Infrastructure Partners e Brookfield non hanno in programma alcuna iniziativa “ostile” sul gruppo italiano. 

Fuori dal paniere principale Maire Tecnimont, +4,81%, festeggia la commessa negli Stati Uniti da circa 185 milioni di dollari per un nuovo progetto nella produzione di urea Diesel Exhaust Fluid (Def)

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