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Cernobbio: Gros Pietro, Mustier e Bini Smaghi sulle banche

“E’ un’ipotesi molto forte” e comunque “non è il nostro caso”. Arriva da Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, uno dei primi commenti al “caloroso invito” arrivato ieri da Matteo Renzi durante il workshop di Cernobbio. Ieri il premier ha affermato che  il comparto deve procedere con nuove aggregazioni per ridurre sportelli e poltroni, prevedendo che “entro dieci anni i bancari saranno più che dimezzati”. In termini numerici significa uno snellimento di 150mila dipendenti e 15mila filiali.  “E’ un’affermazione che può trovare un suo riscontro nel lungo periodo, c’è un cambiamento tecnologico e quindi le funzioni che tradizionalmente erano svolte dagli sportelli in parte vengono svolte direttamente dai clienti attraverso gli strumenti di telecomuncazione”, ha spiegato Gros-Pietro. “A nostro modo di vedere – ha aggiunto – c’è spazio per far svolgere nuove funzioni, per dare ai clienti nuovi servizi che richiedono anche maggior professionalità, dai nostri dipendenti. Per questa via il nostro piano non prevede esuberi. Noi abbiamo riassorbito le eccedenze che potevano derivare dal cambiamento tecnologico nello sviluppo di nuovi servizi”.

E sul fronte delle aggregazioni quale ruolo per la Banca dei territori?”Intesa Sanpaolo si pone come una banca che cresce e noi cresciamo attraverso l’espansione della nostra attività, sia nel credito sia nella gestione del risparmio, non stiamo aggregando nessuno. Stiamo rafforzando il nostro Gruppo”, ha risposto Gian Maria Gros-Pietro. Esclusa però dal banchiere una trattativa con Unicredit su Pioneer. Infine su Mps, Gros Pietro ha rilevato che il piano di salvataggio di Mps è il problema più importante tra le banche italiane e che a una sua risoluzione ci stanno lavorando banche di standing elevato.

LA PRIMA DI MUSTIER SUL LAGO DI COMO

I banchieri sono da sempre tra i principali frequentatori del Forum Ambrosetti. Anche Unicredit è ben rappresentata: già ieri si aggiravano Alessandro Profumo, artefice anni fa della fase espansiva della banca, e il suo successore, Federico Ghizzoni, a cui invece è toccato il compito di razionalizzare e tirare la cinghia. Oggi ha fatto il suo ingresso, il neo ad di Piazza Cordusio Jean Pierre Mustier, alla sua “prima” sul Lago di Como. “Siamo molto focalizzati sullo sviluppo della banca”, ha detto il banchiere ai giornalisti durante uno dei coffe break del workshop Ambrosetti. “Stiamo lavorando molto intensamente al piano strategico, che è la cosa più importante”, ha aggiunto Mustier senza soddisfare la curiosità dei presenti su qualche dettaglio in più sui diversi e caldi dossier in mano a Piazza Cordusio. Le ultime indiscrezioni, proprio di questa mattina, parlano di un’Ipo di Pioneer, dopo il fallimento del progetto di fusione con le attività di asset management del Santander, le cui trattative sono andate avanti per oltre un anno.  Mustier si è sfilato anche dal dossier Mediobanca. “Non commento per niente”, ha detto ai giornalisti che gli chiedevano se la partecipazione dell’istituto in Mediobanca sia ancora da considerare strategica.: “Vi prometto che parleremo in occasione della presentazione del piano strategico che sarà entro la fine dell’anno”, ha concluso.

BINI SMAGHI, Sì AL CONSOLIDAMENTO

A dar ragione a Renzi ci pensa Lorenzo Bini Smaghi, oggi presidente di Société Générale e anche di Banca Chianti, in passato membro del consiglio direttivo della Bce. “Renzi ha colto un punto giusto: il sistema bancario italiano deve consolidarsi perché è troppo frammentato e poco redditizio e quindi poco capace di attirare gli investimenti”, ha detto Bini Smaghi interpellato sempre a margine del Forum Ambrosetti. “Il problema – ha aggiunto – è come sfruttare le sinergie attraverso i costi”. Per  il banchiere a fronte della quantità di esuberi che si verificherebbero con il consolidamento ci sarebbe la necessità di un’azione di politica economica del governo. “Italia e Germania – ha concluso –  sono in Europa gli unici due Paesi dove c’è ancora una quantità eccessiva di banche che rende il sistema non redditizio”.

 

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Categories: Finanza e Mercati