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Caro carburante e trasporto pubblico locale in crisi: l’appello di ANAV, ASSTRA e AGENS

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L’Italia riparte dopo la pausa estiva ma il trasporto pubblico locale rischia di fermarsi per il caro carburante. Mentre si contano le richieste del bonus trasporti, il prezzo del gasolio in particolare ha messo in crisi le aziende. E prima della formazione del nuovo governo, quello in carica è sollecitato a nuovi interventi di sostegno economico. Le associazioni di categoria ANAV, ASSTRA e AGENS che rappresentano le imprese del settore hanno lanciato un appello per evitare di fermarsi soprattutto alla vigilia della riapertura delle scuole. Premesso che la stragrande maggioranza di questi mezzi circola con carburanti tradizionali, poco ecologici, 910 ditte si dicono disposte a garantire la regolarità del servizio ma vogliono sostegni a breve termine. Per evitare un default della maggior parte delle imprese dice un comunicato e “assicurare la continuità e la regolarità di un servizio essenziale per i cittadini soprattutto nell’attuale contesto congiunturale di estrema difficoltà delle famiglie, chiediamo interventi urgenti nel preannunciato prossimo provvedimento del Governo”

Caro carburante e trasporti: extra-costi e IVA

Le tre associazioni usano i dati del Ministero dello Sviluppo Economico per evidenziare lo stato di pre-crisi. Nonostante il taglio di 25 centesimi dell’accisa varato dal Governo Draghi a marzo scorso, il prezzo del gasolio per i bus al netto dell’IVA, è aumentato di quasi il 25% rispetto al 2019. I conti delle aziende ne hanno risentito a tal punto che i costi di produzione dei servizi di trasporto sono aumentati di circa 240 milioni di euro. Una voragine con due probabili effetti a medio termine: la chiusura di molte piccole e medie imprese o l’aumento di biglietti ed abbonamenti. Entrambi da scongiurare. Nel 2022 il costo del gasolio è esploso colpendo un parco veicolare composto per oltre il 98% da autobus alimentati a gasolio, ” per non parlare della eccezionale impennata del costo del metano e dell’energia elettrica”, aggiungono i rappresentanti di ANAV, ASSTRA e AGENS. Ma c’è di più. Le proiezioni per il futuro- solo con il trend di aumenti e semprechè venga rinnovato il taglio di accise- indicano ulteriori 140 milioni di euro di extra-costi. Alla fine, tutto sommato, saranno 380 milioni di euro di caro carburante, per un valore di circa 6 mila euro ad autobus, mezzi continuano ad appesantire l’aria delle città.

Svecchiamento del parco autobus circolante: il governo acquista i bus non inquinanti

“È evidente la gravità della situazione e la necessità di ulteriori misure di sostegno per un settore tra i più colpiti dalle restrizioni imposte dalla pandemia e ancora in attesa del pieno recupero dei livelli di domanda pre-covid” . La richiesta è per “misure più corpose, incisive e adeguate alla situazione in atto ” insistono le associazioni. Che pero’ non fanno alcun cenno alla necessità di ammodernamento ecologico dei mezzi. Lo svecchiamento del parco autobus circolante è parte dell’agenda europea per la transizione ecologica. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ha già stanziato fondi ad hoc e ad agosto ha comunicato l’aggiornamento del piano partito a gennaio 2022. Sono stati già ordinati 357 autobus attraverso l’Accordo quadro Autobus extraurbani 1 e 379 attraverso l’Accordo quadro autobus urbani 1, cui si aggiungono diversi altri ordinativi per un totale di circa 1.000 mezzi Gli ordinativi sono ripartiti per Regione ed entro fine anno -dice Il Ministro Enrico Giovannini – ci sarà una gara analoga per la fornitura di autobus elettrici a batteria. Una progressione di attività dopo anni di inerzia che oggi ha la faccia del caro carburante per eventi inaspettati.

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Categories: Economia e Imprese