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Calcio grande affare: il Milan vola verso Red Bird, offensiva Usa contro gli sceicchi. Offerta sul Barça

AC Milan on Twitter

Stavolta Paul Singer, numero uno di Elliott Partners, si è contenuto. Domenica sera, dopo aver festeggiato a Reggio Emilia lo scudetto del “suo” Milan, non ha concesso il bis dello show del Mondiale 2006, quando finì vestito di tutto punto in una fontana tedesca. Stavolta non è andata così. Forse perché non conosce fontane a Reggio Emilia, forse perché l’agenda di Elliott Partners prevede già oggi più appuntamenti italiani.

C’è da seguire l’acquisizione della piattaforma di Bper, la banca di Reggio Emilia (guarda la combinazione) che ha messo all’asta il portafoglio di crediti deteriorati (2,5 miliardi euro) in una gara cui partecipa Gardant, la società italiana specializzata sostenuta da Elliott, che si è alleata con Amco in una gara per la piattaforma.

Calcio grande affare: il pacchetto di controllo del Milan vale oro

Ma il grande affare è un altro: la vendita del pacchetto di controllo del Milan, il club rilevato per poco più di 300 milioni di euro dalla traballante cordata cinese che l’aveva comprato dalla Fininvest. Elliot si accinge a cedere la società rossonera fresca di scudetto sulla base di una valutazione di 1,3 miliardi di euro destinata a salire fino a 1,8 miliardi nel caso decolli finalmente la costruzione del nuovo stadio. A comprare sarà un altro fondo Usa, il Redbird guidato da Gerry Cardinale, che già controlla il 10% del Liverpool, dopo un deal che ha stimato la squadra di Jurgen Klopp 7,35 miliardi. Questa stima, così come i 5 miliardi pagati da un’altra cordata di operatori Usa per il Chelsea di Roman Abramovitch, ha convinto però Singer a restare con una quota di minoranza nel club italiano nella convinzione che il football italiano sia destinato a diventare un affare. Come pensano in tanti a giudicare dalla calata degli azionisti Usa nel calcio di casa nostra, da La Spezia a Bologna, per finire con la Roma dei Friedkin, a caccia del primo trofeo in giallorosso, che hanno appena avviato il delisting del club da Piazza Affari. 

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La battaglia è tra capitali Usa e sceicchi

Il Milan, insomma, resta sotto il controllo dei capitali Usa, dopo aver battuto l’Inter cinese. Non è un particolare di poco conto nel confronto che oppone i capitali Usa a quelli degli sceicchi del Golfo. La soluzione americana ha prevalso sulla carta saudita di Investcorp, che sembrava la favorita. Il tutto in un conflitto infinito, esploso con l’assegnazione dei Mondiali al Qatar (e successive inchieste giudiziarie) a danno degli Usa. Un conflitto che attraversa il calcio europeo: l’Uefa, ormai saldamente controllata dall’asse Manchester city-Paris Saint Germain, ha ormai ridicolizzato il concetto stesso di fair play finanziario. Ultimo episodio i 300 milioni di euro garantiti a Kylian Mbappé perché non passasse nelle fila del ribelle Real Madrid. L’operazione Milan, probabilmente, rafforzerà il fronte della super League o comunque la squadra anti-Uefa. Dietro Redbird , infatti, c’è JP Morgan, la banca Usa che era pronta a finanziare la super League. Progetto che non è stato abbandonato da Juventus, Real Madrid  e Barcelona.

Calcio grande affare: è il Barça l’anello debole

I Blaugrana, con 1.173 milioni di debiti lordi, sono l’anello debole del sistema. Entro stasera, scrive El Confidential, il club dovrebbe dare una risposta all’offerta avanzata dal fondo inglese Cvc assieme a Goldman Sachs e al venture Capital All Sports Finance per varare l’aumento di capitale da 900 milioni in parte finanziato dallo stesso Cvc. Ma il Barça intende far cassa anche con la cessione del 49% della controllata Barça Licencing ad Investindustrial, il fondo guidato da Andrea Bonomi che vanta una lunga e fortunata storia di investimenti in Spagna. La vendita, emerge dalle fonti di stampa locali, deve essere approvata dai membri del club (la squadra è in mano a circa 144.000 iscritti).

Insomma, in un mondo di tassi montanti, tanto vale metter la testa nel pallone.

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