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Borsa, la Cina spinge i listini. Londra corre con Brexit

La riduzione dell’incertezza su Brexit e dazi Usa-Cina, oltreché i buoni dati macro provenienti da Pechino, spingono i mercati sui massimi. I listini europei chiudono in rialzo e accelerano nella seconda parte della seduta dopo l’avvio intonato di Wall Street, che scambia su livelli record. Soffre però Boeing (-3,3%), a seguito di indiscrezioni stampa sulla possibilità di sospendere la produzione del 737 Max.

In Europa: Francoforte +0,92%; Parigi +1,23%, ripiega nel finale dopo aver superato in seduta i 6000 punti, livello mai più toccato dal 2007; Madrid +1,2%. Prosegue il rally di Londra, +2,23% dopo la vittoria schiacciante dei conservatori alle elezioni.

Piazza Affari guadagna lo 0,84% e cresce a 23.524 punti base, con la corsa di Nexi +3,32%, che aggiorna ulteriormente il suo massimo storico. Il settore bancario chiude positivo, nonostante imperversi una bufera sulla popolare di Bari, che ha scatenato nuove polemiche politiche su Bankitalia e indotto il governo a un salvataggio attraverso un decreto che stanzia 900 milioni per Invitalia, perché finanzi il Microcredito centrale e gli consenta di acquisire quote della banca. Il governatore Ignazio Visco lancia l’allarme: in caso di liquidazione servirebbero 4,5 miliardi per rimborsare i correntisti, ma i soldi del Fondo interbancario non basterebbero a coprire i costi. Visco difende inoltre l’istituto centrale e dice: Bankitalia è e resterà sempre un’istituzione a esclusivo servizio dello stato”, mentre “spesso si ricercano illusori capri espiatori”.

In evidenza Unicredit +1,79%. 

La Juventus, +2,71%, festeggia la buona sorte in Champions League, il più ambito e ricco torneo europeo. I bianconeri incontreranno infatti la squadra del Lione, considerata avversaria meno temibile rispetto per esempio a Real Madrid e Tottenham. L’eventuale passaggio ai quarti di finale porterà nelle casse delle Vecchia Signora circa 15 milioni, oltre 10 milioni di premi Uefa e l’incasso da stadio. Un gruzzolo che si aggiunge ai 300 milioni di euro dell’aumento di capitale che si concluderà dopodomani. 

Bene Atlantia +2,68%; Hera +2,19%; Snam +2,07%. In luce Fca, +1.08%, nel giorno in cui il governo francese ribadisce il suo consenso alla fusione con Psa, e in scia anche Exor (+1,1%)

Sono solo tre le blue chip in rosso. Moncler -1,52%; Buzzi, -0,89%, anche a causa di Barclays che consiglia di alleggerire l’esposizione sul titolo alla luce del +50% circa segnato da inizio anno e di un 2020 che si annuncia più impegnativo per il settore cemento rispetto all’anno in corso; Stm -0,45%.

Sul secondario sale moderatamente lo spread fra decennale italiano e tedesco: 144 punti base, +0,82%, con il rendimento del Btp a 1,17%. Riparte anche il debito pubblico, che a ottobre cresce di 7,5 miliardi rispetto a settembre toccando quota 2.446,8 miliardi. L’Inps rivela inoltre che sono più di un milione le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte tra aprile e novembre.

In ambito valutario l’euro è in lieve progresso sul dollaro intorno a 1,114. La lira turca è in flessione di circa lo 0,77% a 5,85 dollari dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha minacciato di chiudere due importanti basi della Nato aprendo un nuovo fronte di scontro con gli Stati Uniti.

Fra le materie prime l’oro si muove negativo a 1478,75 dollari l’oncia; il petrolio tipo Brent si apprezza dello 0,19% a 65,41 dollari al barile.

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