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Borsa 16 giugno: l’Europa allunga su ipotesi accordo dazi Usa-Ue. Le vendite piegano Renault, a Milano Mediobanca sale ma Banca Generali cede – DIRETTA

Imagoeconomica

Le Borse europee avanzano a metà seduta, nonostante le tensioni geopolitiche restino elevate sul fronte mediorientale, con nuovi scambi di missili tra Israele e Iran. A Milano il Ftse Mib è in progresso, sostenuto dal comparto bancario e dai titoli oil. Bene anche il resto d’Europa.

A condizionare il sentiment resta l’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente, che spinge nuovamente i prezzi del petrolio: il Brent avanza dello 0,82% a 74,84 dollari al barile, il Wti di agosto dello 0,8% a 71,8 dollari. Sale anche il gas naturale: il TTF olandese segna un +1,6% e supera i 38 euro/MWh. L’oro, invece, cede terreno con il contratto spot in calo dello 0,36% a 3.420 dollari l’oncia.

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La settimana sarà scandita dalle riunioni di alcune tra le principali banche centrali: domani tocca alla BoJ, mercoledì alla Fed (attesi tassi fermi al 5,25-5,50%), giovedì alla BoE. In agenda anche i meeting della Banca centrale svizzera e della Banca centrale cinese. Intanto in Canada è in corso il summit del G7, che si concluderà martedì, con focus su Ucraina, Gaza, cambiamento climatico e relazioni commerciali transatlantiche; si discuterà anche della proposta di Trump di proporre Putin come mediatore del conflitto in Medio Oriente.

Dalla Germania arrivano indiscrezioni secondo cui l’Unione europea sarebbe pronta ad accettare un accordo commerciale con gli Stati Uniti basato su dazi fissi al 10%, a condizione che l’intesa venga definita secondo criteri chiari e condivisi. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt, l’obiettivo della Commissione europea è quello di evitare l’imposizione di tariffe più elevate su settori strategici come automotive, farmaceutica e componentistica elettronica. Al momento, però, Washington non ha ancora confermato la volontà di limitare al 10% i dazi sulle auto europee.

In Asia, Tokyo ha chiuso in forte rialzo (+1,27%), sostenuta dal calo dello yen. Positive anche le altre piazze: Shanghai +0,29%, Shenzhen +0,5%, Hong Kong +0,3%. Dalla Cina segnali contrastanti: la produzione industriale a maggio rallenta (+5,8% annuo), ma le vendite al dettaglio sorprendono (+6,4%, massimo da dicembre).

A Piazza Affari, l’attenzione resta alta sul risiko bancario. Mediobanca, che ha rinviato al 25 settembre l’assemblea sull’Ops su Banca Generali in attesa di chiarimenti da parte di Generali, ha aperto in rialzo. Bene anche Mps e Unicredit, che si è scoperto avere una partecipazione vicina al 2% in Piazzetta Cuccia. Intanto prende il via l’offerta di Bper su Popolare di Sondrio.

In evidenza i titoli energetici e della difesa, con acquisti su Eni, Saipem e Leonardo, in scia al contesto internazionale. Focus anche su Interpump, che ha annunciato l’acquisizione del 65% della veneta Padoan, specializzata in serbatoi per veicoli industriali.

Nel settore automotive sale Stellantis, che per ora non risente delle turbolenze innescate in Francia dal crollo di Renault (perde oltre il 7%) a Parigi, dopo l’annuncio a sorpresa dell’uscita dell’ad Luca de Meo, destinato a prendere il timone del gruppo del lusso Kering che invece vola in Borsa guadagnando quasi il 10%.

Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund si mantiene stabile in area 95 punti base, con il rendimento del decennale italiano in lieve calo. L’euro resta poco mosso nei confronti del dollaro, sopra quota 1,15. Future di Wall Street in forte calo.

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