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Borsa 12 gennaio chiusura: il petrolio vola dopo il raid Usa-Uk nello Yemen. Terna e Saipem trascinano su Piazza Affari

Imagoeconomica

Il mondo sta esplodendo e il petrolio vola dopo il raid anglo americano nello Yemen, ma le borse europee archiviano una seduta in rialzo, guardando oggi alle trimestrali di grandi banche americane e al calo dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti, a dicembre, tanto più che ieri sera la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che probabilmente i tassi nella zona euro hanno toccato il picco e, se l’inflazione sarà vinta, “cominceranno a scendere”. A creare qualche incertezza nel pomeriggio è stata piuttosto Wall Street che, dopo un avvio intonato, si muove ora contrastata (DJ -0,4%). In Asia sono arretrati ancora i listini cinesi, mentre Tokyo continua a ballare da sola (+1,5%)

Europa in rialzo, ma è volatile Wall Street

In Europa la chiusura è sotto i massimi, ma positiva. Piazza Affari guadagna lo 0,73% e aggancia quota 30.470 punti base, grazie al rimbalzo delle utility e agli acquisti sui titoli petroliferi e le banche. Regina del listino è Terna +3,59%.

Francoforte segna +0,97%, Parigi +1,05%, Amsterdam +0,95%, Madrid +0,88%. Più cauta Londra +0,64%. Il pil britannico è rimbalzato e sta spingendo la valuta britannica, frenando i titoli delle aziende esportatrici. Crolla inoltre Burberry (-4,78%).

Wall Street, volatile in mattinata, sta soppesando i primi numeri delle trimestrali di oggi, che in gran parte convincono gli investitori. Si apprezza infatti il titolo di JP Morgan, che ha chiuso un anno record grazie all’impennata del costo del denaro. È in progresso Citi, che ha annunciato tagli per 20mila posti di lavoro dopo il peggior trimestre da 15 anni. È piatta Bofa, mentre Bank of New York Mellon è in territorio positivo, dopo profitti in calo nel quarto trimestre, ma ricavi in rialzo del 10% grazie in parte ai tassi d’interesse più alti; entrambi i dati sono risultati superiori alle attese.

Wells Fargo è incerta, benché i profitti trimestrali siano andati bene, ma siano sotto le stime degli analisti.

Corre il petrolio con le tensioni nel Mar Rosso

Il petrolio corre oggi dopo gli attacchi di Usa e Gran Bretagna ai ribelli houti nello Yemen, che hanno scatenato le minacce dell’Iran. Un portavoce della Nato ha chiarito che la mossa degli angloamericani è difensiva e intesa “a salvaguardare la libertà di navigazione in una delle vie marittime più vitali al mondo”.

Secondo Ubs l’escalation del conflitto mediorientale potrebbe portare il petrolio sopra 80 dollari nelle prossime settimane.

In questo momento i prezzi non sono molto lontani: il future Brent marzo 2024 sale del 2,4% a 79,38 dollari al barile; il greggio texano, febbraio avanza del 2,55% a 73,86 dollari al barile.

Prezzi alla produzione sotto le attese negli Usa; sale l’inflazione in Francia

La buona notizia di oggi è che, in dicembre, i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono scesi dello 0,1% a dicembre, a fronte di aspettative degli economisti di un rialzo dello 0,1%. Questa novità ha acceso subito le speranze dei trader che, scrive Reuters, ritengono ora più probabili maggiori tagli dei tassi nel 2024. L’approdo dovrebbe essere per un costo del denaro del 3,7% a fine anno, rispetto al 3,75-4% prezzato ieri e risalgono le probabilità di un primo intervento a marzo.

Sempre in tema d’inflazione invece la Francia ha mostrato oggi dei prezzi al consumo saliti il mese scorso del 4,1% su base annua, soprattutto a causa dei prezzi dell’energia. I prezzi del gas restano bassi rispetto a un anno fa, ma oggi sono in salita di oltre il 3%, a 31,800 euro al Mwh.

L’inflazione annuale spagnola è scesa invece a dicembre al 3,1%.

Per il capo economista della Bce, Philip Lane, i recenti dati sull’inflazione del blocco hanno ampiamente confermato l’opinione corrente della Banca centrale europea, ovvero che i tagli dei tassi di interesse non sono un tema di discussione per il breve termine.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è al momento piatto in area 1,097.

Piazza Affari, utility in rialzo con il mercato libero

Riflettori accesi sulle utility oggi a Piazza Affari, dopo la gara per i clienti in uscita dal regime di maggior tutela.

Guida il listino Terna, con gli analisti di Barclays che hanno incrementato a 8 euro per azione (da 7,6 euro) il prezzo obiettivo, confermando la raccomandazione “Equal weight” sul titolo. Il broker ha aumentato le previsioni sull’utile per azione per quest’anno e il prossimo.

Bene Hera +2,5% ed Enel +1,77%, che pare abbiano fatto la parte del leone con 1,4 milioni clienti e 7 lotti a testa su 26 (massimo possibile, poiché l’Antitrust ha fissato un limite del 30%).

Enel avrebbe conquistato aree dove non è attualmente incumbent, tra cui Roma e Milano. Brilla anche A2A (+1,5%), che ha ottenuto due lotti e 460 mila clienti a Palermo, Cagliari e Napoli.

Per quanto riguarda gli altri settori, il pharma è in evidenza con Recordati +3,54%. Nell’energia brillano Prysmian +3,44% e Saipem +2,77%. Tra le banche è più alto il rimbalzo di Bper +2,51%. Resta in denaro Iveco, +2,56%, alla sua settima seduta consecutiva di guadagni.

Le prese di beneficio spediscono in fondo al listino Stellantis -0,75% e Pirelli -0,41%.

Si conferma debole Stm -0,51%.

Nel lusso arretra Cucinelli -0,41%, con il settore allarmato da un taglio delle stime da parte di Burberry, a causa di un rallentamento proprio nel comparto delle grandi firme.

Fuori dal paniere principale però Safilo, +12,44%, festeggia il rinnovo anticipato dell’accordo di licenza globale al 2030 con Hugo Boss.

Spread seduta altalenante

Le parole di ieri di Lagarde hanno sostenuto oggi la carta europea, dove ha brillato quella italiana, in ritirata nel finale.

Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata chiude a 159 punti base (-0,9%), con i tassi rispettivamente a +3,73% e +2,14%.

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