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Beni di consumo, la sfida dell’e-commerce morde sempre di più

Secondo quanto riferisce Atradius, se si guarda al fatturato e al volume d’affari registrati nel 2016, le prestazioni dei rivenditori dei beni durevoli di consumo possono sembrare, a prima vista, soddisfacenti. Le vendite sono aumentate nella maggior parte dei mercati europei e gli analisti si attendono che questa crescita possa continuare anche nel corso di quest’anno. Tuttavia, i margini di profitto della maggior parte dei rivenditori dei beni durevoli di consumo sono esigui poiché la concorrenza tra i rivenditori su strada rimane agguerrita ed è accentuata dalla sfida crescente operata dai rivenditori online: la politica della trasparenza dei prezzi ai consumatori portata avanti dai rivenditori online mantiene alta la pressione sui margini di profitto lungo tutta la catena del valore.
Pertanto, il successo di un’impresa e la resilienza dei rivenditori dipendono sempre più dalla loro capacità di adottare nuove strategie, come ad esempio quella di costruire ed espandere il proprio business online e/o offrire servizi aggiuntivi. Questo richiede una notevole propensione al cambiamento, così come l’attuazione di una strategia finanziaria efficiente, e resta da vedere se molti dei piccoli imprenditori già in difficoltà abbiano mezzi e conoscenza per riallineare le proprie attività al fine di rimanere competitivi. Ecco allora che la mancanza di volontà o mezzi necessari per adattarsi ad un contesto di mercato volatile e in continuo cambiamento può nel breve periodo comportare gravi problemi tanto per i grandi quanto per i piccoli rivenditori, indipendentemente da quanto siano avviati sul mercato o da quanto successo abbiano avuto in passato
In questo contesto, nel 2017 la crescita dei consumi privati in Italia dovrebbe rallentare allo 0,5%, dopo l’aumento dell’1,4% registrato lo scorso anno. Tuttavia, la domanda interna di beni durevoli di consumo dovrebbe mantenersi stabile dal momento che le vendite al dettaglio si prevedono in crescita di +1,9% e l’inflazione dovrebbe aumentare soltanto dell’1,7%. I margini di profitto dei rivenditori dovrebbero, pertanto, mantenersi stabili: il settore continua, infatti, ad essere molto competitivo e con un livello di frammentazione medio-alto anche dopo le aggregazioni che hanno coinvolto alcuni dei principali operatori. Le imprese più deboli e con scarsa solidità finanziaria sono state estromesse dal mercato, mentre altre hanno scelto di fondersi per riuscire a sopravvivere. Gli analisti prevedono che l’attuale processo di concentrazione proseguirà fino a raggiungere un nuovo equilibrio di mercato, considerato che le dimensioni medie dei rivenditori italiani continuano ad essere inferiori rispetto a quelle dei concorrenti europei.
A causa della dipendenza dal settore immobiliare, il comparto dell’arredamento ha registrato un declino costante fino alla ripresa iniziata nel 2014; lo scorso anno la domanda di mobili è cresciuta del 2,2% e verrà ulteriormente sostenuta quest’anno dai nuovi incentivi statali a supporto dei consumi delle famiglie. Nello stesso periodo le vendite di elettrodomestici hanno registrato una crescita del 2,9% anche grazie agli incentivi statali parzialmente confermati per il 2017. I termini di pagamento oscillano, in media, tra i 60 e i 90 giorni; i casi di ritardi nei pagamenti e le insolvenze si sono mantenuti stabili nel corso del 2016 e quest’anno non ci si attendono variazioni significative.
Negli ultimi due anni il settore svedese della vendita al dettaglio dei beni di consumo è cresciuto più rapidamente rispetto al PIL e quest’anno dovrebbe registrare un aumento del 3,5% grazie al solido andamento dei consumi privati e all’aumento della popolazione. Il comparto ha beneficiato di bassi tassi d’interesse, della crescente attenzione verso le nuove tendenze di arredamento e dell’aumento dei prezzi degli immobili. Tuttavia, il rischio di un’eventuale contrazione del mercato immobiliare potrebbe frenare le prospettive di crescita dei settori dell’arredamento e degli elettrodomestici per il 2017. Quest’anno, infatti, i margini di profitto dei rivenditori dovrebbero mantenersi stabili o in lieve contrazione. Mentre la guerra dei prezzi nel settore dell’elettronica di consumo sembra essersi attenuata, il segmento degli articoli sportivi mostra i primi segnali di aumento della concorrenza, presente anche nei settori di arredamento e tessile. Le oscillazioni della valuta, inoltre, hanno condizionato le scelte di importatori ed esportatori.
I pagamenti nel settore svedese dei beni durevoli di consumo richiedono in media 45 giorni. Gli analisti non si aspettano un aumento dei casi di mancato pagamento, mentre il numero d’insolvenze dovrebbe tornare a ridursi dopo la crescita del 4% registrata nel 2016. Le imprese di nuova costituzione, tuttavia, sono maggiormente a rischio in questo mercato altamente competitivo, dal momento che i rivenditori online beneficiano generalmente di prospettive migliori grazie alle opportunità di crescita offerte da segmenti a bassa penetrazione. Gli svedesi scelgono sempre più spesso di acquistare online e questo segmento dovrebbe continuare a crescere anche nei prossimi anni: ecco allora che l’effetto della diffusione dell’e-commerce e dello spostamento dei punti-vendita nei grandi centri commerciali fuori città continuerà a trasformare il settore svedese della vendita al dettaglio dei beni durevoli di consumo.
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