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Bce: Eurozona in forte espansione, ma serve ancora stimolo

FIRSTonline

La crescita economica dell’Eurozona solida e si rafforzerà ulteriormente nei prossimi mesi. Continua a migliorare anche il mercato del lavoro. Tuttavia, la dinamica dell’inflazione di fondo è ancora debole e nell’area valutaria rimane necessario un alto livello di stimolo monetario. È questo, in sintesi, il contenuto dell’ultimo bollettino Bce sulle condizioni di Eurolandia.

“Mentre si rafforza la convinzione da parte del Consiglio direttivo che l’inflazione evolverà verso il proprio obiettivo, le spinte sui prezzi interni sono rimaste nel complesso contenute e devono ancora mostrare segnali convincenti di una tendenza al rialzo duratura – si legge nel bollettino – pertanto, è tuttora necessario un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo”.

Sulla base di questa analisi, il Consiglio direttivo ha deciso nell’ultima riunione del 14 dicembre di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento “e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.

CRESCITA FORTE E GENERALIZZATA

L’analisi economica, “effettuata sulla base dei dati economici più recenti e dei risultati delle indagini qualitative, indica al volgere dell’anno una dinamica della crescita forte e generalizzata – continua la Bce – Il forte slancio congiunturale la perdurante riduzione del sottoutilizzo delle risorse e il crescente grado di utilizzo della capacità produttiva rafforzano ulteriormente la fiducia del Consiglio direttivo che l’andamento dei prezzi convergerà verso l’obiettivo di un tasso di inflazione inferiore ma prossimo al 2 per cento. Da un lato, il forte slancio congiunturale potrebbe dar luogo a ulteriori sviluppi positivi per la crescita nel trimestre a venire. Dall’altro, i rischi al ribasso rimangono principalmente riconducibili a fattori di carattere globale e agli andamenti dei mercati valutari”. Infatti, mentre migliora il clima di fiducia “la recente volatilità del tasso di cambio rappresenta una fonte di incertezza da tenere sotto osservazione per le sue possibili implicazioni sulle prospettive a medio termine della stabilita’ dei prezzi”. Il cambio euro-dollaro tuttavia è sceso da 1,25 di dicembre al valore attuale di 1,23.

“I consumi privati – continua il bollettino – sono sospinti dalla crescita dell’occupazione, che a sua volta beneficia delle passate riforme del mercato del lavoro e dell’aumento della ricchezza delle famiglie”. Prosegue inoltre il rafforzamento degli investimenti delle imprese, “sostenuti da condizioni di finanziamento molto favorevoli”, dalla crescita delle redditività delle imprese e da una forte domanda. Gli investimenti in edilizia abitativa hanno registrato un miglioramento negli ultimi trimestri. L’espansione mondiale generalizzata, inoltre, fornisce un ulteriore stimolo alle esportazioni dell’area dell’euro.

MERCATI DEL LAVORO DELL’EUROZONA CONTINUANO A MIGLIORARE

Secondo l’istituto di Francoforte, i mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a migliorare, sostenendo così il reddito delle famiglie e la spesa per consumi: “Nel terzo trimestre del 2017 l’occupazione ha subito un ulteriore aumento dello 0,4 per cento rispetto al periodo precedente, portando l’incremento annuo all’1,7 per cento”.

L’occupazione si colloca attualmente a un livello di circa l’1,2% superiore ai massimi precrisi del primo trimestre del 2008. A novembre 2017 il tasso di disoccupazione nell’area dell’euro era pari all’8,7 per cento, in calo rispetto all’8,8 per cento di ottobre e 3,3 punti percentuali al di sotto del picco post-crisi registrato nell’aprile del 2013. Tale calo è generalizzato tra le diverse fasce di età e tra i generi. Anche la disoccupazione di lunga durata “continua a diminuire, pur rimanendo al di sopra del livello precrisi”.

Le informazioni ricavate dalle indagini, conclude il documento, segnalano una persistente crescita dell’occupazione nel periodo a venire, e la presenza in alcuni paesi e settori di crescenti segnali di carenze di manodopera.

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Categories: Finanza e Mercati