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Bcc Castagneto Carducci: “Tra le banche locali c’è un modello virtuoso anche in tempi di crisi”

“Le banche non sono tutte eguali e non lo sono nemmeno quelle locali: non basta il legame con il territorio, che resta ovviamente un punto di forza fondamentale ma che va interpretato in maniera efficiente e lungimirante, sapendo dire sì quando i progetti ci convincono e sapendo anche dire no quando non sussistono le condizioni per erogare prestiti, mutui e credito”. Lo ha detto sabato Fabrizio Mannari, direttore generale della Bcc di Castagneto Carducci, concludendo il primo incontro di formazione della banca di credito cooperativo dell’Alta Maremma a Marina di Bibbona sulla costa livornese sul tema “La banca locale tra crisi e recessione”.

Mannari ha sostenuto che la crisi mette a dura prova tutte le banche ma che c’è modo e modo di reagire e che la sua banca si ispira a un modello virtuoso tipico delle banche locali del circuito indipendente Cabel che ha permesso di raccogliere risultati confortanti anche nel 2011 e di consolidare i rapporti con i soci, con i clienti, con i dipendenti e con il territorio “del quale non vogliamo assorbire passivamente tutte le spinte ma selezionarle e diventare motore della crescita”. Per il direttore della Bcc di Castagneto è decisiva l’attenzione rivolta alla raccolta, “essenziale per crescere”. che deve essere alimentata da tassi remunerativi. Nel 2011 la Bcc di Castagneto Carducci ha incrementato la propria raccolta del 10% e gli impieghi dell’8%, nettamente sopra la media del settore, e circoscritto le sofferenze all’1,5% delle attività. “Oggi la nostra attività è tutta rivolta a fare credito in maniera selettiva alle famiglie e alle imprese che investono creando posti di lavoro e sviluppando le nuove tecnologie: siamo cresciuti molto negli ultimi anni ma non abbiamo intenzione di fermarci, sapendo però di poter fare un passo alla volta”.

Prima di Mannari sono intervenuti tre economisti di fama, come Paolo Onofri (Università di Bologna e Prometeia) che ha indicato nel 2019 la fine della crisi, come Lorenzo Gai (Università di Firenze) secondo cui “più che un credit crunch c’è un deposit crunch” e come Pietro Alessandrini (Università Politecnica delle Marche) che ha sviluppato un’ampia analisi sulle banche di credito cooperativo.

Ha preso la parola anche l’ad di Cabel Holding, network indipendente di servizi alle banche costituito, secondo cui le banche locali possono fare molto in tempi di crisi ma devono saper evitare i conflitti di interesse con e nel territorio e ispirarsi a modelli di gestione efficienti e innovativi.

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Categories: Cultura