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Barolo Castiglione, in 2.800 bottiglie la storia dei Monchiero

barolo tappo

Generazioni a fare vino, un secolo di vendemmie, una famiglia che quasi diventa un tutt’uno con la sua terra e si unisce anno dopo anno intorno ai suoi vigneti, affrontando difficoltà e gioie tutti insieme, in una atmosfera fatta di silenzi eloquenti, pazienza e rispetto per  la natura e i suoi frutti. Un po’ tutto questo ma non solo è la famiglia Monchiero, che produce Barolo da generazioni nei vigneti di Castiglione Falletto e La Morra (provincia di Cuneo).      

Tutto è cominciato dai nonni, racconta oggi Vittorio Monchiero davanti ad un calice del suo Barolo, che già prima della guerra avevano un ettaro in località Roere di Santa Maria. I figli, Remo e Maggiorino non abbandonano le terre come tanti altri e come parte della famiglia emigrata in America, ma comprano altri ettari di terra e nel 1971 imbottigliano il loro primo Barolo. Vittorio, figlio di Maggiorino studia enologia ad Alba e arrivano gli anni ’90 quando i vigneti degli avi vengono reimpiantati e i terreni adattati alle più moderne tecniche di viticultura. Dopo matrimonio con Daniela, oggi preziosa e tenace coordinatrice dell’intera filiera produttiva e dell’agriturismo di proprietà della famiglia, nel 1999 l’acquisto di Rocche e Roere di Santa Maria, in località Montanello e Pernanno e i Monchiero hanno il loro Cru.    

L’azienda oggi ha vigneti per complessivi 12 ettari nel cuore del territorio del Barolo, paesaggio vitivinicolo riconosciuto patrimonio dell’Umanità. Nebbiolo, Dolcetto, Barbera, Arneis, Moscato sono i vitigni allevati con passione e competenza da Vittorio. La produzione si aggira sulle 40 mila bottiglie annue, con l’80% della produzione venduta all’estero, in particolare in America, Australia, Nord Europa e un po’ in Asia. Un grande valore economico quello dei terreni del Barolo, ma – afferma  Daniela Monchiero, rispondendo alla domanda se siano tentati di vendere mentre si degusta Barbera 2017 e Nebbiolo 2017 (“una annata strepitosa”, rispettivamente 9 euro e 12,50 euro in cantina), noi pensiamo ai figli, non vendiamo. Oggi il figlio Luca è già in azienda mentre il secondogenito Stefano termina gli studi agrari per continuare anche lui nel solco della tradizione di famiglia, quella del Barolo.     

Eccoci dunque davanti ad un calice di Barolo 2016 Rocche di Castiglione (una produzione di circa 2800 bottiglie, con un prezzo in cantina attorno ai 32 euro) abbinato ad un flan di Castelmagno su una riduzione di vino rosso, con radicchio tardivo e pere cotte nello zafferano servito al ristorante romano Il Ceppo che ospita la degustazione. Elegante, raffinato nel bouquet, questo Cru ha una magnifica freschezza che gioca con la potenza dei suoi tannini. Con i ravioli di farina di castagne ripieni di cinghiale serviti su fonduta di scorzonera e crumble di parmigiano si sposa il calice di Barolo Castiglione Falletto 2016, immediato nei profumi di nocciola e rose, con tannini persistenti.

Ed è accattivante il Barolo Roere Santa Maria 2015 (viene da La Morra e se ne fanno 3000 bottiglie, circa 30 euro in cantina). Alla guancia di manzo brasata servita di crema di cavolfiore si degusta il Barolo Rocche di Castiglione 2015, (5000 bottiglie, 30 euro in cantina) che quando l’annata è buona si fa anche riserva. Un vero “nettare degli dei“ raffinato al naso, con tannini morbidi e sensuali. Merita il brindisi, con poche parole alla maniera piemontese, all’insegna dell’eleganza e della raffinatezza proprie del re dei vini italiani.

Monchiero Vini Azienda Agricola
Via Alba – Monforte 49
12060 Castiglione Falletto (CN)
Tel: +39 017362820
monchierovini@monchierovini.it

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