X

Banco Bpm: il margine d’interesse fa volare l’utile netto che cresce dell’85%. In forte aumento il dividendo

Imagoeconomica

Si è riunito oggi sotto la presidenza di Massimo Tononi il consiglio di amministrazione di Banco Bpm, che ha approvato i risultati d’esercizio e consolidati al 31 dicembre 2023 del gruppo. L’esercizio 2023 è stato caratterizzato da uno scenario macroeconomico ancora incerto anche per le recenti tensioni connesse al conflitto in Medio Oriente; tuttavia in tale contesto il gruppo ha registrato livelli record di redditività con un risultato lordo dell’operatività corrente pari a 2,041 miliardi ed un utile netto di 1,264 miliardi. Proposto inoltre un dividendo per azione pari a 56 centesimi.

Banco Bpm prevde aumento utili nel 2024

Banco Bpm conferma per il 2024 la tendenza al rialzo dell’utile netto del gruppo, con un Eps di circa 0,90 euro al netto delle componenti non ricorrenti (superiore a 1,1 considerando le componenti one-off allo stato ipotizzabili), in linea con le traiettorie di redditività delineate nel Piano strategico presentato a dicembre. Il gruppo confermato inoltre il target di utile complessivo pari a 6 miliardi di euro e di remunerazione degli azionisti pari a 4 miliardi annunciati nel Piano. La distribuzione complessiva nell’anno solare 2024 sarà pari a 1,4 miliardi di euro, con un payout al 67% nell’arco del piano.

Banco Bpm, gli altri dati di bilancio

Tra gli altri dati di bilancio, il margine di interesse è pari a 3,289 miliardi con una crescita del 42% rispetto al 2022, mentre il risultato della gestione operativa sale a 2,770 miliardi (+29%). Le grandezze patrimoniali confermano la crescita, con la raccolta diretta che risulta pari a 124,8 miliardi in incremento dell’1,1% rispetto a fine 2022, mentre quella indiretta raggiunge i 106,2 miliardi, in crescita di 14,8 miliardi. Gli impieghi netti performing “core” (costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) si attestano a 96,9 miliardi con un volume di nuove erogazioni per 19,4 miliardi.

Per quanto riguarda la strategia di gestione dei crediti deteriorati, afferma una nota, il gruppo ha impresso un’ulteriore accelerazione al processo di derisking, prevedendo in arco di piano cessioni complessive per circa 700 milioni, al netto delle operazioni già effettuate in corso d’anno, che consentiranno di raggiungere un’ulteriore contrazione dello stock di crediti deteriorati. Al 31 dicembre 2023 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si è ridotta al 3,5% dal 4,2% del 31 dicembre 2022. Il costo del credito risulta in riduzione a 53 p.b. rispetto a 62 p.b. di fine anno 2022. Lo stock dei crediti deteriorati netti è pari a 1,9 miliardi, con un -21% sul 2022. La copertura delle sofferenze è del 60,9%, ma considerando anche i write-off, sale al 68,8%; le inadempienze probabili sono coperte al 43,2% (40,3% al 31 dicembre 2022), il totale crediti deteriorati al 50,4% (50,6% al 31 dicembre 2022).

Castagna: “Soddisfatti dei risultati”

“Siamo davvero molto soddisfatti dei brillanti risultati conseguiti: l’utile netto di circa 1,3 miliardi e la proposta di dividendi superiori alla guidance, pari a 56 centesimi per azione, sintetizzano con chiarezza la capacità di generare valore che abbiamo stabilmente raggiunto e che, in virtù del piano strategico approvato lo scorso dicembre, continueremo a sviluppare con crescente incisività”. Così Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm, commenta in una nota i risultati della banca. “Con il nuovo piano strategico – afferma ancora Castagna – abbiamo intrapreso un percorso che, nelle nostre ambizioni, ci porterà da un lato a fissare una struttura di conto economico che sostenga la sistematica creazione di valore per tutti gli stakeholder, dall’altro a consolidare la nostra posizione di terzo polo bancario”.

Il banchiere sottolinea come “l’attuale ritmo di creazione di valore ci consente di affiancare alla solidità della posizione patrimoniale e a un dividendo più che raddoppiato rispetto al 2022, il costante miglioramento della qualità degli attivi, testimoniato dal costo del rischio in riduzione a 53 punti base a fronte dei 62 punti base del precedente esercizio. Questo risultato è stato realizzato non solo grazie alle selettive politiche creditizie, ma anche alla strategia di derisking che ha portato a un’ulteriore riduzione dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi”.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati