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Bff Bank: in Borsa il titolo perde il 32%. Fuga dopo l’ispezione di Bankitalia e il blocco dei dividendi

Imagoeconomica

Brutta storia quella della Bff Bank, da molti punti di vista. E qualche sorpresa dovrà ancora arrivare. Oggi il valore del titolo è a 7,41 euro in calo del 32,39%, mentre ieri a metà seduta, prima del tracollo, era a 12 euro. Per cercare di arginare le quotazioni Borsa Italiana ha comunicato che dalla seduta odierna “fino a successivo provvedimento” sulle azioni ordinarie BFF Bank non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo (ordini al meglio).

Altolà da Bankitalia ai dividendi, ma non solo

Il segnale è arrivato ieri forte e chiaro dalla stessa Banca d’Italia quando ha comunicato che la società finanziaria deve sospendere temporaneamente la distribuzione degli utili. E non accade spesso che una banca vada in diretto scontro con l’Autorità di Vigilanza. La prima occasione utile per remunerare i soci è l’interim dividend a settembre e intanto l’istituto fa sapere che “la politica dei dividendi non cambierà”.

Che qualcosa di strano stesse accadendo si intuiva dal fatto che gli uffici della banca, specializzata nello smobilizzo di crediti pro soluto verso la pubblica amministrazione, fossero da giorni invasi dagli ispettori di Via Nazionale che volevano far luce proprio sulle modalità di classificazione dei crediti verso la Pa.

I rilievi dovrebbero terminare entro luglio e in attesa che Bff produca i riscontri rispetto a quanto emerso, Bankitalia ha disposto che l’istituto, non solo debba temporaneamente astenersi dal distribuire profitti o altri elementi del patrimonio, ma anche sospendere la corresponsione della parte variabile delle remunerazioni, l’ulteriore espansione dell’operatività all’estero tramite l’apertura di nuove succursali o l’allargamento in nuovi Paesi in regime di prestazione di servizi. La società opera oltre che in Italia, anche in Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

Da Palazzo Koch rilievi anche su governance, remunerazioni e contratto Ceo

In occasione della pubblicazione dei conti del primo trimestre, ieri la banca guidata da Massimo Belingheri ha reso noto di aver ricevuto il 29 aprile un “report con gli esiti degli accertamenti condotti da Banca d’Italia”. Palazzo Koch ha formulato rilievi anche sulla governance e sulle prassi aziendali della banca in materia di remunerazione, anche per alcune previsioni contrattuali riferibili al ceo. L’ispezione si è conclusa con “la formalizzazione di un rilievo di conformità sull’attuale classificazione dei crediti pubblici, a prescindere dalla rappresentazione di un rischio di credito collegato, che si fondano su un’interpretazione degli orientamenti Eba della nuova definizione di default su tali crediti pubblici differente da quella adottata da Bff”.

Il governatore Fabio Panetta, nel suo intervento al Forex, aveva indicato che la vigilanza avrebbe avviato verifiche in vari istituti sotto la sua diretta supervisione su alcuni parametri di bilancio. A fine anno Bankitalia ha commissariato la neonata Smart Bank.

Gli azionisti di Bff Bank

E’ lo stesso Ceo Massimo Belingheri ad avere la quota maggiore (4,821%) della società. Nel capitale ci sono inoltre Jp Morgan (3,158%), Eurizon (2,31%), Mediolanum farmaceutici (2,291%) e poi con quote sotto il 2% compaiono Fmr Investment manager, Lazard, Fideuram, Arca Fondi, Mediolanum.

Nel primo trimestre utili in calo del 21%

Sul fronte dei conti, Bff ha comunicato di aver chiuso il primo trimestre con un utile netto rettificato pari a 41,5 milioni, in calo del 21% anno su anno. Escludendo i 19,8 milioni di plusvalenza nel 2023 con la vendita di 600 milioni di un portafoglio di titoli di Stato a tasso variabile, si registrerebbe, invece, un aumento dell’8%. I ricavi totali rettificati si sono attestati a 202,4 milioni, +15%, mentre il portafoglio crediti è pari a 5,5 miliardi, +9%. Il Cet1 ratio ha raggiunto il 13,5% e il Tcr il 18,2%, con 49 milioni di capitale in eccesso sul target del 12% di Cet1.

Bff ritiene che il possibile incremento delle attività ponderate per il rischio (rwa) e degli appostamenti prudenziali che potrebbero scaturire, non determinerà una modifica sostanziale delle sue prospettive economiche e finanziarie, tenuto conto anche delle riserve non ancora contabilizzate e delle azioni gestionali che potranno essere messe a terra.

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