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Banche italiane di nuovo sotto pressione, presto rialzo tassi Usa

“Potrebbe essere appropriato alzare i tassi di nuovo relativamente presto se i dati in arrivo sul mercato del lavoro e sull’inflazione saranno in linea o più forti delle attese oppure se aumenteranno i rischi di superare i target”. I verbali dell’ultima riunione della Fed sono riusciti nell’impresa di non aggiungere assolutamente nulla a quanto già si sapeva sull’orientamento della banca centrale. Che significa “relativamente presto”? Le ultime dichiarazioni di Janet Yellen e soci fanno capire che la Banca potrebbe muoversi già il 15 marzo. La maggioranza degli osservatori (il 53%) è però convinta che il D day cadrà a maggio, quando saranno più chiare le linee delle riforme fiscali anticipate da Donald Trump. Ma i continui rinvii e l’incertezza generale non frenano il Toro. “Wall Street sembra aver disimparato a scendere” nota Giuseppe Sersale di Anthilia rilevando che da 15 sedute l’S&P non mostra una perdita superiore allo 0.25%, un altro record di questa stagione all’insegna dell’ottimismo. Lo stesso non vale per Milano, di nuovo sotto stress per le difficoltà delle banche e del debito.

DOW JONES ANCORA SU, DEBOLE L’ASIA

Deboli stamane i listini asiatici: Tokyo -0,4%, Hong Kong-0,6%, Sidney -0,4%. In calo Nissan (-0,9%) dopo la notizia che Carlos Ghosn, pur restando presidente della società, lascerà il posto di ceo a Hirotho Saikawa.

Rallenta la corsa di Wall Street. L’indice S&P 500 registra un modesto calo -0,11%, così come il Nasdaq (-0,09%). Fa eccezione il Dow Jones (+0,16%) che segna un nuovo record a 20,775,6 punti, al termine della nona seduta consecutiva al rialzo: non capitava dal gennaio 1987.

A sostenere il rally è stato il balzo di Du Pont (+3,4%): è dato per imminente il via libera della Ue al merger da 130 miliardi di dollari con Dow Chemical (+4%).

In calo i titoli energetici (-1,6%). Il Brent (stamane in ripresa oltre o 56 dollari) ha chiuso a 55,7 dollari il barile. A Piazza Affari Eni -1,5% e Saipem -3,4% in attesa dei conti. In serata si è tenuto anche il consiglio di Tenaris, + 0,4%: nel pomeriggio si terrà la conference call sui risultati.

LISTINI EUROPEI OSTAGGIO DELLE ELEZIONI FRANCESI

Sui mercati dell’Eurozona continua ad incombere una pesante ipoteca politica. Non a caso, i listini (Piazza Affari compresa) hanno registrato un sensibile miglioramento dopo la notizia del ritiro della candidatura all’Eliseo del centrista François Bayrou a vantaggio di Emmanuel Macron, considerato lo sfidante più credibile a Marine Le Pen.

Seduta al ribasso per il Ftse Mib che ha chiuso a 18.885, in calo dello 0,83%, dopo aver toccato un minimo a 18.788. Copione simile per Madrid (-0,99%), assieme a Piazza Affari il listino più sensibile all’andamento del comparto bancario.

In terreno positivo le altre piazze europee. Parigi avanza dello 0,05%, Francoforte dello 0,21% e Londra dello 0,41%.

BRUXELLES. IL DEBITO ITALIANO HA SFORATO DI 7 PUNTI

L’Italia, inserita dalla Commissione europea nel gruppo di sei Paesi con squilibri economici eccessivi, potrebbe incorrere in una procedura d’infrazione per l’incremento del debito se il governo non ottempererà all’impegno di tagliare il deficit strutturale di almeno lo 0,2% del Pil entro la fine di aprile. È l’avvertimento contenuto nel rapporto annuale stilato da Bruxelles sulla situazione economico-sociale dei Paesi membri dell’Unione.

“Squilibri eccessivi, rallentate le riforme” è il duro giudizio ella Commissione: il debito di Roma ha sforato gli obiettivo di ben 7,4 punti percentuali di Pil. Il ministro Pier Carlo Padoan ha commentato via Twitter che è interesse nazionale ridurre il debito “con un aggiustamento contenuto del percorso di consolidamento”.

Anche la Germania è finita sotto tiro per l’eccessivo surplus commerciale. “L’avanzo- ha detto il commissario agli affari economici dell’Ue Pierre Moscovici – crea problemi all’economia tedesca e produce distorsioni significative per tutta la zona euro, perciò va riequilibrato”.

LO SPREAD SALE OLTRE I 200 PUNTI. IN ARRIVO 10 MILIARDI DI BTP

Btp sulle montagne russe, in balia delle tensioni politiche. Il decennale si è spinto fino a 202 punti base, massimo dallo scorso 8 febbraio, per poi ridiscendere in area 193 sulla notizia del ritiro di François Bayrou dalla corsa all’Eliseo.

Particolarmente significativo è stato nelle ultime seduta l’ampliamento dello spread sul tratto a 2 anni, che si era portato fino a 106 punti base (dai 99 della chiusura di martedì) per poi ridiscendere in area 102 punti base dopo il ritiro di Bayrou.

Il Bund prosegue il suo rally, malgrado un’asta del trentennale sia andata tecnicamente scoperta. Buona l’accoglienza riservata al nuovo titolo di Stato a 15 anni spagnolo per l’importo di 5 miliardi di euro.

Il fronte più caldo resta quello francese. Ma nel finale di seduta il rendimento dell’Oat decennale è sceso all’1,031% dopo un massimo di seduta all’1,117%. Lo spread Francia-Germania si è attestato a 76 punti base, dopo aver toccato in seduta gli 84 punti base e da una chiusura ieri a 80.

Lunedì 27 febbraio, il Tesoro metterà a disposizione degli investitori tra 8 e 10 miliardi di euro in Btp a 5 e 10, più vari Ccteu.

BRUXELLES E FRANCOFORTE LITIGANO SU MPS

L’aumento dello spread e il giudizio di Bruxelles sui conti italiani hanno pesato sui titoli bancari. L’indice di settore ha chiuso con un calo dell’1,84% (contro il -0,2% in Europa) dopo aver toccato un minimo di oltre il 3%.

Il Financial Times dedica oggi un lungo articolo ai dissensi tra Bce e Commissione Europea sul piano di risanamento di Monte Paschi a proposito dell’ammontare dell’intervento pubblico e dei costi che dovranno sopportare i creditori.

La Bce vuole ottenere da Bruxelles il via libera all’iniezione di 8,8 miliardi nella banca. Ma la Ue intende prima ricevere chiarimenti sulla ripartizione dei costi: sotto la pressione tedesca la Ue tende a limitare l’apporto dei capitali di Stato, perciò chiede un piano dettagliato da parte del Single supervisory mechanism per evitare che l’operazione si basi troppo sugli aiuti di Stato.

Le perdite più pesanti riguardano Banco Bpm (-4,2%) e Bper (-3,8%). Giù anche Mediobanca (-3,3%). In forte calo anche Unicredit (-2%) alla vigilia della chiusura dell’aumento di capitale. Intesa -1%.

Fuori dal listino principale rosso profondo per Creval(-5,4%) e Carige (-2,3%), quest’ultima alle prese con l’aggiornamento del piano e la riduzione dei crediti deteriorati.

CONTINUA LA FRANA DI MEDIOLANUM

È proseguita la frana di Banca Mediolanum (-3,19%), dopo la guidance molta cauta fornita su margine di interesse, performance fees e dividendi. L’investor relator della società ha chiarito che, al momento, non ha ancora identificato i criteri del nuovo metodo di calcolo delle performance fee che verrà applicato dall’anno prossimo, ma lo scenario più probabile vede un decremento di queste commissioni di 35 punti base che potrebbe essere compensato da un aumento delle commissioni ricorrenti di 20 punti base.

Il calo della banca della famiglia Doris ha coinvolto anche Azimut (-2,94%) e Banca Generali (-1,9%). In Europa salgono le assicurazioni con Axa (+1,7%). A Milano Generali segna un calo dello 0,7%, UnipolSai -0,5%.

IN VOLO STM, FINCANTIERI E DIASORIN

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Le note positive arrivano dal comparto degli industriali. Stm (+2,84% a 14,14 euro) conferma i guadagni che l’hanno portata a ridosso delle valutazioni del 2007. Barclays che ha alzato la raccomandazione sul titolo da equal weight a overweight, con prezzo obiettivo a 16,5 euro. Equita Sim ha migliorato il target price su Stm da 14 a 15,2 euro (buy).

Fincantieri mette a segno un rialzo del 4,57% dopo aver siglato un Memorandum of Agreement vincolante con China State Shipbuilding e Carnival per la costruzione di due navi da crociera, più ulteriori quattro in opzione, che saranno le prime unità di questo genere mai realizzate in Cina per il mercato interno.

Diasorin (+3%) beneficia dell’autorizzazione della Fda per la distribuzione sul territorio americano di un test. Deboli Leonardo (-0,5%) e Fiat Chrysler (-0,2%). Cnh Industrial (+0,79%). 

JUVENTUS SUGLI SCUDI ANCHE IN PIAZZA AFFARI

Juventus protagonista non solo sul campo di calcio, ma anche in Borsa. Negli ultimi tre giorni ci sono stati andamenti anomali del titolo, che è quotato a Piazza Affari. In particolare, lunedì e martedì le azioni sono salite rispettivamente del 5,12 e del 2,45%. Ma quello che ancora più conta è la quantità di titoli scambiati: oltre 8,5 e 5 milioni di pezzi, per un corrispettivo economico pari a 4,5 milioni di euro.

Nella terza seduta della settimana gli scambi hanno rallentato, ma hanno comunque superato quota 3 milioni (mentre le azioni sono scese dello 0,8% ), molto oltre la media degli scambi sui titoli della Juventus non supera mai il milione di pezzi. Nel capitale della Juventus, dall’estate scorsa è presente con una quota attorno al 10% il fondo inglese Lindsell Train.

Fiera Milano segna un rialzo del 2,45% a 1,42 dopo aver firmato un contratto per la cessione della partecipazione del 75% che deteneva nella cinese Worldex Fiera Milano Exhibitions con sede a Guangzhou. A rilevare la quota è stata SingEx Exhibitions, primario operatore nel settore fieristico di Singapore.

Categories: Finanza e Mercati