X

Banche e Berlusconi, la doppia incognita di Piazza Affari

BORSE ASIATICHE  IN RIPRESA IN ATTESA DELLA FED

E’ cominciata la settimana delle banche centrali. Stasera Ben Bernanke  aprirà la due giorni del comitato monetario della Fed: i mercati si aspettano una scelta già tapering (riduzione graduale degli acquisti di titoli sui mercati) e tightening (stretta delle condizioni di crediti). Favorita la prima ipotesi.

Giovedì toccherà alla Bce ed alla Bank of England. Nell’attesa le Borse sono prudenti. Risale Tokyo +1,45% ad un’ora dalla chiusura, grazie alla frenata dello yen In terreno positivo Hong Kong +0,7% e Shanghai +0,1%. Cauta Wall Street: Dow Jones -0,24%, S&P -0,43% e Nasdaq -0,39%. Invariato il Cac40 di Parigi, poco mossi il Dax di Francoforte +0,09% e il Ftse 100 di Londra -0,12%. Fanalino di coda è stata Piazza Affari:  l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,89%.

Il Tesoro italiano ha collocato ieri con successo 8,5 miliardi di Bot a 6 mesi con tassi in deciso calo allo 0,799% dall’1,052% di fine giugno. Ma lo spread si è allargato nel corso della seduta fino a quota 279 pb. Oggi si tiene l’asta dei Btp a 5 e 10 anni.

La performance negativa del mercato italiano, nonostante la ripresa della fiducia delle imprese (ai massimi dal novembre 2011)  si spiega con un doppio “fattore B”: l’incognita politica legata al verdetto della Cassazione sul processo Mediaset (+0,4% ieri in Borsa)  a Silvio Berlusconi: la tempesta perfetta che si è addensata sulle banche, il settore più rappresentato in Piazza Affari.

OTTO ISTITUTI SOTTO LA LENTE DI BANKITALIA.

Agli ultimi sei posti dell’indice Eurostoxx Banks ( -0,7%) figuravano  sei istituti italiani, colpiti da vari fattori negativi.  E la giornata di oggi non si annuncia facile.

Ieri sera, infatti, si è saputo che la Banca d’Italia sta effettuando una valutazione sull’intero portafoglio crediti di otto istituti (di medie dimensioni) e un documento di via Nazionale verra’ pubblicato a breve sul sito internet istituzionale. Sotto la lente dell Vigilanza ci sono istituti cui fa capo il 40% dei crediti deteriorati del sistema: circa 100 miliardi su un totale di 249 miliardi. Lo scorso autunno, si è saputo ieri, la Banca d’Italia aveva chiesto dopo verifiche accantonamenti per 3,4 miliardi in più al sistema. E’ la degna conclusione di una tempesta perfetta, scatenatasi fin dal mattino.   

Cadono innanzitutto le Popolari, a partire da B. Pop. Milano -5,9%. Il Messaggero ha pubblicato alcuni dettagli della relazione ispettiva di Banca d’Italia dalla quale emergono numrose criticità  rispetto alle valutazioni aziendali.
Le vendite hanno colpito anche Ubi Banca-4%, Pop. Emilia Romagna +5,3%, Banco Popolare -3,8%.

Vacilla Monte Paschi -4,64%. La Commissione Europea ha richiesto  condizioni più severe per l’approvazione dei 3,9 miliardi di euro di Monti Bond. Intanto tra oggi e domani  è attesa la chiusura dell’inchiesta dei magistrati di Siena sull’acquisizione di Antonveneta.

Sotto tiro anche Mediobanca -3,7% e Unicredit -2,3%. Secono le stime di consensus raccolte tra 21 broker italiani ed internazionali, la banca di piazza Cordusio (i risultati sono previsti per il prossimo 6 agosto) dovrebbe aver archiviato il secondo trimestre con risultati in crescita: margine di intermediazione di 6,214 miliardi un risultato netto di gestione di 886 milioni, un utile ante imposte di 809 milioni e un utile netto di 349 milioni (169 milioni  a fine giugno 2012). La performance migliore è di  Intesa, -0,3%.

SARA’ IL GIORNO DI FIAT/ CHRYSLER?

Fiat +3,1%, è stata la miglior blue chip della giornata. Già stamane arriveranno dagli Usa  i conti trimestrali di Chrysler. Poche ore dopo verranno pubblicati i risultati del secondo trimestre del gruppo. L’attenzione degli investitori, però, è concentrata sulle possibili  novità sul deal  Chrysler, in particolare la  decisione della corte del Delaware a proposito del prezzo sulle azioni in mano al fondo sindacale Veba, su cui Fiat vanta una call option. 

Domani toccherà a Fiat Industrial +0,92%: le stime del consenso prr l società avviata alle nozze con Cnh  indicano un trading profit a 580 milioni di euro, un risultato prima delle tasse di 485 milioni e un utile netto a 290 mln euro. Il debito netto industriale è previsto a 2,55 miliardi di euro.

WALL STREET, DELLA VALLE E MEDIOBANCA FANNO CASSA 

Hudson’s Bay -6,9% società a cui fanno capo le catene di grandi magazzini Lord & Taylor e The Bay, ha annunciato l’acquisizione del retailer di lusso Saks +3% per 2,9 miliardi di dollari in contanti (16 dollari per azione).

Related Post

L’operazione riguarda anche Diego Della Valle: il patron di Tod’s, infatti, è il secondo azionista di Saks, con 22,7 milioni di azioni, dopo Carlos Slim (25 milioni).

L’imprenditore marchigiano, accreditato di un pacchetto di 22,7 milioni di azioni, pari a circa il 15,08% del capitale, si prepara a incassare circa 362 milioni di dollari. L’operazione tocca anche Mediobanca che lo scorso febbraio aveva acquisito 7,98 milioni di azioni pari al 5,3% del capitale e che quindi potrebbe ottenere 127,7 milioni di euro.

PIAZZA AFFARI SI RIFUGIA NELL’EXPORT

Buona performance del risparmio gestito: Azimut +3%, Mediolanum +1%, B. Generali +0,8%. Brillano altre medium cap con una forte vocazione all’export. L’accoppiata Ansaldo Sts.Impregilo si è aggiudicata  in Arabia Saudita da 680 milioni di dollari per realizzare una linea della nuova metropolitana di Riyadh. Il contratto prevede anche un’opzione (ulteriori 249 milioni di dollari circa) per i successivi 10 anni di manutenzione.

Brembo +3,2%, Ubs ha alzato il target a 17 euro da 13 confermando il giudizio buy. Piaggio  +1,4% promossa a neutral da Mediobanca con un prezzo obiettivo alzato a 1,85 euro da 1,65. De Longhi +1,3% venerdì ha comunicato una buona trimestrale e Bank of America conferma il giudizio buy limando il prezzo obiettivo a 14 euro dai 14,3 precedenti.

Scende Eni -1,7%, malgrado la cessione a China National Petroleum Corporation per 4,2 miliardi di dollari delle azioni della società Eni East Africa. Saipem -1,4%. Tra gli industriali: Pirelli +2,2%, Prysmian -1,8%, StM -3%, Finmeccanica+0,7%.

Telecom Italia perde il  2,9%. Le agenzie di rating chiedono che il debito netto 2013 del colosso tlc scenda sotto i 27 miliardi, un dato inferiore quindi a 2 volte l’ebitda atteso nel 2015. Inoltre, le agenzie chiedono un’inversione nel trend di calo della redditività. 

Categories: Finanza e Mercati