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Airbnb compie 10 anni: “Puntiamo a un miliardo di viaggiatori”

PS Design Consultants

Era esattamente l’agosto del 2008 quando Brian Chesky e Joe Gebbia misero nel loro appartamento di San Francisco tre materassi gonfiabili, dando vita a Airbnb, una piattaforma di viaggi che oggi conta 4,5 milioni di alloggi distribuiti in 81.000 città di tutto il mondo e già 300 milioni di viaggiatori che l’hanno utilizzata. Un fenomeno esploso, che da qui al 2028 punta al miliardo di turisti all’anno e che per gli host è già un business: in questi dieci anni hanno guadagnato oltre 41 miliardi di dollari. Non mancano però i punti d’ombra: dagli sfratti all’imposta di soggiorno, fino al tema del turboturismo e della sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Matteo Frigerio, country manager di Airbnb in Italia: “Airbnb ha reso il turismo più democratico, il vero nemico è l’offline, il nero e il non tracciato, chi non usa strumenti elettronici e non è presente online”.

Fondata nell’agosto 2008, Airbnb compie 10 anni e opera oggi in 200 Paesi e in 81mila città nel mondo, con l’Italia tra i principali mercati. Come ha cambiato il modo di fare turismo e quali sono stati gli aspetti più positivi da riconoscere a questa innovazione?

“Airbnb ha reso il viaggio più democratico, autentico ed accessibile, tramite innovazione e tecnologia. Ha dato una chance a moltissimi host di tutto il mondo, persone prima escluse dall’indotto turistico, di parteciparvi attivamente, cambiando volto al settore e trovando nella propria casa una fonte di nuovo reddito o rientro dei costi. I viaggiatori di ieri, di oggi, e sempre più quelli di domani a cominciare da millennials e generazione Z, non vogliono sentirsi un tassello di un viaggio organizzato, ma cittadino temporaneo del luogo che visitano. Airbnb dà uno strumento a host e viaggiatori per incontrarsi e condividere un momento della propria vita come una persona del posto”.

Con quali numeri Airbnb in Italia festeggia questo primo decennio di vita? In che posizione siamo come host, come numero di visitatori, come fatturato e come soddisfazione degli utenti?

“In 10 anni di vita, Airbnb si è trasformata da un gruppo di 3 visionari con un materasso ad aria, ad una grande community globale che offre al mondo 5 milioni di annunci, sulla quale hanno viaggiato 300 milioni di persone. L’Italia è un Paese chiave di questo straordinario ecosistema: siamo stabilmente terzo Paese al mondo dopo Usa e Francia per numero di annunci (360.000). L’anno scorso abbiamo registrato 7,8 milioni di arrivi in Italia per una permanenza media di 3,4 notti, superiore alla media nazionale. In Italia, grazie ad Airbnb, arrivano piccoli gruppi di viaggiatori che esplorano il Paese, scoprendone la grandezza ed eccezionale unicità. Airbnb non sarebbe la stessa senza il nostro Paese”.

Per i prossimi dieci anni Airbnb ha come obiettivo quello di raggiungere un miliardo di ospiti all’anno, nel mondo. E in Italia come ci vuole arrivare al 2028? E’ un fenomeno destinato a consolidarsi, a crescere o rischia di implodere? Cosa deve fare per sopravvivere?

“Come sistema Italia, abbiamo il dovere di essere creativi e innovativi: ad oggi i dati ci dicono che l’Italia resta fra le prime 5 destinazioni al mondo per arrivi turistici, e lo stesso vediamo in Airbnb, ma la Francia è ancora lontana e resta il Paese più visitato, la Spagna corre e i Paesi del Nord Africa hanno registrato un +15% di arrivi internazionali nel solo 2017. Detto questo il turismo in Italia cresce e continuerà a crescere, lo dicono i dati Istat e Mibact 2017; sappiamo anche che il turismo continuerà ad evolversi nel senso del viaggio esperienziale: già oggi il 79% dei viaggiatori su Airbnb dichiara di aver scelto la nostra piattaforma per “vivere come una persona del posto”. Questo è il tema cruciale: possiamo e dobbiamo contare su eccellenze locali, un mix di diversità e unicità che nessun altro Paese al mondo può vantare. In Airbnb siamo consapevoli che il vero asset e la chiave del successo del turismo in Italia siano le persone, disseminate ovunque su tutto il territorio. Vogliamo farci carico della responsabilità di perseguire quindi una crescita sostenibile, anche nelle aree rurali e periferiche, perché Airbnb diventi una vera end-to-end travel destination. Il sogno è che chiunque stia pianificando un viaggio, particolarmente in Italia, pensi immediatamente ad Airbnb e agli host come la risposta ai propri desideri, o si lasci ispirare da noi. Un esempio? Nel 2016 abbiamo lanciato Airbnb Esperienze: gli host di Esperienze non condividono una casa con il viaggiatore, ma il proprio tempo, talento e saper fare. L’Italia anche qui eccelle: è al secondo posto al mondo dietro solo agli Stati Uniti per numero di prenotazioni di Esperienze, e durante il 2018, dichiarato Anno del Cibo dal MIBACT, le Esperienze Food sul portale sono risultate le più prenotate al mondo sulla piattaforma e rappresentano attualmente il 37% dell’offerta con quasi 600 esperienze disponibili. Noi faremo da amplificatore delle eccellenze Italiane, dando uno strumento innovativo sia agli host, che queste eccellenze rappresentano, che ai guest, che ancora alla PA, per la quale vogliamo continuare ad essere un partner credibile. Già oggi collaboriamo con 18 Comuni Italiani ai quali riverseremo alla fine dell’anno, confermando questo passo, circa 20 milioni di euro in imposta di soggiorno raccolta e riversata automaticamente, garantendo il 100% di riscossione su pernottamenti effettuati via Airbnb”.

Recentemente la Commissione europea ha contestato ad Airbnb pratiche scorrette su trasparenza dei prezzi, modalità di rimborso e clausole, non escludendo sanzioni entro il mese di agosto. Ci può spiegare i termini della questione e come intendete affrontarla?

“Prendiamo i rilievi della Commissione in seria considerazione e il nostro impegno nei confronti della community è per la massima trasparenza. Prima di procedere alla prenotazione gli ospiti sono portati a conoscenza di tutte le voci di spesa, inclusi costi del servizio e tasse. Collaboreremo con le autorità per chiarire i punti che sono stati sollevati”.

In Italia si è da pochi mesi insediato un nuovo Governo. Come valuta dalle prime mosse la predisposizione nei confronti della sharing economy? Che cosa avete intenzione di chiedere al nuovo esecutivo, dal punto di vista normativo e della burocrazia?

“Veniamo da una settimana chiave in cui il Governo ha ufficialmente varato l’era del Ministero del Made in Italy. Credo che si tratti di un’iniziativa lodevole e non vedo l’ora di poter incontrare il Ministro Centinaio per raccontargli del grande lavoro che stiamo facendo e vogliamo continuare a fare proprio sulla riscoperta del territorio e dei prodotti Italiani. Stiamo attivamente sostenendo piccoli produttori, agricoltori e artigiani: da poco abbiamo dato il via ad una partnership con CNA per far sì che i loro affiliati possano offrire un’Esperienza Airbnb sulla piattaforma e diversificare le proprie fonti di reddito, scoprendo il potenziale turistico della propria impresa. Auspico anche che il Governo voglia collaborare con noi per una riforma organica del settore extra-alberghiero, che superi le vecchie norme sugli affitti, le mille interpretazioni locali e che liberi il potenziale di un Paese dove l’80% delle persone vive in una casa di proprietà e dove ci sono ancora 3 milioni di seconde case vuote e non utilizzate”.

L’Italia però non è un Paese particolarmente ostile ad Airbnb. Molto più feroci sono state le proteste in altri Paesi europei: in Spagna, soprattutto a Barcellona dove il sindaco Colau vi ha dichiarato guerra, in Francia a Parigi, in Portogallo, dove recentemente è intervenuto addirittura il governo per tutelare gli abitanti dagli sfratti, e da ultimo in Germania. Che cosa ha da dire su questo? Questo clima non c’è solo in Europa: anche New York ha pochi giorni fa emanato una stretta.

“Ogni Paese è diverso e noi ci siamo sempre confrontati con politici e governi in tutto il mondo per capire quali temi siano importanti nelle comunità locali, ed essere parte della soluzione al problema. Dal mese di luglio ad esempio abbiamo cominciato a raccogliere l’imposta di soggiorno in 23.000 comuni francesi, inclusa Parigi, che si uniscono agli oltre 400 nel mondo in cui la raccolta è attiva, fra cui proprio Porto e Lisbona”.

A Firenze, secondo uno studio il 18% degli alloggi nel centro è affittato su Airbnb. Non c’è un rischio di invasione da parte dei turisti, il cosiddetto turboturismo, soprattutto nei centri storici delle nostre città d’arte? Anche a Venezia si inizia a parlare di numero chiuso: come si pone Airbnb rispetto a questo tema, soprattutto in un Paese come l’Italia, ad altissimo flusso turistico?

“Come dicevo seguiamo con attenzione le evoluzioni del settore e lavoriamo nel senso della crescita di un turismo sostenibile. Airbnb ha registrato, l’anno scorso, 710.000 arrivi a Firenze, e un host fiorentino tipicamente ospita per 80 notti in un anno. Sono numeri che rispetto a quelli dichiarati dalla città non danno un segnale d’allarme, come dice la stessa amministrazione. Detto questo, con il Comune abbiamo un rapporto ben avviato (anche grazie alla riscossione dell’imposta di soggiorno in città) che contiamo di continuare a coltivare. Siamo molto attenti anche ai temi di Venezia, dove gli arrivi via Airbnb hanno rappresentato, nel 2017, circa il 2% del totale, e per la quale abbiamo da poco lanciato una campagna sul rispetto della città. Riguardo alle proposte di evoluzione normativa, siamo felici di far la nostra parte nel dibattito sulla gestione dei flussi. Resta fondamentale basare ogni strategia su numeri certi, non su stime generiche, e concentrarsi sul vero nemico: l’offline, il nero e il non tracciato, di fatto chi non usa strumenti elettronici e non è presente online”.

Come festeggerete il primo decennio di vita? Quali sono le novità che offrirete a host e clienti per celebrare i dieci anni?

“Vogliamo festeggiare guardando ai prossimi 10 anni. In particolare, vogliamo perseguire il successo della community di host, cominciando proprio dagli host di case, ai quali abbiamo riservato diverse iniziative. Innanzitutto quattro nuove tipologie di alloggi, in aggiunta alle tre già esistenti (Intera Casa, Stanza Privata e Stanza Condivisa): Case Vacanza, Alloggi Unici, B&B e Boutique Hotel. Poi nuove categorie: Airbnb Plus, le case verificate per requisiti di qualità, Airbnb Beyond, il settore lusso, e Airbnb Collezioni, case perfette per ogni occasione, come ad esempio un viaggio in famiglia o di lavoro. Infine abbiamo rinnovato il nostro impegno verso la community, con un aggiornamento del programma Superhost e un nuovo programma di membership per gli ospiti che verrà lanciato a fine anno. L’idea è quella di una Airbnb per tutti, dove ogni host possa definire al meglio il proprio spazio ed ogni guest trovi un alloggio che sia perfetto per la propria idea di viaggio”.

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Categories: Economia e Imprese