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Accadde Oggi – 24 febbraio 2022: la Russia invade l’Ucraina e riporta la guerra in Europa

FIRSTonline

Il 24 febbraio 2022 è una data destinata a rimanere impressa nella memoria collettiva, poiché segna il giorno in cui l‘Europa ha cambiato volto ed è ripiombata in un fase di paura e incertezza. Quella mattina di giovedì, difatti, il mondo assistette incredulo all’invasione russa dell’Ucraina. Un’invasione che riportava la guerra nel cuore del continente europeo, evento che non si verificava dalla fine della seconda guerra mondiale. Un fatto considerato impensabile da molti solo poco tempo prima ma con cui ormai da due anni, noi europei, dobbiamo convivere.

L’escalation del conflitto

I segnali di un’escalation del conflitto erano evidenti già nei giorni e nei mesi precedenti, con numerosi avvertimenti sull’imminente invasione diffusi dai media a partire dall’ottobre 2021. Accuse costantemente rigettate dagli alti funzionari russi che negavano una pianificazione a riguardo.

L’intervento armato è stato inizialmente preceduto da un massiccio accumulo di forze russe lungo il confine, iniziato già nella primavera del 2021. Questo dispiegamento di forze al confine era stato motivato dal presidente russo Vladimir Putin, a causa dei timori di un’adesione dell’Ucraina alla Nato. Dopo mesi di provocazioni e minacce, un’ulteriore ombra sinistra sulla stabilità della regione arrivò il 21 febbraio 2022 con il riconoscimento di Putin e della Russia delle autoproclamate “Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk” e l’invio delle proprie forze armate per presidiare il territorio di queste repubbliche. Lo stesso giorno, il Consiglio della Federazione autorizzò all’unanimità il presidente Putin a utilizzare la forza militare oltre i confini nazionali.

Nessuno immaginava (o voleva realmente credere), a ciò che sarebbe potuto succedere. Purtroppo, però, le intenzioni di Putin furono chiare la mattina del 24 febbraio 2022.

24 febbraio 2022: il discorso di Putin

Il 24 febbraio 2022, alle 5:30 del fuso orario di Mosca, i canali della televisione di Stato cominciarono a trasmettere il discorso del presidente russo Vladimir Putin. Un discorso che aveva l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica e spiegare le motivazioni dell’invasione. Putin ribadiva infatti l’accusa agli Stati Uniti e all’Occidente di perseguire un’espansione aggressiva della Nato fino ai confini della Federazione Russa.

Man mano che la Nato si espande a est, ogni anno che passa, la situazione per il nostro Paese sta peggiorando e diventando più pericolosa. Inoltre, in questi giorni la dirigenza della Nato ha parlato apertamente della necessità di accelerare, forzare l’avanzamento delle infrastrutture dell’alleanza fino ai confini della Russia. In altre parole, stanno raddoppiando la loro posizione. Non possiamo più solo guardare cosa sta succedendo. Sarebbe assolutamente irresponsabile da parte nostra” (tratto dal discorso di Putin).

Putin annuncia “l’operazione speciale”

Dopo le accuse alla sicurezza dello spazio russo, Putin ha poi annunciato l’inizio di un'”operazione militare speciale” sostenendo che l‘Ucraina fosse uno stato neonazista e facendo riferimento all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite.

Non ci è stata lasciata altra opzione per proteggere la Russia e il nostro popolo, se non quella che saremo costretti a utilizzare oggi. La situazione richiede un’azione decisa e immediata. Le repubbliche popolari del Donbas si sono rivolte alla Russia con una richiesta per chiedere aiuto…. A questo proposito, ai sensi dell’articolo 51 della parte 7 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione di Russia e in applicazione dei trattati di amicizia e di mutua assistenza ratificati dall’Assemblea federale il 22 Febbraio di quest’anno con la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Luhansk, ho deciso di condurre un’Operazione Militare Speciale“.

A fine discorso poi la minaccia agli altri paesi di evitare di interferire nel conflitto:

Chiunque tenti di interferire con noi, e ancor di più di creare minacce per il nostro Paese, per il nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e ti porterà a conseguenze tali che non hai mai sperimentato nella tua storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere stato ascoltato.”

Vano il tentativo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che in un discorso televisivo, rivolgendosi ai cittadini russi in lingua russa, li implorava di evitare la guerra. Zelensky in precedenza aveva anche provato a parlare con Putin senza successo.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

24 febbraio 2022: inizia l’invasione russa

Pochi minuti dopo la dichiarazione di Putin, intorno alle 5 del mattino (ora di Kiev), è scattata immediatamente l’offensiva russa. Esplosioni venivano segnalate nelle maggiori città del paese dalla capitale Kiev a Charkiv, Odessa, nel Donbass e in posti di frontiera con Russia e Bielorussia. Attacchi missilistici e bombardamenti colpivano punti strategici in tutta l’Ucraina. Solo nelle prime 24 ore del conflitto, la Russia aveva effettuato 160 lanci di missili balistici e da crociera e 75 incursioni aeree nel Paese.

Fonte Twitter

Zelensky ha subito reagito promulgando la legge marziale, interrompendo i rapporti diplomatici con la Russia e annunciando la mobilitazione generale. Due ore dopo gli attacchi aerei, le forze di terra russe sono entrate nel Paese, dando così inizio all’invasione.

L’esercito russo è penetrato in territorio ucraino da varie direzioni a Nord tramite la Bielorussia, da Est della regioni di Lugansk e Donetsk e a Sud dalla Crimea. Le truppe russe hanno preso subito il controllo delle città di Černobyl’ e Pryp”jat’, compresa la centrale nucleare, e hanno poi puntato verso la capitale Kiev con l’obiettivo di accerchiarla. Fortunatamente, il blitz militare di Putin non è riuscito e la guerra lampo è stata rallentata grazie alla resistenza delle truppe ucraine.

24 febbraio 2022: le reazioni dal mondo

Le prime notizie dell’invasione russa raggiunsero il mondo come un fulmine a ciel sereno. I media si affrettarono a diffondere le immagini delle colonne di carri armati russi che attraversavano i confini dell’Ucraina, mentre le prime esplosioni di bombe risuonavano nei cieli. Per molti, l’invasione rappresentava una cruda realtà: il ritorno della guerra nel vecchio continente, una ferita aperta che sembrava essere rimarginata dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

L’Europa si trovò improvvisamente ad affrontare una crisi senza precedenti, con conseguenze geopolitiche, umanitarie ed economiche tuttora difficili da valutare. Le reazioni internazionali non si fecero attendere: condanne feroci arrivarono da parte dei leader mondiali, dal presidente statunitense Joe Biden all’Unione europea. Condanne che si potrebbero condensare in due bravi frasi: “L’attacco russo è inaccettabile e ingiustificabile. La risposta sarà forte”.

Anche l’allora presidente del Consiglio, Mario Draghi, condannò fortemente l’invasione: “il governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina. L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione”.

I numeri della guerra

A due anni dall’inizio dell’invasione russa l’Ucraina è un territorio devastato e cosparso di sangue, dove solo i morti continuano ad aumentare. Non è possibile conoscere con esattezza il numero di soldati uccisi, poiché né Kiev né Mosca hanno mai pubblicato dati ufficiali a riguardo. L’unica cifra affidabile riguarda il numero di civili ucraini uccisi durante l’invasione, che ammonta a più di 10.000 persone, di cui 575 minori. Sono invece, 6,5 milioni le persone che hanno lasciato il Paese, di cui sei milioni in Paesi europei e 500.000 in Canada e negli Stati Uniti. 3,5 milioni gli sfollati interni.

Per quanto riguarda i soldati ucraini, stime non ufficiali parlano fino a 30 mila vittime mentre alti funzionari della Difesa statunitense ritengono che siano stati uccisi o feriti circa 315.000 soldati russi (più di 400 mila secondo le forze armate ucraine). I danni, invece, sono stimati intorno ai 486 miliardi di dollari.

A due anni da quel 24 febbraio 2022 che ha cambiato il corso odierno resta una domanda: quanto durerà ancora questa guerra e quanti saranno i suoi costi umani e materiali?

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