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Wall Street festeggia la resa di Trump e l’arrivo di Yellen

Imagoeconomica

Donald Trump si è arreso. Ventitré giorni dopo le elezioni, il tycoon ha accettato di farsi da parte, pur ribadendo che la sua battaglia legale andrà avanti. Decisiva, probabilmente, la levata di scudi di 160 manager e proprietari leader, tra cui i vertici di Goldman Sachs e BlackRock. La notizia non ha colto impreparato il neopresidente Joe Biden, che poche ore prima aveva annunciato i nomi più importanti della nuova squadra.

BIDEN SCEGLIE UNA SQUADRA PRO-EUROPA

Su tutti svetta il nome di Janet Yellen. L’ex presidente della Fed è il nuovo segretario al Tesoro, più che gradita al mercato: la “colomba” Yellen è una garanzia che la politica fiscale Usa si muoverà in sintonia con la Fed contro la recessione. Le altre nomine confermano il ribaltone rispetto alla linea sovranista e anti-Ue dell’amministrazione precedente: Antony Blinken, già vicesegretario di Stato nell’amministrazione Obama, sarà il nuovo segretario di Stato. Si trasforma radicalmente anche la politica sul cambiamento climatico, con l’ex segretario di Stato John Kerry scelto come inviato speciale per le questioni climatiche. Ieri pomeriggio Gm aveva già anticipato che non avrebbe aderito alle regole più blande dell’amministrazione Trump sulle emissioni dei motori. I mercati, già galvanizzati dalle conferme sui vaccini, si sono presto sintonizzati sul “new normal”.

TOKYO AL TOP DA 30 ANNI

La Borsa di Tokyo, ieri chiusa per festività, è partita forte e si avvia a chiudere sui massimi degli ultimi trent’anni, con il Nikkei (+2,5%) al top dell’ultimo biennio e con l’indice Topix in rialzo del 2,4%.

Haruhiko Kuroda, il governatore della Banca del Giappone, ha chiarito che non si cambia registro, si va avanti così ad oltranza, con colossali immissioni di liquidità nel sistema, fino a quando l’inflazione si riprenderà.

Le Borse della Cina, che ieri sono salite sui massimi degli ultimi cinque anni, si assestano: Hong Kong +0,1%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,4%.

CORSA AL RENMIMBI, VOLA BANGKOK. SALE IL PETROLIO

Continua intanto la corsa agli acquisti sul renmimbi: +6,4% da giugno.

Il Kospi di Seul è sui massimi della storia, in rialzo dello 0,4%, +12,3% nell’ultimo mese. Ma la Borsa migliore è quella della Thailandia, Paese dove sono in corso da giorni proteste e manifestazioni contro il regime monarchico: il Thai index guadagna il 20%.

A confermare l’aumento della propensione al rischio, il nuovo calo dell’oro, stamane a 1.827 dollari l’oncia, ma anche la bizzarra corsa ai titoli del Perù, che, in pieno caos istituzionale, ha collocato cinque miliardi di dollari di bond, tra cui un miliardo con durata un secolo.

Le notizie dalla Casa Bianca sono arrivate troppo tardi per influenzare i listini di Wall Street, comunque già in terreno positivo: Dow Jones +1,12%, S&P 500 +0,56%. Nasdaq +0,22%.

Il petrolio Brent, in rialzo dello 0,8% a 46,4 dollari, è tornato sui livelli di marzo.

BORSE EUROPEE PIATTE, ASTRAZENECA IN ROSSO (-3,8%)

Chiusura attorno alla parità ieri per le Borse europee, dopo un avvio sostenuto dalle notizie sui vaccini sempre più vicini. Ma l’ottimismo si è spento dopo la lettura dei dati Pmi di novembre: la manifattura ha tenuto meglio del previsto, ben al di sopra del punto di pareggio. Ma, causa il tonfo dei servizi, “aumenta la probabilità che la zona euro veda il Pil contrarsi di nuovo nel quarto trimestre”.

Piazza Affari (-0,02%) ferma la sua marcia verso i 22 mila punti (21.701 punti).

Chiusura quasi piatta anche a Francoforte (-0,01%), Madrid (+0,03%). Parigi -0,07%. Miglior blue chip della zona euro è la francese Total, +5%.

In calo Londra, -0,31%. L’annuncio del vaccino, a sorpresa, coincide con una pioggia di vendite su AstraZeneca (-3,81%), probabilmente per un’erronea lettura dell’efficacia del farmaco. La società riferisce che l’indice di efficacia è intorno al 70% quando il vaccino viene inoculato in un’unica dose, sale a 90% se lo stesso dosaggio viene suddiviso in due iniezioni. Il prodotto di AstraZeneca protegge leggermente meno, rispetto a quelli di Pfizer/BioNgen e Moderna, ma è meno costoso e meglio gestibile dal punto di vista logistico.

L’ORO AI MINIMI DA LUGLIO

L’oro (-1,8%) è scivolato ai minimi da luglio, a 1.833 dollari. A partire dai top assoluti di luglio (2.075 dollari) è in corso una fase di aggiustamento del forte rally precedente. L’ottimismo generato dalle novità sul vaccino sta favorendo una formidabile rotazione da asset sicuri ad asset rischiosi. Dal primo di novembre l’oro ha perso il 2%, contro il +20% guadagnato dal petrolio Brent.

BTP, DISCESA RECORD PER SPREAD E TASSI

Nuovo minimo storico per il Btp. Il decennale tratta a 0,61% ad un soffio dal record storico. Spread sotto i 120 punti base, minimo da maggio 2018.

Secondo UniCredit, che stima che il Tesoro abbia coperto circa il 95% delle esigenze di finanziamento per quest’anno relative al segmento medio-lungo, Via XX Settembre cancellerà le aste a medio-lungo in programma per metà dicembre.

Potrebbe invece concretizzarsi domani il lancio di un nuovo bond ‘Sure’ per cui Bruxelles ha dato mandato oggi a un pool di banche.

L’AGRICOLE LANCIA L’OPA SU CREVAL (+23%)

A dare la scossa al mercato azionario è stato in mattinata l’annuncio dell’Opa di Credit Agricole sul Creval a 10,5 euro, con un premio del 21% sui prezzi di venerdì. La Banca viene valutata 737 milioni di euro, pari a 0,43 volte il valore di libro tangibile. Creval, ipotizzando un Common Equity Tier 1 a regime di 13%, ha in pancia 350 milioni di euro di capitale in eccesso. Banca Pop.Sondrio sale del 5,3%.

L’operazione, che fa del Crédit Agricole la sesta Banca italiana per dimensioni, ha riacceso i riflettori sul settore del credito: nell’ultimo mese l’indice Ftse Italia All Share Banks ha guadagnato il 31%.

RIPARTE IL RISIKO: UNICREDIT VERSO MPS, RIFLETTORI SU BPER

Davide Serra, ad di Algebris (che ha ceduto la sua partecipazione in Creval) ha previsto che nel 2022 e nel 2023 ci sarà un’ulteriore accelerazione del consolidamento del sistema bancario in Italia.

Sotto i riflettori il possibile merger tra Unicredit (+3,5%) e Mps (+2%). Secondo voci, il Tesoro, azionista al 68%, sarebbe pronto a garantire le condizioni necessarie per l’operazione tramite un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro in Mps e l’emanazione di un decreto che permetta la conversione in crediti fiscali, quindi computabili nel Cet, di circa 3,7 miliardi di deferred tax asset (imposte anticipate) attualmente fuori dal bilancio del Monte.

Altra operazione nel mirino quella tra Banco Bpm (-3,4%) e Bper (+2,12%) promossa da Mediobanca Securities a outperform.

CORRONO I PETROLIFERI, TERNA IN ROSSO

Anche a Milano in grande spolvero il settore oil: Saipem +4,55%, Tenaris +2,94%. Eni +2,55%.

In rosso, invece, Terna (-3,89%), nel giorno dello stacco dell’acconto sul dividendo.

UNA MONNALISA PER CHIARA FERRAGNI, SHOPPING DE LONGHI IN USA

Sull’Aim, in rally Monnalisa (+23,64%), dopo che la società ha siglato un accordo di licenza pluriennale con Chiara Ferragni.

De Longhi ha acquistato per 420 milioni di dollari l’americana Capital Brands Holdings, prodotti cucina, con un fatturato di 290 milioni di dollari. Con questa operazione, gli Stati Uniti diventano il primo mercato per il gruppo, con un fatturato aggregato superiore a 500 milioni di dollari.

Fincantieri +2,17%: la controllata Vard ha firmato un contratto per la progettazione e la costruzione di otto navi robotizzate per Ocean Infinity, destinate alla fornitura di servizi marittimi negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Mondadori +7,14%: Banca Akros ha alzato il target price a 2 euro da 1,7 euro, confermando a buy il rating. Tesmec +22%. Palladio Holding Spa ha assunto l’impegno di coprire l’eventuale inoptato dell’aumento di capitale, che parte oggi, fino a 3,5 milioni di euro.

Categories: Finanza e Mercati