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“Voto alle primarie del centrosinistra ma senza illusioni: rinnovamento è un’altra cosa”

Ho votato alle primarie del Pd e oggi esprimerò la mia preferenza per Renzi anche al ballottaggio. È un diritto che ho acquisito accreditandomi sul sito qualche settimana fa. Non sono iscritta al pd e non sono sicura di votare questo partito alle elezioni, soprattutto se non vincerà il candidato che preferisco, ma penso sia un mi diritto esprimere un’opinione, soprattutto in un contesto politico così confuso e incerto. Potrebbe essere questa infatti l’unica occasione che ho per scegliere un candidato premier, visto il naufragio del pdl e le acque incerte nelle quali naviga il nascente centro. Non escludo che, nel segreto dell’urna, alla fine opterò per Grillo, come voto di protesta, piuttosto che lasciare una scheda bianca o rinunciare completamente al mio unico diritto in democrazia: il voto.   

Nella mia situazione si trovano milioni di persone: deluse, preoccupate, consapevoli che le bandiere politiche non sono le stesse di molti anni fa e che non sono uguali a quelle che si sventolano allo stadio. Oggi si può, anzi, si deve cambiare squadra se quella per cui si è fatto il “tifo” fino a quel momento non ci offre sufficienti garanzie per il futuro. In ballo non c’è il campionato ma la nostra vita.  

In questo quadro credo che il pd avrebbe dovuto mostrarsi molto più elastico e consapevole del fatto che le “ideologie” sono tramontate. Più ecumenico, in grado di accogliere le molte istanze che vengono dal paese e che Bersani da un lato e Renzi dall’altro riescono in qualche modo a incarnare. Invece il partito democratico, o meglio chi oggi guida quel partito e scrive le regole e cioè in buona sostanza Bersani, hanno avuto paura di tutto questo. Paura di fare parte di un partito che guarda oltre la tradizionale linea del segretario. Quindi abbiamo un partito aperto alle primarie, ma solo fino al punto di essere sicuro che non rappresentino una vera sorpresa. Per questo molti “renziani” dell’ultima ora non potranno andare a votare. Chi non si è mosso domenica scorsa, convinto che non ci fosse spazio per una vera alternativa, non potrà muoversi nemmeno ora che si è accesa la speranza del ballottaggio, a meno di non inventare scuse e di sottoporsi al giudizio severo e unanime del comitato elettorale.  

Le primarie del pd sono aperte a chi non vota alle politiche, ai sedicenni e agli stranieri residenti, ma non sono aperte ai cittadini italiani che, semplicemente, vorrebbero concorrere a una scelta che li riguarda direttamente. Strano modo di intendere la democrazia. Io credo che parteciperò anche alle primarie del pdl, se mai si faranno, convinta di essere nel giusto e nel mio pieno diritto, visto che non sono iscritta ad alcun partito. Non sono un “tifoso”, ma un elettore con un grande bisogno che la politica si rinnovi davvero. Noi, dal basso, ci stiamo provando. Sulle alte vette se ne sono accorti?

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Categories: Politica