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Volkswagen dà la carica alle Borse europee

Ruggisce di nuovo il motore Volkswagen e le Borse del Vecchio Continente tornano a muoversi. La società di Wolfsburg ha annunciato che il primo semestre 2016 si è chiuso con un risultato operativo di 7,5 miliardi di euro, sensibilmente più alto delle previsioni degli analisti, nonostante l’impatto sui conti dello scandalo Diseselgate.

L’azienda, che fornirà i risultati completi del primo semestre il prossimo 28 luglio, avanza a Francoforte del 6,5%, a 124,5 euro. A livello di gruppo, precisa una nota, il 2016 si chiuderà con un calo del 5% delle vendite a causa delle difficoltà sul mercato russo ed in Sud America.

Il boom di Volkswagen ha trascinato al rialzo anche anche Fiat Chrysler (+3%). L’indice FtseMib di Piazza Affari, che prima dei conti della casa tedesca oscillava attorno alla parità, ora guadagna lo 0,6%. Le altre Borse europee registrano rialzi intorno al punto percentuale: Parigi +1,2%, Francoforte +1,3%. Londra arretra dello 0,2%.

Sul fronte macro il dollaro si spinge sui massimi da fine giugno: cross euro dollaro 1,100 da 1,102 di ieri sera (+0,1%). La forza del biglietto verde frena lo slancio dell’oro, in calo dello 0,3% a 1.327 dollari l’oncia. 

Il petrolio Brent è poco mosso a 46,60 dollari in attesa dei dati sulle scorte settimanali Usa, previste in calo di 2,3 milioni di barili. Il rendimento del Bund decennale è fissato a -0,04%.

Anche le banche provano a reagire: l’indice globale rimbalza dell’1,5%. L’analista Carlo Tomaselli (ex Soc Gen) ha esordito in Crédit Suisse con un importante report su quattro banche italiane (Intesa, Mps, Ubi e Unicredit).

Tra i quattro big analizzati solo Intesa e Ubi (outperform, tp 3,50 euro) sono in grado di contare su capitale in eccesso anche nello scenario peggiore, mentre Unicredit (raccomandazione neutral, target price 2,28) ha una carenza tra i 4 e i 9 miliardi e Mps tra 600 milioni e 3,5 miliardi. Per abbattere drasticamente gli Npl Atlante dovrebbe dotarsi almeno di 30 miliardi.

Intanto Unicredit gira in rialzo del 2%, a 2,256 euro, sospinta dalla buona intonazione del settore in Europa. La controllata Yapi Kredi ha cancellato una emissione obbligazionaria a sette anni da 550 milioni di dollari dopo che il fallito colpo di Stato ha innervosito il mercato. 

Ubi è poco mossa, a 2,79 euro. Un portavoce dell’istituto ha detto a Reuters che Ubi non ha mai preso in considerazione l’acquisto delle filiali di Antonveneta da Montepaschi, smentendo le indiscrezioni riportate stamattina dal Corriere della Sera. MontePaschi è in ribasso dell’1,9%, a 0,3175 euro. Intesa Sanpaolo si rafforza in guadagno dell’1,8% a 1,9580 euro.

Tra i settori europei si mettono in evidenza i Tech, l’indice Eurostoxx del comparto guadagna il 2,2% e si spinge sui massimi da inizio anno grazie al contributo decisivo di Sap (+4,7%), i cui risultati hanno battuto le attese così come quelli dell’olandese Asml (+3,5%). 

A Piazza Affari StM avanza dell’1,7%. La peggior blue chip è Tenaris (-3,6%): Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione a Neutral da Buy. Al contrario Saipem guadagna il 2,6% ed è la miglior blue chip. Enel +0,5%, Eni -0,5%.

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