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Vaccino da gennaio, ma prima rischio lockdown generale

Photo by Dimitri Houtteman on Unsplash

L’alternanza tra belle notizie e notizie brutte scandisce la lotta al Covid, che lascia finalmente intravedere una luce in fondo al tunnel, ma, al tempo stesso, è costretta ad affrontare un’emergenza sempre più drammatica.

Le notizie positive riguardano i vaccini. Quello annunciato lunedì da Pfizer potrebbe arrivare in Italia già nella seconda metà di gennaio. L’accordo – raggiunto il 29 ottobre fra la casa farmaceutica tedesca e il ministero della Salute italiano – è stato svelato oggi dal quotidiano La Repubblica, secondo cui sarebbe già stata pianificata la distribuzione di 1,7 milioni di dosi. A riceverle, com’è ovvio, sarebbero prima le persone più a rischio: personale sanitario e anziani residenti nelle Rsa.

Tuttavia, nulla è ancora certo. L’Agenzia europea (Ema) deve vagliare l’ultima fase della sperimentazione per poi approvare il farmaco e si spera possa farlo tra la fine di dicembre e la prima metà di gennaio. Se andrà così, all’incirca dal 20 gennaio si potranno vaccinare i primi italiani.

In ogni caso, il contratto per la fornitura del vaccino non riguarda solo il nostro Paese, ma l’Europa intera, e dovrebbe essere sottoscritto dai ministri della Salute entro questa settimana. Al nostro Paese spetterà quasi certamente il 13,5% del totale della prima tranche, ovvero 3,4 milioni di dosi, che però basteranno solo per 1,7 milioni di persone, dal momento che ogni vaccino prevede due somministrazioni.

Altre speranze sono collegate al vaccino di AstraZeneca: se anche questo fosse pronto entro gennaio, l’Italia potrebbe vaccinare subito un altro milione e mezzo di cittadini.

Infine, l’Autorità del farmaco Usa ha approvato l’uso del trattamento anti-Covid a base di anticorpi della Eli Lilly (bamlanivimab), che non è un vaccino, ma punta curare infezioni di limitata entità in adulti e bambini. Il trattamento dovrà essere somministrato nelle strutture ospedaliere o in altre strutture sanitarie. Si tratta del primo trattamento a base di anticorpi monoclonali che riceve l’autorizzazione.

Intanto, però, bisogna fare i conti con una situazione sanitaria sempre più fuori controllo. In Italia i numeri sono tornati a essere talmente gravi che nel governo si fa largo l’ipotesi di un lockdown generalizzato entro la prossima settimana, che uniformi le prescrizioni a livello nazionale, mettendo tutti in zona rossa perlomeno fino a metà dicembre. Non è escluso che la nuova stretta coinvolga anche la scuola di ogni ordine e grado, anche se su questo punto lo scontro all’interno del governo è particolarmente acceso.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, vorrebbe evitare soluzioni così estreme e spera ancora di riuscire a invertire la curva dei contagi entro 7-10 giorni, cioè prima di superare il punto di non ritorno per le strutture ospedaliere. Tuttavia, se nei prossimi giorni la tendenza al peggioramento sarà confermata, la possibilità di un lockdown totale e generalizzato si farà sempre più concreta.

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