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Union Pacific acquisisce Norfolk Southern: fusione storica da 85 miliardi nelle ferrovie Usa

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Union Pacific ha annunciato l’acquisizione di Norfolk Southern in una maxi operazione da 85 miliardi di dollari, destinata a rivoluzionare il trasporto merci negli Stati Uniti. Se approvata, la transazione darà vita al primo operatore ferroviario transcontinentale statunitense, con una rete che si estenderà per oltre 80.000 chilometri attraverso 43 Stati e connettendo quasi 100 porti. È una delle più grandi fusioni nella storia del settore ferroviario e, per valore, una delle maggiori operazioni di M&A mai realizzate negli Stati Uniti.

La nuova società avrà un valore combinato di oltre 250 miliardi di dollari, superando la recente fusione tra Canadian Pacific e Kansas City Southern da 31 miliardi, chiusa nel 2023.

Union Pacific compra Norfolk Southern: cash, azioni e premio del 25%

L’accordo prevede una combinazione di contanti e azioni. Per ogni azione Norfolk Southern, gli azionisti riceveranno un’azione Union Pacific e 88,82 dollari in contanti, per un valore complessivo di 320 dollari per azione. Il premio rappresenta un incremento del 25% rispetto al prezzo medio ponderato a 30 giorni del titolo Norfolk Southern al 16 luglio 2025.

Union Pacific, che da sola ha una valutazione di circa 136 miliardi di dollari, punta così a integrare la rete di 19.500 miglia della rivale, attiva principalmente in 22 stati orientali. L’azienda combinata conterà su un fatturato pro-forma di 36 miliardi di dollari, Ebitda di 18 miliardi, un rapporto operativo del 62% e un free cash flow di 7 miliardi. Le sinergie stimate superano i 2,75 miliardi di dollari all’anno.

I vantaggi di questa fusione: velocità, efficienza e unicità

“Le ferrovie sono state parte integrante della costruzione dell’America sin dalla Rivoluzione Industriale e questa transazione rappresenta il prossimo passo per il progresso del settore – ha affermato Jim Vena, ceo di Union Pacific che ha descritto l’operazione come un passo storico, “immaginate di trasportare senza problemi acciaio da Pittsburgh, Pennsylvania, a Colton, California, e concentrato di pomodoro da Heron, California, a Fremont, Ohio. Legname dal Pacifico nord-occidentale, plastica dalla costa del Golfo, rame dall’Arizona e dallo Utah e carbonato di sodio dal Wyoming. In questo momento, decine di migliaia di ferrovieri trasportano quasi tutto ciò che utilizziamo. Qualsiasi cosa, a un certo punto, la ferrovia l’ha trasportata”.

“Questa fusione elimina i passaggi intermedi, rendendo più rapide ed efficienti le consegne di merci in ogni angolo del Paese“. Il vantaggio chiave sarà proprio questo: niente più cambi di operatore nel Midwest, con un flusso merci continuo da costa a costa, un vantaggio logistico e commerciale che nessun altro operatore ferroviario statunitense può attualmente offrire.

Da superare Antitrust, sindacati e regolatori

Il cammino verso l’approvazione non sarà semplice. L’operazione è soggetta al via libera della Surface Transportation Board (STB), l’agenzia federale che regola il settore ferroviario. L’esperienza passata insegna prudenza. La fusione Union Pacific–Southern Pacific del 1996 portò a gravi congestioni e ritardi nel sud-ovest degli USA, e più tardi la spartizione di Conrail tra Norfolk Southern e CSX aggravò ulteriormente i problemi di traffico.

I sindacati hanno già espresso forte contrarietà. “Questa fusione non è positiva per i lavoratori, né per i clienti o il pubblico” ha dichiarato Jeremy Ferguson, presidente della divisione trasporti di SMART-TD. La preoccupazione riguarda in particolare l’occupazione e l’aumento delle tariffe.

Nonostante ciò, l’attuale amministrazione Trump ha adottato un atteggiamento più flessibile verso le fusioni, con un approccio accelerato alle revisioni regolatorie. La nomina di Patrick Fuchs alla guida della STB ha contribuito a rendere possibile un esame preliminare più rapido. La revisione completa potrebbe richiedere dai 19 ai 22 mesi, con un esito non scontato.

Ferrovie Usa, in arrivo un’ondata di consolidamento?

L’accordo tra Union Pacific e Norfolk Southern potrebbe non restare isolato. I rivali Bnsf (controllata da Berkshire Hathaway) e CSX stanno valutando possibili contromosse. Fonti vicine ai regolatori riferiscono che la STB si aspetta almeno due proposte di mega-fusione nei prossimi mesi. Se entrambe venissero approvate, le ferrovie di Classe I, attualmente sei in Nord America, si ridurrebbero a quattro, consolidando ulteriormente il mercato e aumentando il potere contrattuale delle grandi compagnie.

Warren Buffett, che ha già acquistato il controllo completo di Bnsf nel 2009 per 26 miliardi, disporrebbe di oltre 340 miliardi di dollari in liquidità attraverso Berkshire Hathaway. Sebbene abbia smentito un ruolo attivo in un imminente deal ferroviario, non si escludono sorprese prima del suo atteso passaggio di testimone al successore Greg Abel.

Con un valore di 85 miliardi di dollari, quella tra Union Pacific e Norfolk Southern è la più grande fusione ferroviaria mai realizzata e una delle operazioni industriali più imponenti degli ultimi decenni negli Stati Uniti. Resta, però, lontana dal record assoluto: la più grande operazione di M&A di sempre risale al 1999, quando il colosso britannico Vodafone Airtouch plc lanciò un’Opa ostile per acquisire la tedesca Mannesmann, allora proprietaria tra l’altro del secondo operatore mobile italiano, Omnitel. Il valore complessivo dell’operazione, inclusi i debiti, toccò quota 183 miliardi di dollari, una cifra che ancora oggi rimane ineguagliata.

Resta da vedere se i regolatori americani e il contesto politico attuale permetteranno il completamento del deal ferroviario, ma è chiaro che la prossima grande partita nel trasporto merci statunitense si gioca sulle rotaie.

Union Pacific e Norfolk Southern prevedono di presentare ufficialmente la domanda alla Surface Transportation Board entro sei mesi, con l’obiettivo di ottenere il via libera entro l’inizio del 2027. Se andrà in porto, l’America, per la prima volta dalla Rivoluzione Industriale, potrà contare su una sola ferrovia, ininterrotta, da oceano a oceano.

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