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Unicredit-Banco Bpm: l’Antitrust Ue dà il via libera, Gae Aulenti cederà 209 filiali. Rinviata decisione sul golden power

Imagoeconomica

Gli impegni assunti da Unicredit hanno risolto pienamente le preoccupazioni di concorrenza dell’Unione Europea. La DgComp ha dunque approvato l’acquisizione di Banco Bpm subordinando il via libera alla cessione di 209 filiali per evitare concentrazioni eccessive nel mercato italiano. In parallelo, Bruxelles ha respinto la richiesta dell’autorità di concorrenza nazionale di trattare direttamente il caso. Resta invece sul tavolo il tema più scottante: quello relativo alla legittimità del ricorso al “golden power” da parte del governo su cui l’antitrust europeo si esprimerà in un secondo momento.

Unicredit-Banco Bpm: Piazza Gae Aulenti si impegna a cedere 209 filiali

Attraverso un provvedimento pubblicato nel pomeriggio di giovedì 19 giugno la Commissione europea ha annunciato di aver “approvato la proposta di acquisizione di Banco Bpm”. “L’approvazione della fusione da parte della commissione – spiega la DgComp – è subordinata al pieno rispetto degli impegni proposti da Unicredit per rispondere alle preoccupazioni di Bruxelles in merito al livello di concorrenza nel settore bancario italiano”.

In  particolare, nella nota comunitaria viene spiegato che “a seguito del feedback positivo ricevuto durante il test di mercato, la Commissione ha concluso che l’operazione, così come modificata dagli impegni, non solleverebbe più preoccupazioni nei mercati dei depositi e prestiti per consumatori retail e Pmi”. Questo perché Unicredit si è impegnata a vendere 209 filiali fisiche situate in aree locali problematiche in tutta Italia e, a seguito di questa cessione, “le quote di mercato combinate dell’entità risultante dalla fusione nelle aree locali interessate saranno moderate”. 

Dall’indagine della Commissione erano infatti emerse sovrapposizioni tra le attività e le filiali di Unicredit e Banco Bpm in 181 aree, una realtà che aveva sollevato preoccupazioni su un eccessivo potere di mercato e una possibile riduzione della concorrenza. Gli impegni presi da Unicredit, spiega la Ue, “risolvono pienamente le preoccupazioni in materia di concorrenza individuate dalla Commissione, eliminando la sovrapposizione orizzontale tra le attività delle società in tali aree e garantendo il mantenimento della concorrenza”. 

Nessuna preoccupazione a livello regionale e nazionale

A livello regionale, invece, non ci sono preoccupazioni sui servizi per i grandi clienti corporate dato che diversi concorrenti ben stabiliti rimarrebbero attivi nel mercato. Come non ci sono preoccupazioni su possibili rischi di coordinamento nel mercato nazionale a causa della natura frammentata e competitiva del mercato; della scarsa trasparenza nei prezzi al consumo; del limitato monitoraggio da parte dei concorrenti del rispettivo comportamento di mercato sia a livello regionale che provinciale.

Unicredit-Banco Bpm: respinta la richiesta di trattare il caso in Italia

L’autorità antitrust italiana aveva chiesto l’avocazione del procedimento sulla concorrenza, in quanto riguarda due banche italiane. La DgComp ha deciso di respingere la richiesta, tenendo la pratica in mano. Secondo la Commissione, infatti, “non sussistono motivi validi che giustifichino il rinvio dell’operazione all’Italia”. Nella nota viene indicato che Bruxelles “ha un interesse particolare a garantire il mantenimento della concorrenza in settori quali quello bancario e assicurativo, che rivestono un’importanza cruciale per lo sviluppo economico dell’Unione dei mercati dei capitali e dell’Unione del risparmio e degli investimenti”. Inoltre, la Commissione “è nella posizione ideale per occuparsi della transazione avendo sviluppato una significativa competenza nell’analisi dei mercati bancari”. 

La DgComp rimanda la decisione sul golden power

L’Antitrust europea si è dunque espressa sugli aspetti tecnici della fusione, ma ha rimandato a data da destinarsi qualsiasi decisione sul golden power imposto dal governo italiano. Un rinvio che potrebbe rendere ancora più complicata la realizzazione dell’offerta lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Martedì, il ceo Andrea Orcel aveva spiegato che Piazza Gae Aulenti non potrà procedere con l’ops su Banco Bpm senza chiarezza sui poteri speciali e al momento non ci sono “movimenti in quella direzione”.  

Nella mattinata di giovedì, intervenendo all’evento Young Factor, il manager ha aggiunto che “in questo momento l’Europa non è pronta a fare neanche operazioni nazionali: non è questione di operazioni transfrontaliere, in questo momento i governi hanno un punto di vista che molte volte diverge da quelli che fanno M&A” Il riferimento sembra essere proprio all’operazione Unicredit-Banco Bpm.

Unicredit: “Presenza in Russia ridotta e rispettosa delle leggi”

Tra le prescrizioni imposte da Palazzo Chigi e su cui si dovrà esprimere anche la Commissione Ue c’è l’uscita di Unicredit dalla Russia entro gennaio 2026. Oggi la banca è tornata sulla questione, ribadendo che “contrariamente ad alcune informazioni pubbliche circolate, la presenza di Unicredit in Russia non è in conflitto con alcuna posizione internazionale”. Attraverso una nota, Piazza Gae Aulenti aggiunge che l’istituto “rispetta pienamente tutte le leggi applicabili e il quadro sanzionatorio (di cui l’Italia è firmataria) e opera secondo standard più stringenti o in linea con tutti i requisiti dell’Autorità di vigilanza dell’Ue, che sono ancora più rigorosi rispetto alla legislazione e al regime delle sanzioni”.

“Unicredit – come altre società internazionali, italiane ed europee, comprese grandi banche – ha ancora attività in Russia, che sono state drasticamente ridotte dall’inizio del conflitto, a un ritmo più veloce di qualsiasi altra società concorrente”. Il che – prosegue la banca – “ha portato a un’attività completamente isolata, segregata dal resto del gruppo, con meno di un miliardo di euro di prestiti e depositi verso società russe e con una potenziale perdita completamente coperta da una piccola frazione del nostro capitale in eccesso”.

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