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Twitter: Musk raccoglie 7 miliardi da principi sauditi e re della Silicon Valley. Ma il modello resta vago

FIRSTonline

Non passa giorno senza che Elon Musk non riveli qualche particolare sulla sua scalata a Twitter, badando bene a mantenere alta la curiosità di politici, concorrenti ed azionisti di Tesla, preoccupati per gli effetti dell’avventura sul titolo dell’auto elettrica, ieri iin calo dell’8 per cento abbondante. Ma, a rassicurare i mercati, è arrivata la notizia che Musk non procederà da solo alla conquista dell’uccellino più caro del mondo. Anzi, impresa di non poco conto in un momento di rialzo del costo del denaro e di declino dei mercati azionari, l’imprenditore ha messo assieme 7,14 miliardi dollari, così abbassando al di sotto dei 20 miliardi  il suo impegno diretto per l’acquisto di Twitter. 

Twitter, Musk raccoglie alleati. Ecco chi sono

La squadra degli alleati di Musk ha le sembianze di una tribù ben assortita: spiccala figura di Al Waleed, il principe saudita noto per il debole per i media, ma anche per la partecipazione in Citi. Il suo rapporto con l’uomo forte di Riyad, il principe MBS, non è dei più idilliaci, visto che l’uomo forte del reame lo rinchiuse in albergo per settimane prima di rilasciarlo dietro una forte multa (o riscatto) miliardaria. Ma, se vale la regola che un  nemico comune aiuta l’amicizia, è facile che la cordiale ostilità verso Jeff Bezos favorisca un’intesa tra Musk ed i vertici dell’Arabia Saudita.

A fianco di Al Waleed figura Larry Ellison, il patron di Oracle, storico nemico di Bill Gates fin dai tempi delle vertenze con l’Antitrust che ha investito un miliardo tondo. Anche in questo caso la comune inimicizia con il fondatore di Microsoft potrebbe aver favorito l’accordo: Gates e Musk sembravano ad un passo da un accordo sulla filantropia ma, all’ultimo momento, Musk si è accorto che Gates è uno dei grandi venditori allo scoperto di Tesla e ha rotto i rapporti.

Immediata la replica di Gates: “Non c’è niente di personale – ha detto – ma penso che l’ingresso di Musk possa peggiorare le cose.  Cosa pensa Elon, di cui posso parlare solo bene, di fronte alla prospettiva che qualcuno dica che i vaccini uccidono le persone o che Bill Gates traccia le persone? Non è del tutto chiaro cosa farà per proteggere le persone”. 

Musk guarda alla Destra. Vuole recuperare Trump?

Ma la cordata di Musk conta altri 17 investitori pronti a dividere l’avventura: il cinese Changpeng Zhao, promotore del sito di criptovalute Binance, ci ha investito mezzo miliardo, la coppia Andressen-Horowitz di Sequoia, l’anima di Silicon Valley, 800 milioni. E poi  ci sono Fidelity e Brookfield, alla ricerca di occasioni di profitto in un momento di secca per i buoni affari. Non c’è Peter Thiel, il guru della destra in Silicon Valley, il primo socio d’affari di Musk ai tempi di PayPal.  Ma Thiel, ormai, si occupa solo di politica, con l’obiettivo di individuare i candidati giusti per la scalata a Washington. Tra questi Jack Vance, vincitore in Ohio, già critico di Trump poi ammesso alla corte dell’ex presidente su richiesta di Thiel. Non è, si chiedono i media Usa, che dietro la scalata a Twitter ci sia sempre la mano di Thiel, già scopritore di Mark Zuckenberg, per riaprire le porte di Twitter a Trump per il prossimo autunno, in vista della rivincita elettorale dell’ex presidente alle elezioni di mid term?

Possibile. Ma di sicuro Musk ed i suoi soci non concepiscono l’idea di un business che non procuri loro buoni profitti. E qui il gioco si complica. Per trasformare Twitter, che perde soldi, in una macchina profittevole, Musk propone di istituire una sorta di abbonamento per gli utilizzatori professionali e per chi usa i cinguettii a scopo pubblicitario o commerciale. I tweet, che  potranno essere più lunghi, saranno liberi o, quantomeno, si baderà più a riflettere la libertà di espressione piuttosto che al filtro dei moderatori, necessari per evitare il Far West.  Ma per saperne di più basterà attendere le prossime puntate.

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