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Tsipras: “Austerità ha fallito, ora accordo per uscire dal tunnel”

Tsipras accolto da applausi, strette di mano ma anche da fischi Parlamento. Il premier greco ha parlato stamattina per la prima volta nell’assemblea di Strasburgo e ha annunciato che invierà oggi stesso la proposta di un nuovo prestito ponte all’Esm (European stability mechanism conosciuto anche come fondo Salva-Stati). Il suo discorso ha lasciato impassibile il volto del presidente della Commissione Jean Claude Juncker e il presidente del Parlamento Martin Schultz ma ha aperto un dibattito molto ampio nell’europarlamento nel corso del quale sono emerse anche le preoccupazioni dei paesi del Nord (Slovacchia) e dell’Est.

L’INTERVENTO DI TSIPRAS

 “La scelta coraggiosa del popolo greco – ha esordito Tsipras riferendosi alla vittoria del No al referendum – non è una scelta di rottura con l’Europa ma è la scelta di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue per arrivare ad una soluzione giusta sul piano sociale e sostenibile economicamente, senza ripercorrere gli errori del passato e senza un’austerità che non consente vie d’uscita”. Tsipras ha sostenuto che la Grecia sia stata chiamata ad uno sforzo senza precedenti e ha addebitato ai governi che lo hanno preceduto, negli ultimi 5 anni prima di quest’ultimo semestre in cui è lui a guidare l’esecutivo, la responsabilità della grave e difficile situazione attuale.

 “E’ vero – ha detto – che programmi di austerità sono stati realizzati anche altrove in Europa e non solo in Grecia , ma mai sono stati portati avanti con tanta durezza“. La Grecia, in sostanza, ha fatto da cavia, “è stata un laboratorio sperimentale di un’austerità che non ha avuto successo: la disoccupazione è alle stelle, la povertà e l’emerginazione sociale sono aumentate, il debito pubblico è cresciuto da una quota del 100% all’attuale 120% del Pil. Il referendum dimostra il desiderio del popolo greco di uscire da questa morsa”. E ancora: “I fondi stanziati dall’Europa finora sono andati alle banche Usa e europee ma non sono mai arrivati al popolo greco”.

Dall’analisi alle proposte, Tsipras è rimasto sui concetti generali, senza entrare in misure dettagliate. Ha però confermato che il governo intende agire tempestivamente nell’arco dei prossimi 2-3 giorni per arrivare ad un “accordo che ci porti fuori dalla crisi con riforme affidabili ed una giusta distribuzione dei pesi che finora sono stati caricati soprattutto sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”. “Il 10% dei greci – ha ricordato – detiene il 56% della ricchezza nazionale ed è rimasto fuori dal mirino delle politiche europee. I programmi di salvataggio portati avanti finora hanno ampliato questo divario”.

Tsipras ha dunque indicato la linea che intende seguire: “Il primo obiettivo deve essere la lotta alla discoccupazione. Inoltre occorre affrontare il nodo della sostenibilità del debito e guardare alla realtà senza tabù. La nostra crisi è lo specchio della debolezza europea”. Infine la conclusione con il richiamo all’Europa culla della democrazia: “La negoziazione in corso – ha concluso – punta a confermare duplice rispetto dell’Europa e della scelta democratica nostri popoli. Rivendichiamo accordo che ci porti definitivamente fuori dal tunnel. La storia europea è una storia di contrasti e compromessi, di successive unioni. Dobbiamo trovare un compromesso anche in questa circostanza per evitare una frattura storica che ribalterebbe l’unità finora acquisita”.

REPLICHE E CRITICHE

Le parole di Tsipras hanno aperto aperto una spaccatura nell’europarlamento. Critiche aspre da parte dei Paesi del Nord ed Est Europa. Manfred Weber, del Partito Popolare Europeo, parte all’attacco: «Lei rappresenta un governo – ha gridato a Tsipras – che ha detto molte cose nelle ultime settimane, per esempio che i creditori sono stati chiamati terroristi. Il primo ministro greco dovrebbe scusarsi per queste dichiarazioni inaccettabili, ma lei non lo ha fatto. Anche ieri – ha aggiunto – lei non ha presentato proposte, lei distrugge la fiducia. Lei è stato democraticamente eletto, noi rispettiamo questo. Ma lei ama la provocazione noi il compromesso, noi vogliamo il successo lei vuole il fallimento. Spero che presenti presto le proposte di riforma». Positivi invece i nazionalisti, dall’inglese Farage a Marine Le Pen e Matteo Salvini. Martine Le Pen lo ha invitato a “essere coraggioso e trarre le conseguenze: esca dall’euro”. Così anche Matteo Salvini ha detto di aver “apprezzato Tsipras per il desiderio di uscire da questa gabbia ma poi non arriva fino in fondo: esca dall’euro” Il presidente del consiglio europeo Donald Tusk ha chiesto “un accordo comune senza perdenti o vincitori. Se questo non accade, sarà la fine del negoziato con tutte le ipotesi peggiori, in cui tutti perderanno. Con il fallimento della Grecia e la crisi del sistema bancario si aprirà un periodo molto duro per i cittadini greci. Chi non lo ammette è un ingenuo. Abbiamo 4 giorni per un accordo, questa è l’ultima scadenza. Tutti abbiamno la responsabilità di risolvere la crisi”.

TENSIONE CON JUNCKER

 La replica del presidente della Commissione Ue Jaen-Claude Juncker è risentita: «Senza l’interruzione dei negoziati avremmo raggiunto un’intesa: la Commissione Barroso non ha mai svolto confronti diretti come abbiamo fatto noi. Prima erano i tecnocrati a trattare, oggi i Commissari, compreso il Presidente», dice a Tsipras. Per la Grecia «la Commissione aveva proposto un programma pluriennale di prestiti per 35 miliardi di euro. È bene che si sappiano tutte le cose che sono state dette dietro quelle porte chiuse», così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker all’Europarlamento.

LA CONTRO-REPLICA SU PENSIONI E DEBITO

 “Io chiedo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi: ricordo che il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953 quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra”ha risposto Alexis Tsipras rivolto alle critiche di Manfred Weber. E poi ancora ha aperto sul tema critico delle pensioni: “Ci sono distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le pensioni baby in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso“. Infiene: “Se avessi voluto trascinare la Grecia fuori dall’euro non avrei fatto le dichiarazioni dopo il referendum, io non ho un piano segreto per l’uscita dall’euro”.   

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