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Trump vorrebbe Draghi. L’Oil s’infiamma, caccia ai bond

Imagoeconomica

Alla vigilia del G20, Donald Trump esibisce le sue straordinarie doti di anchorman televisivo. Gli abbonati alla Cable Fox television, la sua rete preferita, hanno potuto assistere allo spettacolo della diplomazia muscolare del presidente. “Se il Giappone fosse attaccato – ha detto – noi saremmo pronti a combattere la Terza Guerra Mondiale. Ma in caso di aggressione all’America, i giapponesi si limiterebbero a guardare lo spettacolo sui loro Sony ad alta definizione”. Di qui la richiesta a Tokyo (ed alla Corea del Sud) di pagare le spese per le truppe Usa in loco più un ulteriore 50%.

Ce n’è, ovviamente, anche per l’Unione Europea, che “ci odia”, come emergerebbe dalle indagini antitrust sulle società Usa, ultimo caso Broadcom.

La Cina? “Se non fa l’accordo che vogliamo, aumento i dazi del 10%. Ma non mi dispiace la situazione attuale, senza accordi”. Secondo il Fondo Monetario, l’imposizione di una tariffa del 25% sui 300 miliardi di dollari di beni cinesi avrebbe un impatto negativo dello 0,5% sulla produzione economica globale, equivalente a cancellare l’economia del Sudafrica. Ma mentre il presidente fa la faccia feroce, il segretario al Tesoro Stephen Mnuchin assume le sembianze della colomba. “L’accordo con la Cina – dice – è fatto al 90%”.

I mercati sposano stamane la versione più ottimista, confortati da un articolo del “South China Morning Post” che parla di un’intesa sui dazi già raggiunta dietro le quinte.

Salgono le Borse cinesi (+1,4%), sostenute dal rimbalzo dei profitti aziendali a maggio, dopo il tonfo di aprile. Avanza anche Hong Kong +0,8% mentre, in vista del G20, riparte la protesta popolare. Avanza anche il Kospi coreano +0,7% e gli altri listini della regione.

Bene Tokyo (+1,2%) sull’onda dell’aumento dei consumi a maggio. Sa segnalare, quasi una risposta in diretta a Trump, il balzo di Japan Display + 32% dopo che Apple ha annunciato l’aumento degli acquisti dal fornitore dei monitor della Apple tv.

DEBOLE WALL STREET, MA CORRONO I CHIPS

Le bordate di Trump un po’ contro tutti hanno disorientato Wall Street, compresi gli ultimi, furibondi attacchi al numero uno della Fed, Jerome Powell, che, che a detta di Trump “sta facendo un pessimo lavoro. Magari avessi Mario Draghi”.

Il Dow Jones ha chiuso a -0,04%, S&P 500 -0,12%, Nasdaq -0,32%.

Corrono però i chip (+2,2%) sull’onda degli ottimi risultati di Micron (+13,3%), nonostante il divieto a vendere i propri prodotti a Huawei. Avanza anche Apple (+2,2%) dopo che il produttore di iPhone ha confermato l’acquisto di Drive Ai, specializzata nell’intelligenza artificiale. 

Le previsioni danno per scontato un taglio dello 0,25% del costo del denaro a luglio, ma è precipitata l’attesa di un calo di 50 punti, già data per probabile prima dell’intervento di Jay Powell. La prospettiva di una frenata nel calo dei tassi ha favorito il recupero del dollaro, che stamane tratta a 1,13615 sull’euro, sotto ai massimi di 1,1412 di martedì.

CROLLANO LE SCORTE OIL, A MILANO VOLA TENARIS

In forte rialzo il petrolio: stamane il Brent tratta a 66,29 dollari al barile. Le scorte settimanali di greggio USA sono crollate di 12,788 milioni di barili, il calo settimanale più forte dal settembre 2016. Il WTI è in rialzo del 3,2% a 59,70 dollari, spinto i anche dalla notizia dell’interruzione delle forniture da parte di una delle maggiori raffinerie sulla costa est degli Stati Uniti in seguito a un incendio.

Energetici alla ribalta ieri anche a Milano. Tenaris (+3,4%) è stata la miglior blue chip. Eni +0,8%, Saipem +2,2%. 

Frena, seppur di poco, l’oro: 1.407,22 l’oncia.

AREA EURO: BATTUTA D’ARRESTO PER LE UTILITIES

Prevista un’apertura in lieve rialzo stamane per i listini europei dopo una seduta piatta per le Borse europee ormai proiettati sul G20 di Osaka. Ma dietro le modeste oscillazioni degli indici si cela una realtà diversificata. Il messaggio in arrivo dalla Fed ha restituito smalto alle banche (+1,2%), già depresse dalla prospettiva di tassi calanti. Battuta d’arresto invece per le utilities (-0,9%), il comparto più indebitato. Ma a sostenere i listini è stata soprattutto l’energia (+2,8%).

Nonostante la ripresa delle banche e il calo dello spread, a Piazza Affari (-0,34%) tocca la maglia nera di giornata. L’indice è sceso a 21.057 punti.

L’Italia si impegnerà con l’Europa a mantenere l’indebitamento netto del 2019 vicino al 2% del Pil ma è improbabile che formalizzi un nuovo obiettivo programmatico per il 2020. È con queste premesse che il premier Giuseppe Conte si recherà ad Osaka, dove incontrerà Jean Claude Juncker prima della riunione in cui, martedì prossimo, la Commissione dovrà decidere se avviare la procedura di infrazione contro l’Italia.

Fiacchi gli altri mercati del Vecchio Continente: Francoforte +0,1%, Parigi -0,25%, Madrid -0,01%, Londra -0,06%.

SPREAD A 245, OGGI ASTA DEI BTP

In vista dell’asta di oggi sui Btp a cinque e 10 anni, il secondario ha mantenuto i progressi della giornata senza particolari movimenti.

Lo spread sul Bund decennale scende in area 245 punti base, in un buon calo dall’avvio a 250.

Si è chiuso con successo il collocamento di 6 miliardi di euro di Bot semestrali con tassi al minimo da aprile, a -0,063%.

Il rendimento del Bund decennale tedesco a -0,3%, resta vicino al nuovo minimo storico.

L’AUSTRIA COLLOCA BOND A 100 ANNI A 1,171%

La caduta dei rendimenti intanto continua. Entra di diritto nel Guinness dei primati l’offerta di Vienna: l’Austria ha lanciato un nuovo bond a 5 anni da 3 miliardi a un rendimento negativo di 0,435% e ha riaperto per un miliardo l’offerta del “bond a cento anni”, cioè il titolo settembre 2117 con cedola 2,1% assegnato al rendimento di 1,171%.

PIOGGIA DI EMISSIONI CORPORATE: UNICREDIT, CNH, HERA

La caccia al rendimento degli investitori obbligazionari offre alle società l’occasione di accedere a fondi a condizioni appetibili. Ne stanno approfittando emittenti corporate e finanziari. Nella sola giornata di ieri sono state annunciate emissioni da Unicredit (bond senior non preferred da 750 milioni di euro), Cnh Industrial (decennale senior non garantito da 500 milioni) ed Hera (un green bond per l’importo di 500 milioni).

ATLANTIA NEL MIRINO DEI CINQUE STELLE

Fra le peggiori nel listino italiano Atlantia, che ha perduto il 4,2%. Nel corso di un vertice di governo nella notte di martedì, il Movimento 5 Stelle avrebbe chiesto nuovamente la revoca della concessione di Autostrade per l’Italia, provvedimento stoppato subito dalla Lega.

GENERALI FA SHOPPING, PROMOZIONE PER BUZZI E FERRAGAMO

In calo anche Campari (-3%), sui minimi da dieci settimane. 

Le banche recuperano dopo i recenti ribassi: Unicredit +2,6%, Ubi +2,2%.

Ancora spunti sul risparmio gestito: Banca Generali +1,5%.

Generali e la spagnola Catalana Occidente stanno trattando l’acquisizione della compagnia portoghese Tranquilidade: controvalore dell’operazione intorno a 682 milioni di dollari.

Buzzi Unicem sale dopo la promozione a ‘overweight’ di Morgan Stanley.

Stm (+1,85%) sale sui risultati di Micron Technologies, in calo ma superiori alle attese.

Ferragamo +0,7%. Jefferies ha alzato la raccomandazione a Hold da Underperform. Target da 18 a 21 euro.

VA IN ORBITA AL DEBUTTO OFFICINA STELLARE

Officina Stellare, azienda specializzata in progettazione e produzione optomeccanica di strumentazione scientifica (telescopi), balza del 54% al debutto in borsa. Borsa Italiana comunica che da oggi e fino a successiva comunicazione non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo.

Categories: Finanza e Mercati