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Trump spinge la spesa e Wall Street rialza la testa

FIRSTonline

Donald Trump, a sorpresa, si sta rivelando il più tenace ed irriducibile dei keynesiani. Dopo gli stimoli della riforma fiscale e l’espansione del budget federale, ieri è stata la volta della presentazione del piano di rilancio della spesa militare e delle infrastrutture: 200 miliardi di dollari annui per i prossimi dieci anni con l’obiettivo di attivare 1.500 miliardi di investimenti privati. Una pioggia di quattrini che avrà per primo effetto la crescita del debito di 984 miliardi di dollari, in profonda antitesi con le ricette anti-stataliste della destra Usa.

I tagli all’assistenza ed alla spesa sanitaria messi in cantiere dal presidente non compenseranno infatti l’aumento della spesa e la riduzione delle entrate fiscali. L’obiettivo è di mettere buona benzina nel motore dell’economia, senza temere gli effetti collaterali, specie su inflazione e costo del denaro. L’effetto immediato, infatti, sarà una forte iniezione di nuova carta. In questa cornice, continua la corsa a strappi dei listini, in ripresa dai minimi ma esposti a nuove ricadute.

DOW JONES +1,7%, SALE LA CINA

Meteo Borsa, comunque, torna a segnalare bel tempo. Le Borse della Cina sono in rialzo, anche se su volumi in calo: giovedì comincia la lunga pausa del Capodanno lunare. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna il 2,2%. Hong Kong +2%.

Assai più timidi il rialzo del mercato azionario del Giappone, frenato dal rafforzamento dello yen su dollaro: indice Nikkei +0,2%, dal +1,3% di avvio seduta.

Ha rialzato la testa Wall Street. L’indice Dow Jones ha recuperato l’1,7% a quota 24.601 punti , S&P500 +1,39%, Nasdaq +1,56%. In calo la volatilità: il Vix ha perso il 12% a 25,5 punti.

I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati del 2,1% su base annua a dicembre. Per il mese di gennaio è atteso un incremento in rallentamento dell’1,9%, ma potrebbe esserci qualche sorpresa dopo che i dati sul mercato del lavoro hanno evidenziato un balzo del +2,9% dei salari, la variazione più alta dal 2009.

PETROLIO ANCORA IN DISCESA, SI RIPRENDE IL BITCOIN

Il rendimento del Bond a 10 anni è al 2,84%, all’incirca sugli stessi livelli di ieri, anche se nel corso della giornata si era spinto sui massimi degli ultimi quattro anni a 2,902%. Il titolo a due anni è al 2,07%.

Il dollaro si è indebolito sull’euro: il cross stamattina è a 1,230.

Il petrolio Brent è arrivato alla settima seduta consecutiva di ribasso, ieri sera ha chiuso a 62,6 dollari, stamattina prova a rimbalzare a 63 dollari: +0,7%. A Piazza Affari Eni +0,6%, Saipem -1%, Tenaris +0,4%.

Si risolleva il Bitcoin che ha chiuso in rialzo del 9% a 8.814 dollari.

ACCELERA L’EUROPA, MILANO FANALINO DI CODA

Le Borse europee chiudono la prima seduta della settimana in positivo dopo i cali e l’alta volatilità della scorsa ottava, recuperando terreno sulla scia di Wall Street. L’indice Ftse Mib è salito dello 0,77% a quota 22.337 punti, l’unico in terreno positivo anche dopo i rialzi di ieri.

Più robusto il rimbalzo delle altre Borse europee, che hanno realizzato guadagni superiori: Francoforte +1,45%, Madrid +1,36%, Parigi +1,2% e Londra +1,19%. L‘indice paneuropeo STOXX 600 ha segnato +1,3%.

SCENDE LO SPREAD VERSO BUND E BONOS

Chiusura positiva per il mercato obbligazionario in un clima complessivamente favorevole al rischio. È salito leggermente lo spread fra decennale italiano e tedesco, a 127.10 punti, +0,87%, con il rendimento del Btp 10 anni stabile, al 2,03%. In lieve discesa a 56 punti base lo spread Btp/Bono sul tratto decennale, da 58 punti base di venerdì.

Il Tesoro ha collocato ieri tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a 12 mesi, con tassi in lieve rialzo dal minimo storico registrato nel collocamento di gennaio. Il rendimento è salito a -0,401% dal precedente minimo di -0,42% segnato un mese fa. La domanda ha raggiunto i 9,68 miliardi di euro.

Oggi tocca alle aste a medio-lungo termine. In offerta fino a 7,75 miliardi di euro in Btp a 3,7 e 30 anni. Si tratta di un test importante, l’ultimo primo del voto del 4 marzo.

Alla fine della seduta di ieri il Btp 3 anni ottobre 2020 scambiava al rendimento di 0,08% da 0,04% dell’asta di un mese fa; il 7 anni novembre 2024 è stato trattato a 1,44% contro 1,35% di metà gennaio; il trentennale marzo 2048 a 3,14%, sotto il 3,33% dell’ultimo collocamento, risalente in questo caso a metà ottobre.

IL LUSSO ILLUMINA I LISTINI: LVMH 4+%, MONCLER +3,2%

Ad illuminare la passerella dei listini europei nel giorno della risalita è stato il lusso, grazie all’exploit delle due ammiragli francesi: Lvmh ha fatto un balzo del 4,03% (capitalizzazione di 122 miliardi di euro), Kering +3,68% in attesa dei conti di oggi.

In scia ai due colossi ha preso il volo Moncler (+3,2%), seguita da Ferragamo (+1,45%) e Luxottica (+1,45%). Richemont ha intanto presentato in Consob la documentazione per l’Opa volontaria su tutte le azioni ordinarie di Ynap non ancora possedute.

LE SPESE DI TRUMP SPINGONO BUZZI

Giornata di recupero per i titoli industriali. Stm ha chiuso la seduta in rialzo dell’1,6% a 17,48 euro. Kepler-Cheuvreux ha alzato la raccomandazione a Hold da Reduce, target invariato a 17,90 euro. Buzzi +1,9% spinta dall’attesa del piano infrastrutture presentato ieri in Usa.

Fiat Chrysler avanza dell’1,23% in linea con il settore europeo (+1,5% lo Stoxx): Kepler Chevreux ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 22 euro. Sale anche Ferrari (+1,5%) che ha messo in cantiere un mini buyback (100 milioni di euro). Pirelli +1.6%.

In attesa dei conti previsti per domani avanza Enel (+1,2%). Telecom Italia +0,5%.

BANCHE, MPS: NUOVA FRANA DOPO I CONTI

Il comparto bancario limita il rialzo allo 0,35% a fronte di +0,9% circa del settore in Europa. Non ha fatto presa l’invito del governatore di Banca d‘Italia, Ignazio Visco, a nuove aggregazioni per favorire la riduzione dei costi e il recupero della redditività.

Ubi (-2,6%) ha pagato a caro prezzo l’ipotesi (presto smentita) di una possibile integrazione con Banca Monte Paschi, -5% dopo la pubblicazione dei conti di venerdì. Secondo Mediobanca Securities i risultati confermano che l‘istituto ha bisogno di tempo per vedere i frutti della ristrutturazione in corso, mentre Equita Sim sottolinea la perdita sopra le attese (502 milioni nel quarto trimestre contro i 350 previsti dagli analisti) per le rettifiche su crediti. Giornata nera anche per Carige (-5%).

Chiude in rosso Banca Mediolanum (-1,5%). Il gruppo ha archiviato il 2017 con un utile netto di 380 milioni di euro (-3%) ma con un incremento del 15% delle commissioni di gestione a 976 milioni di euro grazie alla raccolta netta in fondi e gestioni. Il cda ha anche deliberato un saldo dividendo di 20 centesimi portando la cedola totale a 40 centesimi, in linea con quanto distribuito sull’esercizio 2016. Nel corso della conference call con gli analisti il presidente Ennio Doris ha previsto una cedola stabile per il 2018 e il 2019 puntando a dividendi più alti negli anni successivi.

Bene i Big: Intesa +0,7%, Unicredit +0,44%. In terreno positivo anche Banco Bpm (+0,7%).

ELICA PRENDE IL VOLO, COMMESSA DEL CERN PER SMRE (AIM)

Elica + 6% dopo i conti e la conference call con gli analisti. L’azienda marchigiana leader nella progettazione e produzione di cappe da cucina ha chiuso il quarto trimestre 2017 con un utile netto di 3,9 milioni da una perdita di 9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, beneficiando dell’impatto fiscale per la Patent box di circa un milione di euro. I ricavi sono saliti del 2,8% a 121,6 milioni al traino della crescita della domanda mondiale di cappe.

Grande impresa di una matricola dell’Aim. La Smre (+3%), azienda umbra specializzata nella progettazione e costruzione di macchine industriali ad alto contenuto tecnologico, ha vinto una gara per la fornitura al Cern di Ginevra di un plotter da taglio, una macchina capace di tagliare materiali compositi, su tutti la fibra di carbonio pre-impregnata. A fine 2017 Smre ha firmato un accordo con l’unità Cinese di Isuzu per la fornitura di 100 kit di elettrificazione destinati all’avvio della produzione della nuova versione full electric di un camion da 7.5 tonnellate della società giapponese.

IL SOLE 24 ORE VALE SOLO 45 MILIONI

Ancora tristi note per Il Sole 24 Ore, che ha segnato ieri un nuovo minimo assoluto a 0,78 euro. La capitalizzazione di Borsa è scesa a 45 milioni, un valore inferiore a quanto raccolto a fine novembre 2017 tramite l’aumento di capitale da 50 milioni, terminato con l’intervento parziale del consorzio di garanzia.

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