Sui mercati il mese di giugno si apre così come si era chiuso maggio: all’insegna dell’incertezza provocata dai continui annunci social del presidente Usa Donald Trump sui dazi. L’ultimo in ordine di tempo è arrivato nella notte italiana: “Se ad altri Paesi è consentito usare dazi contro di noi e a noi non è consentito contrastarli, rapidamente e agilmente, con altre misure, il nostro Paese non ha nemmeno una piccola possibilità di sopravvivenza economica”, ha scritto Trump su Truth, mentre la battaglia nei tribunali americani sulle tariffe imposte dal presidente continua.
L’amministrazione Trump, secondo quanto riportato da Reuters, avrebbe chiesto ai Paesi di presentare le loro migliori offerte per i negoziati commerciali entro domani, mentre i funzionari cercano di accelerare i colloqui con diversi partner prima della scadenza dell’8 luglio. Mercoledì 4 giugno, dovrebbero inoltre entrare in vigore le tariffe al 50% su acciaio e alluminio. Trump è tornato anche ad attaccare la Cina, colpevole secondo lui di aver violato l’accordo commerciale temporaneo. Pechino però, come ormai da tradizione, ha risposto a tono, incolpando a sua volta Washington per non aver rispettato l’accordo. Un botta e risposta che non lascia presagire nulla di buono, nonostante lunedì la portavoce della Casa Bianca Katherine Leavitt abbia confermato le indiscrezioni della Cnbc secondo cui Trump e Xi avranno un colloquio telefonico probabilmente questa settimana.
“Restiamo ottimisti su un accordo con l’Unione europea sul commercio”, ha aggiunto la portavoce. Nel frattempo, Bruxelles ha annunciato che questa settimana presenterà agli Usa la richiesta di ridurre o eliminare i dazi doganali. Domani il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic incontrerà il rappresentante commerciale statunitense Jamieson Greer.
Wall Street in rialzo, ma salgono i timori sul debito Usa
Wall Street ieri ha chiuso in rialzo il primo giorno di negoziazione di giugno. L’indice S&P 500 è salito dello 0,4%, il Nasdaq dello 0,67% e il Dow Jones dello 0,08%.
Ma la buona performance della Borsa Usa non cancella i timori sul debito che, secondo il numero uno di JP Morgan Jamie Dimon, potrebbe portare a un “crack” del mercato obbligazionario statunitense. Il segretario al Tesoro, Scott Bessent, domenica ha rassicurato che gli Usa “non faranno mai default”.
In questo contesto, i rendimenti dei Treasury sono risaliti poco sotto il 4,5% sui dieci anni e alle soglie del 5% sui trent’anni, mentre il dollaro è tornato a calare. Il biglietto verde sta però tentando un “timido” recupero con il cambio sull’euro che si muove in area 1,14 in attesa dei dati sull’inflazione che potrebbero diventare determinanti in vista della riunione della Bce del 5 giugno.
Gli occhi degli investitori a stelle e strisce sono ancora puntati su Elon Musk: non solo perché le vendite di Tesla hanno registrato un nuovo tracollo in Francia e Portogallo (-70%) a maggio, ma anche perché xAI, la società di intelligenza artificiale di Musk, sta per lanciare una vendita di azioni da 300 milioni di dollari a prezzi che valutano l’intera compagnia 113 miliardi di dollari. Lo riporta il Financial Times, sottolineando che l’operazione consentirà l’ingresso di nuovi investitori e di confermare la valutazione sancita al momento dell’acquisizione di X lo scorso marzo. Secondo le attese l’offerta sarà seguita da un round di investimento di maggiori dimensioni in cui la società offrirà nuove azioni a potenziali azionisti. Il takeover di X aveva valutato l’intero gruppo 113 miliardi di dollari, di cui 80 miliardi per xAI e 33 miliardi per X. Nell’ottobre del 2022 Musk aveva comprato X, allora Twitter, per 44 miliardi di dollari.
I dazi pesano sulla Cina, salgono Tokyo e Hong Kong
La Borsa di Tokyo ha avviato le contrattazioni in rialzo trainata dall’accelerazione del mercato azionario Usa, malgrado l’incertezza sui negoziati tra Pechino e Washington sul commercio globale, e l’imminente introduzione dei dazi sull’acciaio dell’amministrazione Trump. Il Nikkei guadagna lo 0,31%, mentre sul mercato valutario lo yen torna a rafforzarsi leggermente sul dollaro, a 142,50 e sull’euro a 163,20.
Vanno giù le piazze della Cina Continentale, dopo il weekend festivo per la festa del Drago. L’indice Composite di Shanghai, cede lo 0,22%, quello di Shenzhen è in ribasso dello 0,39%. In controtendenza l’Hang Seng di Hong Kong, che sale dello 0,70%. Secondo il sondaggio mensile di Caixin il Pmi manifatturiero della Cina ha registrato una contrazione inaspettata, passando da 50,4 di aprile a 48,3 a maggio. Gli analisti prevedevano un’espansione a 50. È il primo calo del settore in otto mesi e il calo più netto da settembre 2022, anche a causa dell’impatto dei dazi statunitensi.
Giù l’oro e su il petrolio
Dopo i rialzi di lunedì, sono in ribasso i prezzi dell’oro (-0,41% a 3.383 dollari l’oncia il futures) zavorrati dalle tensioni geopolitiche e dall’incertezza commerciale, e in seguito al leggero recupero del dollaro. Ieri i colloqui Ucraina-Russia a Istanbul si sono conclusi con un accordo sul rilascio dei prigionieri, ma con un nulla di fatto sul cessate il fuoco.
Salgono, al contrario, i prezzi del petrolio, con l’Iran che si prepara a respingere la proposta di accordo nucleare degli Stati Uniti. In caso di fallimento dei colloqui, rimarranno in vigore le sanzioni contro l’Iran, cosa che limiterebbe la sua offerta di greggio, sostenendo i prezzi.
Si è aperta in rialzo la seduta per i Ttf, benchmark del metano nel Vecchio Continente. I future sul gas si apprezzano dello 0,39% a 35,15 euro al megawattora (34,97 euro la chiusura della vigilia).
Borse europee in leggero rialzo, ma Milano fa eccezione
Verso un’apertura leggermente positiva le Borse europee, con i future sull’Eurostoxx 50 in rialzo dello 0,18%. Dovrebbero avviare le contrattazioni in rialzo Madrid, Parigi e soprattutto Francoforte, mentre i future sul Ftse Mib di Milano e sul Ftse 100 di Londra viaggiano in negativo.
Ieri, Piazza Affari ha archiviato la prima seduta del mese in calo dello 0,26%, ingessata anche dal clima festivo dovuto alla Festa della Repubblica. Tra i principali titoli milanesi, Tenaris è balzata del 4,98% mentre gli analisti hanno provato a stimare l’impatto di dazi che potrebbero sì comportare un aumento dei costi ma anche favorire il gruppo negli Usa nei confronti ad esempio dei competitor coreani. In fondo al listino c’era invece Stellantis (-4,6%) che ha perso quota insieme a tutto un settore auto sui timori delle conseguenze negative della guerra commerciale. Lunedì la società ha anche annunciato la nomina di Sebastien Jacquet nel ruolo di Chief quality officer. Jacquet succede ad Antonio Filosa, nominato nuovo ceo dell’azienda.
Oggi gli occhi degli investitori sono invece puntati su Stm, Leonardo ed Eni. Effervescente il settore dei chip dopo che l’azienda taiwanese Tsmc ha fatto sapere che i dazi stanno avendo un impatto sul business, ma la domanda di intelligenza artificiale rimane forte e continua a superare l’offerta.
Attenzione anche su Leonardo, dopo il via libera Ue alla Joint Venture tra il gruppo italiano della difesa, Bae Systems e Japan Aircraft Industrial Enhancement (Jaiec) per il programma Gcap di sviluppo del caccia di nuova generazione.
Da segnalare che parte oggi l’opa volontaria di Confindustria (tramite Zenit) sulle azioni Il Sole 24 Ore. Il termine è fissato per il 30 giugno.
Lo spread torna sopra i 100 punti base
Lo spread tra Btp e Bund è tornato sopra quota 100 punti base (100,8). Il rendimento dei bond italiani è fermo al 3,49% e quello tedesco scende al 2,48 per cento.