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Tour: Zakarin ruggisce, Froome si rafforza

Anche sulle rampe che portano ai quasi duemila metri di Finhaut-Emosson il Tour non cambia registro: Froome continua a ipnotizzare i suoi rivali per cui la tappa è stata viva solo grazie alla fuga del giorno di 14 coraggiosi, una pattuglia impreziosita dalla presenza di Sagan che sa di non poter vincere ma che vuole aiutare Majka a farlo.

I 14 viaggiano compatti e d’accordo fino alla Forclaz e all’ascesa finale dove la lotta sembra ridursi a un testa a testa tra Majka e Pantano, già protagonisti di un duello nella tappa di Culoz vinta dal colombiano. Ma sui due come un falco piomba il russo Illnur Zakarin che insiste e li stacca andando a vincere per distacco.

Secondo a 55” è Pantano, terzo un deluso Majka anche se è sempre più maglia a pois come leader degli scalatori. Per Zakarin una vittoria che è un po’ un ritorno alla vita dopo lo spaventoso volo in torrente nella discesa dall’Agnello nell’ultimo Giro d’Italia.

Ma dove sono Quintana e gli altri big che dovevano isolare e attaccare Froome? Siamo al “vulnus” di questo Tour. Quanto spettacolare è la sceneggiatura dei panorami che offrono le Alpi svizzere, quanto noiosa è la trama, per quanto riguarda l’alta classifica, anche della prima grande tappa alpina con il padrone della corsa che continua a divertirsi a pizzicare altri secondi un po’ a tutti i suoi avversari sempre più rassegnati a un ruolo subalterno.

Non cambia granché la top ten ma Froome guadagna altri 8’’ su Yates, 11’’ su Bardet, 19” su Aru e Meintjes, 28’’ su Quintana, 40’’ su Bauke Mollema che resta secondo nella classifica generale ma vede il suo distacco salire a 2’27’’. Tutti ad aspettare Quintana ma lui, il condor colombiano, anche nel giorno della festa nazionale del suo Paese, non solo non ha mai tentato uno scatto, ma è andato addirittura in bambola quando vi è stata un’accelerazione negli ultimi due km dell’ascesa finale.

Almeno prima Valverde, poi Daniel Martin, una parvenza di allungo l’hanno fatto, una piccola scossa subito rientrata e pagata anche cara in particolare dallo spagnolo, che ha ceduto di netto perdendo altri 2’02’’ dalla maglia gialla. L’unico uomo in classifica che non ha perso terreno da Froome è Richie Porte, il solo tra i big a portare un attacco che nell’ultimo km ha fatto un po’ di selezione.

E chi l’ha raggiunto? Proprio Froome in persona, che si è messo a mulinare le gambe e in un attimo – mentre gli altri perdevano le sue ruote – ha riagguantato Porte, accontentandosi di stargli a ruota fino al traguardo, 11esimo a 7’59” da Zakarin. Per Porte un piccolo passo verso la zona podio, un risultato che in casa Bmc lenisce la delusione per il crollo di Teejay Van Garderen giunto in cima stremato a oltre 26 minuti dal vincitore.

Oggi il Tour affronta la cronoscalata, 17 km da Sallanches a Mégève: viste le condizioni di Quintana, favorito non può che essere Chris Froome che potrebbe creare un solco ancora più ampio tra la sua maglia gialla e gli altri. Una cronoscalata alla quale non parteciperà Fabian Cancellara che ha deciso di abbandonare dopo aver terminato la seconda tappa tutta elvetica con più di mezzo di ritardo.

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