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L’Inter stende il Toro e festeggia lo scudetto. La Roma rimonta il Napoli, solo pari per il Bologna, l’Atalanta rivede la Champions

Imagoeconomica

Inter, è qui la festa! La copertina del campionato spetta di diritto ai nerazzurri, reduci da una giornata di celebrazioni per lo scudetto appena conquistato. La squadra di Inzaghi, giusto per non perdere le buone abitudini, ha anzitutto battuto il Torino, per poi lasciarsi andare ai meritati bagordi fino a tarda sera. Ma la domenica non ha vissuto di sola Inter, anzi le emozioni più grandi sono arrivate dalle corse Europa e salvezza, davvero più intricate che mai.

Il Milan festeggia la matematica qualificazione alla prossima Champions, la Juve resta al terzo posto grazie al pareggio tra Bologna e Udinese (1-1), ma è soprattutto il 2-2 di Napoli-Roma a cambiare gli scenari, complice il contemporaneo successo dell’Atalanta sull’Empoli (2-0).

Inter – Torino 2-0, la doppietta di Calhanoglu spegne le speranze europee dei granata

Partiamo dall’Inter e dall’ennesima vittoria del suo campionato trionfale, un 2-0 sul Torino non scontato che ha dato il là alla meritata festa. Inzaghi, sia per onorare la classifica che i 75 mila di San Siro, ha scelto di giocarsela con tutti i titolari, a eccezione degli infortunati Acerbi e Dimarco. Se i granata speravano di trovare una squadra sazia e distratta sono rimasti decisamente delusi, anche se il primo tempo, a dire il vero, è andato in archivio senza troppe emozioni, con il solo Zapata pericoloso. A inizio ripresa ecco l’episodio che ha stravolto gli equilibri, vale a dire l’espulsione di Tameze (decisa dal Var, visto che l’arbitro Ferrieri-Caputo aveva optato per il giallo) per un fallo su Mkhitaryan (49’). A quel punto l’Inter, spinta anche dal proprio pubblico, ha stritolato il Toro nella sua morsa e l’ha colpito due volte, entrambe con Calhanoglu. Il regista turco ha battuto Milinkovic-Savic con un sinistro incrociato dopo un bel fraseggio (56’) e tre minuti dopo lo ha rifatto con la specialità della casa, ovvero il rigore decretato per un fallo di Lovato su Thuram (59’). Il numero 10 nerazzurro ha provato a cedere l’incombenza a Lautaro, nel tentativo di interrompere il digiuno da gol che dura ormai dal 28 febbraio, ma il capitano ha rifiutato, sia per la conclamata infallibilità di Chala (16 rigori realizzati consecutivamente in Serie A, è record), che per un comprensibile moto d’orgoglio. La partita, di fatto, è finita lì e l’Inter ha potuto poi concentrarsi sulla festa: un vero e proprio bagno di folla partito da San Siro e concluso in Piazza del Duomo, al quale hanno partecipato circa 200 mila persone sparse per la città.

Marotta pensa già al futuro: “Siamo solo a metà ciclo, faremo un mercato creativo”

“È una grande soddisfazione, questo gruppo è cresciuto tanto – il pensiero soddisfatto di Marotta -. Attraverso la sconfitta abbiamo comunque acquisito coraggio, esperienza e determinazione, prerogative importanti per arrivare a fare risultati straordinari. Gestire un grande club è diverso, c’è forte pressione e bisogna essere bravi a prendere decisioni con responsabilità, poi serve il coraggio di decidere nonostante le critiche. Contro il Torino siamo stati liberi, con la testa leggera, non vogliamo perderci alcun attimo di felicità. Inzaghi? Lui ha superato l’esame, ha dimostrato di essere bravo come sapevamo già, ma anche vincente. Meglio di lui non si può desiderare né trovare nulla, non siamo nemmeno a metà del nostro ciclo. La rosa deve essere puntellata al meglio facendo i conti con la sostenibilità, faremo un mercato creativo”.

Napoli – Roma 2-2: Abraham salva De Rossi, ma l’Atalanta “rivede” il quinto posto

Le emozioni più grosse della giornata sono arrivate dal Maradona, dove Napoli e Roma hanno regalato una sfida ricca di gol e colpi di scena. Il 2-2 finale va certamente meglio ai giallorossi che agli azzurri, sia perché la squadra di Calzona avrebbe meritato qualcosa in più, sia per una classifica che mantiene De Rossi al quinto posto, ad oggi l’ultimo utile per entrare in Champions League. Neanche la Roma però può dirsi del tutto soddisfatta: ora i punti di vantaggio sull’Atalanta, a sua volta vittoriosa sull’Empoli (2-0, gol di Pasalic e Lookman), sono solo 2, ma la Dea deve ancora recuperare la sfida con la Fiorentina. Il sorpasso, seppur virtuale, torna a portata di mano, anche se le prossime quattro giornate potrebbero offrire altri ribaltamenti: ecco perché la Lazio, considerando lo scontro diretto tra bergamaschi e giallorossi del 12 maggio, torna a sperare in una clamorosa rimonta, visto che a differenza del Napoli ha saputo sfruttare le sue chances per accorciare le distanze.

Gli azzurri, invece, dicono definitivamente addio alla Champions, stoppati da un grande Svilar (miracoli in serie su Osimhen e Kvaratskhelia) e beffati da Abraham, in gol dopo 365 giorni di astinenza (e un crociato rotto) a pochi istanti dal 90’. Ad aprire le danze, peraltro nel miglior momento dei Calzona’s, era stato Dybala su rigore (59’, fallo di Juan Jesus su Azmoun), poi però Olivera trovava il pari su una carambola fortunosa di Kristensen e Osimhen raddoppiava dal dischetto (84’, intervento di Renato Sanches su Kvaratskhelia). Al fischio finale di Sozza sorrideva soprattutto l’Atalanta, tornata a vedere il quinto posto dopo aver temuto di perderlo, anche se il duello con la Roma sarà tiratissimo fino alla fine.

Calzona: “Sono felice della prestazione, purtroppo la stagione è quella che è”

“Sapevamo della forza della Roma sulle palle ferme – il commento amaro di Calzona -. Ho fatto un cambio prima dell’angolo per questo motivo, non è bastato. Abbiamo preso due gol su calcio piazzato, non so che dire: posso solo aggiungere che sono felice per la prestazione d’orgoglio e di qualità dei ragazzi. Purtroppo la stagione è quella che è, i ragazzi sentono addosso il peso della situazione non eccelsa, ma io ho il dovere di farli allenare bene e di provare a farli giocare a calcio: se ci sono le prestazioni, i risultati arrivano. Abbiamo concesso poco a una squadra che con De Rossi segna due gol di media a partita. Abbiamo messo dentro tutto e così di partite ne perdi poche”.

De Rossi: “Il pareggio non è da buttare, ma non è stata la partita che volevamo”

“Abbiamo pareggiato e non è da buttare a Napoli, ma non è la partita che volevamo – l’analisi di De Rossi -. Loro sono una squadra tanto forte, li abbiamo trovati in un momento in cui possiamo avere meno lucidità, ma dovevamo essere più puliti col pallone. Ci sta che siano pericolosi loro, noi però abbiamo perso palla troppo spesso. Ripeto, il Napoli ha fatto una buona partita, ma noi dovevamo fare meglio: ora bisogna ritrovare le forze, perché giovedì avremo un’altra partita molto importante. Questa è una rosa costruita con pochi palleggiatori a centrocampo, quando non c’è Paredes si sente, ma dobbiamo fare meglio perché non ci può essere sempre. Abbiamo fatto tante partite e ne mancano tante ancora, se pensiamo alla stanchezza faremo fatica da qui alla fine”.

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