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Tour: Van Aert beffa Viviani ed Ewan, il vento castiga Pinot

Tour de France

Doveva essere una tranquilla tappa prima del riposo di oggi quella che ieri portava il Tour ad Albi, capoluogo del dipartimento del Tarn, il fiume che bagna l’antica Albiga dei Romani. Il Tour per l’11esima volta dalla prima del 1953 – vittoria di André Darrigade – tornava nella città degli Albigesi, teatro della spietata repressione dell’eresia cátara ordinata da Innocenzo III nel XIII secolo. Sede di arrivo di tappe che non hanno mai avuto peso sulle sorti del Tour, Albi questa volta ha trovato nel vento, forte e impetuoso, un alleato capace di incidere sulla corsa più di tante ascese anche ostiche. Raffiche che all’improvviso si abbattono sul plotone spezzandolo in più tronconi: in gergo ciclistico i francesi le chiamano “bordures”, gli italiani “ventagli”.

Negli ultimi 30 km il vento l’ha fatta da padrone ieri al Tour e nel plotone, che ormai filava verso il traguardo e che stava per raggiungere i fuggitivi di giornata, è successo il finimondo: all’improvviso si sono formati tre gruppi con quelli della Ineos (Thomas e Bernal) e della Deceuninck-Quick Step (la maglia gialla Alaphilippe e Viviani) i più abili a sfruttare l’energia eolica dei vortici per andare all’attacco, spingendo a tutta birra perché impigliati nei drappelli indietro erano rimasti pesci grossi come Pinot, Uran e Fuglsang.

Ancora più attardato, intrappolato in un altro gruppo, c’era Ciccone che per la prima capiva quanto sia difficile stare ai vertici tra le tante insidie del Tour. Davanti con i big della Ineos e la maglia gialla c’erano una trentina di corridori tra cui Quintana, Valverde, Bardet, Krujiswjick, Mas, Van Avermaet e ruote veloci, oltre Viviani, come Sagan, Ewan, Matthews e Van Aert. C’era anche Landa ma un’avventata mossa di Barguil faceva ruzzolare per terra lo spagnolo della Movistar che perdeva il contatto con i battistrada.

I ventagli sono tremendi perché illudono chi insegue, specie sui lunghi rettifili, che si possa rientrare sui primi: esemplare quanto è accaduto anche ieri quando il gruppo di Pinot è arrivato ad appena 15” da quello di Thomas e Alaphilippe. Ma l’aggancio non è mai avvenuto e in pochi km il drappello di Pinot è stato come risucchiato all’indietro fino a perdere all’arrivo 1’40”, un ritardo che ha fatto precipitare il francese capitano della Groupama-Fdj dal terzo all’11esimo posto a 2’33” da Alaphilippe e a 1’21” da Thomas balzato al secondo posto.

Davanti lo sprint era una lotta a tre con il belga Wout Van Aert (Jumbo-Visma) che beffava Viviani e Caleb Ewan. Sagan, sempre in maglia verde, era solo quinto preceduto anche da Michael Matthews. Ciccone arrivava ancora più staccato a 2’09” assieme ad Aru e allo sfortunato Landa. Nibali si era perso ancora più indietro arrivando sul traguardo in malinconica solitudine a oltre 5 minuti da Van Aert. In classifica lo Squalo è ormai scivolato più in basso di Aru a oltre 10 minuti dalla zona podio. Anche Ciccone ha fatto un negativo passo indietro finendo dal secondo al decimo posto a 2’32” da Alaphilippe, perdendo la maglia bianca di miglior “under 25” che passa sulle spalle di Egan Bernal da ieri terzo a 1’16” da Alaphilippe e a soli 4” da Thomas. ty50 \lsdlocke

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