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Tour de France: Aru maglia gialla

Ci voleva il muro finale di Peyragudes per far saltare per la prima volta le gerarchie consolidate del Tour. Inaspettato ma vero: Froome cede di schianto di fronte ai suoi avversari più temibili, piantato in asso negli ultimi 360 metri,  in una sorta di volata in verticale per la pendenza pazzesca dov’era posto l’arrivo della prima tappa pirenaica: vince Romain Bardet precedendo di 2” Rigoberto Uran e Fabio Aru che incamera l’abbuono di 4” riservato al terzo. Aru, che aveva innescato per primo la miccia su cui è saltato Froome, non guadagna la tappa come è accaduto alla Planche des Belles Filles ma strappa la maglia gialla per 6” al rivale britannico, staccato di 20” dal campione italiano.

Un gioco di secondi, esiguo ma mai così importante  nella storia del Tour di questi ultimi anni perché non era mai accaduto che Froome perdesse la maglia gialla una volta conquistata, per giunta nella prima tappa pirenaica che il leader del Team Sky ha sempre fatta sua nei suoi tre Tour vinti. La prima crepa nell’infallibilità del padrone del Tour di questo decennio è stata improvvisa e del tutto inattesa perché fino a mille metri dall’arrivo la tappa era stata blindata e comandata dal treno della Sky che non ha mai lasciato solo Froome.

Scortato prima addirittura da quattro compagni fino al Peyrosourde, poi nella salita finale  ben protetto da Landa, Froome sembrava inattaccabile: ma quando tutti si aspettavano la sua micidiale frullata, che avrebbe potuto chiudere i giochi del Tour, ecco che il suo motore si inceppa e non riesce a reagire allo scatto bruciante di Aru, una rasoiata che fa zig-zagare la maglia gialla per la prima volta in debito di ossigeno, quasi fosse ubriaco di fatica. Lo superano in un batter d’occhio anche Bardet e Uran. Non riesce nemmeno a tenere il passo del fido Landa, di Meintjes, di Daniel Martin.  

Arriva sfinito a 22” da Bardet che vince alla grande  dando alla Francia la sensazione di aver trovato finalmente il campione che può ridarle una vittoria nel Tour che le manca dal 1985. “Non avevo più le gambe su una salita durissima, mi dispiace per la squadra che ha fatto un lavoro formidabile”: non trova scuse Froome per la sua défaillance. Per Aru, anche se non ha vinto, è un giorno da incorniciare con la sua prima maglia gialla. Tutto può accadere con Froome che lo tallona a 6” e Bardet e Uran distaccati solo di un’altra manciata di secondi ma a Peyragudes  è finalmente scattato il primo  golpe contro il dittatore, un evento di discontinuità che rilancia la partita del Tour, con l’italiano almeno favorito al pari del britannico per la vittoria finale, senza trascurare le chances di  Bardet (terzo a 25”) e di Uran (quarto a 55” dopo la penalizzazione di 20” per un rifornimento fuori legge a meno 20 km dall’arrivo).  

In questa partita per la maglia gialla sono sempre più fuori Contador e Quintana, che anche ieri hanno perso più di due minuti dai migliori. Quintana,  sempre più irriconoscibile,  ha addirittura ceduto a metà della salita del Peyresourde, appena gli uomini Sky hanno accelerato riagguantando l’inglese Steve Cummings in fuga dalla partenza. Contador, più orgoglio che gambe, si è arreso qualche tornante più avanti. Da segnalare anche il grave ritardo di Jacob Fuglsang, braccio destro di Aru, che malconcio per la caduta del giorno prima ha accusato un ritardo di oltre 27 minuti da Bardet. Oggi per la festa nazionale francese gli organizzatori hanno scelto di far correre la tappa più corta nella storia del Tour: appena cento km da Saint-Giron a Foix, con tre colli pirenaici, l’ultimo dei quali il Mur de Péguère, con pendenze a tratti fino al 18%, è posto a circa 25 km dal traguardo. Una tappa tutta da interpretare, soprattutto dopo le grandi sorprese di ieri.

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