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Tour, bookmakers: è Quintana l’anti-Froome

Anche se al termine delle tre tappe pirenaiche la classifica del Tour guidata Chris Froome resta corta con una dozzina di corridori raccolti in poco più di un minuto, per i bookmakers c’è solo Nairo Quintana che può insidiare il terzo successo del “keniota bianco”.

Basta leggere le quote che vedono Froome dato a 1,75 e il grimpeur colombiano a 2,25. Dietro c’è il vuoto: terzo a 25 c’è Richie Porte mentre Fabio Aru, dopo l’opaca prova ad Andorra- Arcalis, è scivolato a 33. Seguono Romain Bardet e Joaquin Rodriguez, entrambi a 50. A 100 è dato Valverde al pari di Yates, Mollema e Van Garderen.

Non resta che attendere il 14 luglio, quando è in programma l’arrivo sul Mont Ventoux, il monte calvo che emette sempre sentenze importanti, per vedere se hanno visto giusto i bookmakers o chi, forse illudendosi, parla di scenari nuovi convinto che Froome quest’anno sia meno marziano di prima.

Cioè del 2013 e del 2015 quando il leader del Team Sky aveva ucciso il Tour anzitempo imponendosi alla prima occasione, rispettivamente ad Ax-3 Domaines e a La Pierre Saint-Martin. Quest’anno la maglia gialla l’ha conquistata attaccando non in salita ma in discesa subito dopo lo scollinamento del Peyresourde: un’azione più spettacolare che redditizia vista la manciata di secondi – 13 per l’esattezza – che gli ha fruttato.

Il Tour esalta sempre il suo padrone ma gli piacerebbe scoprirlo nelle ultime giornate sulle Alpi. Già fuori corsa Alberto Contador, con Nibali disperso a metà classifica, resta solo Quintana in grado di poter insidiare il primato di Froome. Finora il Condor colombiano si è accontentato di restare alla ruota del rivale, una sorta di sfinge impenetrabile, senza mai provare un acuto.

Anche quest’anno Quintana sembra aspettare le Alpi, confidando nel tremendo trittico tremendo in programma nell’ultima settimana quando la fatica farà una selezione naturale delle forze in campo. Nel 2015 Froome anche lui accusò una lieve flessione sulle Alpi ma Quintana l’attaccò troppo tardi per fargli male.

Al di là del colombiano bisogna davvero avere fede per immaginarsi altri che possano fare saltare il banco anche se Aru all’esordio e il britannico Adam Yates al suo secondo Tour meritano di essere seguiti con attenzione. Porte e Van Garderen finora hanno corso bene ma in passato hanno sempre avuto una defaillance che li ha messi fuori dei giochi.

Valverde e Rodriguez sono l’usato sicuro, vecchi campioni capaci sempre di un’impresa ma non si vede dove possano mandare all’aria i piani di dominio di Froome e del Team Sky. Quanto ai francesi, fanno bene a puntare su Bardet, l’unico di loro ancora in classifica dopo il flop di Pinot e di Alaphilippe, ma dovranno anche quest’anno rassegnarsi ad allungare il loro digiuno che dura dal 1985, ultima delle cinque vittorie di Bernard Hinault.

Intanto oggi, dopo la prima giornata di riposo, il Tour riparte concedendosi una tappa per finisseur alla Sagan o Alaphilippe, che prevede l’iniziale scalata ai 2.408 metri dell’Envalira, il passo che collega Andorra con la Francia. Poi molta discesa e pianura prima della Cote de Saint-Ferréol (1,8 km al 6,6% di pendenza) a meno di 10 km dall’arrivo di Revel.

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