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Standard&Poor’s taglia il rating del Brasile: tremano Telecom e Fca

FIRSTonline

La scure di Standard and Poor’s si abbatte sul Brasile. L’agenzia di rating, infatti, ha declassato i titoli del debito brasiliano a livello di spazzatura, portando il giudizio sul debito brasiliano a BB+ con outlook negativo (che lascia la porta aperta a possibili nuovi declassamenti) dal precedente BBB-, l’ultimo livello in cui un titolo può essere ritenuto ancora affidabile per un investitore.

Il debito brasiliano entra così nello “speculative grade”. Un duro colpo per il governo guidato da Dilma Roussef, travolto da scandali politici di ogni genere, e per il mito dei Brics, i Paesi emergenti locomotiva dell’economia mondiale.

Ma se la Russia e la Cina continuano a galleggiare, pur nelle loro difficoltà, il Brasile affonda: la retrocessione allo “speculative grade” arriva dopo sette anni in cui il debito del Paese era stato ritenuto affidabile e a fine agosto, al termine di un nuovo trimestre con il segno meno accanto alla voce del Pil, il Brasile è entrato ufficialmente in recessione.

Il colpo subito dal Paese sudamericano, però, rischia di abbattersi anche su molte aziende italiane. Secondo gli analisti di Mediobanca Securities le società nostrane che potranno essere maggiormente colpite dalla bocciatura del Brasile sono, nell’ordine, Pirelli, Telecom Italia, Fca, Cnh, Saipem, Sogefi, Atlantia, Prysmian, Enel, Luxottica e Campari.

I primi effetti della mazzata brasiliana si sono già fatti sentire a Piazza Affari, dove a metà mattinata Cnh e Campari spiccano tra le società in maggiore ribasso del listino italiano, che negli stessi minuti viaggia in territorio negativo.

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