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Spagna, terremoto politico dopo le amministrative: il Premier Sanchez scioglie il Parlamento e convoca elezioni anticipate

Imagoeconomica

Mentre in Italia si continua a votare per i ballottaggi delle elezioni comunali, in Spagna i risultati delle amministrative del weekend hanno provocato un terremoto politico che porterà il Paese alle urne con cinque mesi d’anticipo. Questa mattina, intervenendo alla Moncloa, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez ha sbalordito i cittadini reagendo in maniera netta e perentoria alla sconfitta socialista maturata nel corso delle elezioni locali: Sanchez ha infatti sciolto il Parlamento e ha convocato elezioni anticipate per il prossimo 23 luglio. 

Rivolgendosi alla nazione in Tv, il Premier ha fatto sapere di aver già comunicato al re Felipe VI, capo dello Stato, la sua la decisione di convocare un Consiglio dei ministri straordinario per lunedì pomeriggio “allo scopo di sciogliere le Corti e procedere alla convocazione delle elezioni generali”. A suo avviso, è giusto che gli spagnoli “prendano la parola per decidere quale sarà la direzione politica del Paese” dopo la disfatta del Partito Socialista alle elezioni amministrative e in vista dell’importante appuntamento di luglio, quando la Spagna assumerà  la presidenza di turno della Commissione europea.

Il Primo Ministro non ha pronunciato la parola “dimissioni”, ma di fatto di quello si tratta. Il suo mandato sarebbe infatti dovuto finire a dicembre, con le elezioni generali, ma prolungare il governo per altri 6 mesi, secondo i giornali spagnoli, avrebbe consegnato il Paese in mano alle destre. Non solo al redivivo Partido Popular, ma soprattutto agli estremisti di Vox. 

I risultati delle elezioni amministrative in Spagna 

Nel corso dell’ultimo fine settimana in Spagna si sono tenute elezioni amministrative per eleggere i rappresentati di alcune delle più importanti comunità autonome – simili alle nostre Regioni – e di alcune delle più grandi città del Paese. Il Partito Popolare, storico partito di centrodestra del Paese da anni in difficoltà, ha ottenuto una vittoria superiore alle attese. I risultati sono netti. Il Psoe, il partito socialista a cui appartiene il Premier Sanchez, è riuscito a mantenere il potere in tre delle regioni chiamate al voto, altre sei sono passate ai popolari, mentre le Canarie rimangono in bilico. Passando dalla teoria alla pratica, sono finite in mano al Partito Popolare l’Aragona, le Baleari, la Cantabria, La Rjoia, l’Extremadura e la comunità di Valencia. Il Psoe ha invece mantenuto la maggioranza in Castilla-La Mancha, nelle Asturie e in Navarra, mentre alle Canarie la maggioranza dipenderà da accordi con il partito autonomista.

E le città? Il centrodestra ha ottenuto la maggioranza a Madrid, a Valencia, a Valladolid, a Palma de Maiorca e a Siviglia. A Barcellona invece a prevalere sono stati ancora una volta gli indipendentisti guidati quest’anno da Xavier Trias. davanti al socialista Jaume Collboni e alla sindaca uscente Ada Colau, sostenuta da Unidas Podemos. Nel Paesi Baschi hanno vinto gli autonomisti di Bildu.

Disfatta di Podemos e occasione per Vox 

Numeri alla mano, alle amministrative del weekend, il PP ha conquistato 1,8 milioni di voti in più rispetto alle ultime elezioni del 2019. Il Psoe, al contrario, ha perso l’1,2%. Molto più ampia la debacle degli altri partiti di sinistra, Podemos Unidas su tutti, che hanno portato alla sonora sconfitta elettorale che ha spinto il Premier a convocare elezioni anticipate.  

In parallelo, nonostante la vittoria, il Partito Popolare non riuscirà a governare da solo in molti territori e, per ottenere la maggioranza, avrà bisogno dell’estrema destra di Vox. Le trattative tra le due forze politiche sono già in corso, con i primi che chiedono un appoggio esterno e i secondi che invece chiedono ruoli di governo in vista delle elezioni anticipate di luglio.

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