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Sos dalla Spagna, le Borse sperano nei soccorsi dopo il G7. Piazza Affari inizia positiva

SOS DALLA SPAGNA. LE BORSE SPERANO NEI SOCCORSI. UNIPOL-FONSAI, SOLO OGGI I NUOVI CONCAMBI

La Spagna ha (quasi) ceduto. “Lo spread dice che la porta del mercato è chiusa e come Stato abbiamo un problema di accesso ai mercati quando abbiamo bisogno di rifinanziare il debito”. L’Sos a Bruxelles è stato lanciato dal ministro del Tesoro spagnolo Cristòbal Montoro via radio Onda Cero ieri pomeriggio, quasi in contemporanea con la teleconferenza dei ministri del G7. Il ministro ha chiesto che l’Europa metta a disposizione fondi per le banche spagnole  sottolineando, tuttavia, che non è necessaria una quantità di fondi “eccessiva, non parliamo di cifre astronomiche”. Ma secondo Emilio Botìn, numero uno del Santander, le banche spagnole hanno bisogno di almeno 50 miliardi.

Insomma, Madrid non vuole chiedere, come vorrebbe la Germania, l’intervento del fondo Salva Stati e del Fmi, ma i tempi sono sempre più stretti. Domani il Tesoro iberico ha in programma un’asta di Bonos: 4,5 miliardi di titoli a medio-lungo termine. Un’asta che si annuncia drammatica perché la Spagna oggi è trattata a livello di quasi default. Da non trascurare il fatto che l’esito dell’offerta cadrà nel corso della riunione del  direttorio della Bce che potrebbe decidere il taglio dei tassi.

Lo spread Spagna/Germania è fissato a 514 punti base per un rendimento del decennale iberico al 6,33%. Per l’Italia lo spread è a 447 punti base, il rendimento del Btp 10 anni è al 5,65%. In questa cornice le Borse non hanno perso le speranze. Dall’Asia arrivano segnali di riscossa dei listini. La Borsa giapponese sale dell’1,70%, Hong Kong rimbalza dell’1,09%. Oltre all’esito, ritenuto positivo, del G7 in videoconferenza conta il rally inatteso dell’economia australiana: +1,3% nel primo trimestre.

Gli indici di Wall Street hanno chiuso tutti in terreno positivo: il Dow Jones sale dello 0,22£, fanno meglio l’S& 500 +0,57%  e il Nasdaq + 0,66%. Respirano anche le Borse europee. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,6%, Parigi +1%, Madrid +0,3%. Solo Francoforte ha terminato la giornata in calo dello 0,1%. La Borsa di Londra è stata chiusa anche oggi, seconda giornata di festeggiamenti del Giubileo della Regina, e anche oggi, come ieri, l’assenza degli investitori britannici si è avvertita in termini di minori scambi. L’euro è scambiato a 1,2445 contro il dollaro, in lieve calo dalla seduta precedente (1,249).

I mercati hanno apprezzato l’esito del G7 in videoconferenza. O, quantomeno, i messaggi che i protagonisti hanno fatto filtrare. E’ piaciuta quel che Reuters ha definito “una sessione piena di botte per la Germania”. Il Financial Times, citando il ministro delle Finanze giapponese, ha sottolineato che il G7 si e’ accordato per cooperare nel gestire i timori comuni in Europa a partire dalle elezioni greche. Fino all’emergenza, ancor più impellente, del salvataggio delle banche spagnole che, a detta dello stesso Emilio Botìn, numero uno del Santander, necessitano di almeno 50 miliardi.

Intanto arriva la conferma che pure Cipro è ormai alle corde. Esiste “una seria possibilità” che l’isola  possa chiedere un meccanismo di salvataggio alla Ue vista la forte esposizione delle banche locali al debito greco. Lo ha indicato un portavoce del Governo di Nicosia. Cipro ha gia’ in atto un prestito a basso tasso d’interesse da 2,5 miliardi di euro con la Russia per coprire il fabbisogno di rifinanziamento per quest’anno.

Nei listini europei  i rialzi maggiori sono stati delle banche, con l’indice Stoxx europeo del settore in rialzo dello 0,8%. MontePaschi è salita del 6,5% dopo le indiscrezioni su un interesse di Deutsche Bank, Bnl e CreditAgricole-Cariparma  per gli sportelli Antonveneta  in vendita assieme al marchio. Dalla cessione della controllata del Nord Este da quella di Biverbanca l’istituto senese potrebbe ricavare 6-700 milioni. Unicredit ha guadagnato il 2,3%, Intesa +1,3%, Banco Popolare +1,5%, Pop.Milano +2,6%.

Solo oggi si saprà l’esito del vertice notturno tra Unipol e Fonsai che ha seguito il non meno lungo cda della compagnia bolognese impegnato ad esaminare la controproposta sui concambi in arrivo dalle compagnie del gruppo Ligresti. La proposta bolognese, secondo le indiscrezioni, alla fine sarebbe “vicina” alle richieste Fonsai. Il gruppo guidato da Carlo Cimbri aveva fissato la propria quota dopo la fusione nel 66,7%, le società di Ligresti avevano rilanciato con un’offerta del 61,75%. Dopo l’intesa sui concambi, ci saranno altri passaggi impegnativi. Il più delicato riguarda i Ligresti che dovranno decidere se rinunciare alla manleva ed al diritto di recesso come chiesto dalla Consob o appellarsi contro la decisione. Ma in questo caso sarà impossibile procedere all’approvazione del bilancio ed all’aumento di capitale di 1,1 miliardi della holding Premafin nell’assemblea del 12 giugno. Le banche creditrici, infatti, pongono come condizione per l’accordo sui debiti Premafin l’accordo con Unipol. 

In grande evidenza  Generali +3,9%, nel secondo giorno di reazione del mercato al drastico cambio di management segnato dalla conferma delle dimissioni di Diego Della Valle dal cda. Mediobanca, prima azionista di Generali, ha guadagnato l’1%. Il gruppo ceco Ppf e’ sceso all’1,14% di Generali nel 2011 e il valore della quota al 31 dicembre scorso era di 202 milioni, mentre “la perdita complessiva per impairment riconosciuta a conto economico ammonta a 183 milioni di euro”. Gli accordi sulla jv con Generali, in scadenza nel 2014, prevedono un’opzione di vendita a Trieste del 49% detenuto dal partner ceco nella holding Generali-Ppf , con un esborso stimato tra 2,5 e 3 miliardi di euro.

Impregilo è salita del 4%. La spinta proviene dal pagamento dell’importo (335 milioni) dovuto dalla regione Campania alla società per l’impianto di Acerra. Ma sullo sfondo c’è anche la battaglia per il controllo della società tra il gruppo Salini e Beniamino Gavio che ha confermato ieri che il nuovo presidente, in attesa dello scontro in assemblea del 12 luglio, sarà Fabrizio Palenzona. Positiva Enel Green Power  +1%, inserita da Equita nel suo portafoglio raccomandato da cui esce Terna -0,8%.

Tra i titoli in ribasso: pesante A2A che  ha perso il 2,7%. Forte ribasso di Telecom Italia  -5,4%, negativa Lottomatica -3,8% sulla quale pesa il rischio di nuove tasse sul settore giochi per finanziare la ricostruzione in Emilia dopo i terremoti.

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