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Schlein, la resa dei conti con i riformisti Pd sul referendum sul Jobs Act spacca il partito e assicura lunga vita a Meloni

Imagoeconomica

Il referendum sul Jobs Act promette di essere l’occasione per la resa di conti finale nel Pd tra la segretaria Elly Schlein e la corrente riformista. E’ quanto scrive sul Corriere della Sera Francesco Verderami, uno dei giornalisti parlamentari più informati. Schlein si è appiattita da tempo sulla linea massimalista del segretario della Cgil, Maurizio Landini, e pretende che tutto il partito la segua nell’abrogazione del Jobs Act di renziana memoria. Tutti i sondaggi dicono che molto difficilmente il referendum raggiungerà il quorum ma, secondo Verderami, a Schlein poco importa del probabile fallimento della consultazione popolare, essendo il suo principale obiettivo un altro e cioè la definitiva defenestrazione della corrente riformista che non ha nessuna intenzione di rinnegare una riforma lanciata a suo tempo da un Governo, quello di Renzi, guidato dal Pd e che ha contribuito, numeri alla mano, ad accrescere di un milione di unità l’occupazione e di ridurre la precarietà. Non per caso nell’area riformista del Pd sono cominciate le fibrillazioni che nei giorni scorsi hanno avuto due manifestazioni: 1) l’apertura a Milano del circolo “Giacomo Matteotti” come sede di confronto e aggregazione di tutta l’area riformista (quella del Pd ma anche +Europa, Italia Viva e Azione) avviata dalla combattiva parlamentare del Pd, Lia Quartapelle (“Stiamo cercando di dialogare con un’area di centro che rappresenta il 15%” e che sarebbe miope ignorare ) che non si riconosce nella linea filo-Cinque Stelle di Schlein; 2) l’insofferenza verso l’atteggiamento troppo blando del leader della corrente riformista del Pd, Stefano Bonaccini, nei confronti della segreteria del partito. Ma quello che stupisce è il silenzio della Schlein verso una domanda che più volte le ha rivolto Romano Prodi: come pensa la segretaria di costruire una reale alternativa al Governo Meloni allargando il consenso del centrosinistra dal 22-23% del Pd al 51%, che è indispensabile per scalzare il centrodestra da Palazzo Chigi? Schlein non se ne cura ma l’unica che festeggia è Giorgia Meloni, mentre la sinistra preferisce farsi male da sola. Incredibile.

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Categories: Politica