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Schermocracy. Libro o ebook? Un saggio online di Mario Mancini (goWare)

Alla fine del 2011 l’ebook sembrava un razzo sparato nel cielo e la morte del libro era più che annunciata. Alla fine del 2014 James Daunt, portavoce dei librai, ha dichiarato “L’ebook è morto”. Che cosa è successo in tre anni? Una vecchia tecnologia ha cacciato la nuova? Gli editori e i librai hanno respinto l’assalto di Amazon? Niente di tutto questo, secondo Mario Mancini, esperto dell’intersezione tra editoria e tecnologia e curatore del saggio Schermocracy.

Libro o ebook? appena pubblicato da goWare, casa editrice in cui è impegnato dal 2009 e che sperimenta la nuova editoria a 360 gradi. Il libro è uno dei manufatti più amati e conservati, mentre l’ebook, un prodotto percepito inferiore, incontra delle barriere formidabili al suo sviluppo, ci dice Mancini. L’ebook non è altro che l’evoluzione del manufatto libro, ma questo semplice stato di cose sembra non essere riconosciuto.

Il punto non è quindi “libro o ebook”, il punto è libro e ebook contro tutti nello spazio digitale. Qui tutti i tipi di media – canzoni, film, videogiochi, giornali e libri – competono nello stesso ambiente: su uno schermo – da 5 a 72 pollici – connesso a Internet. I dati sull’andamento del mercato italiano confermano questa visione: il mercato del libro in Italia ha perso quasi un quarto del proprio valore in 5 anni.

Il valore perduto (quasi 630 milioni di euro) non se l’è preso l’ebook, che nel 2014 in Italia vale 60 milioni di euro, ma è andato semplicemente disperso verso attività concorrenti. A livello globale le vendite degli ebook come alternative digitali al libro sono state stagnanti per tutto il 2014. Il saggio, disponibile in ebook nelle librerie online e a breve acquistabile su Amazon anche in print on demand, fotografa lo stato dell’arte e discute i possibili sviluppi e le evoluzioni in corso: il rinascimento dell’audio, la convergenza tra audiobook e ebook, la ricerca spamodica del bestseller. Ripercorre inoltre le tappe del libro moderno: i tascabili, i bestseller, gli audiolibri, gli autopubblicati. In chiusura un inimitabile scritto di Jonathan Franzen che ci dice perché tutto questo è sbagliato. Ma è davvero sbagliato?

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Categories: Cultura