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Sandro Botticelli, la sua vita e l’allegoria alla “Primavera”

Era la primavera del 1510 quando in una splendida campagna toscana si affaccia un nuovo, elusivo, malinconico e ultraterreno che ora fa vibrare corde profonde dell’animo nostro, mentre tutto il resto, è silenzio.”

Il Botticelli, pur dotato di capacità intellettive, non amava né leggere né scrivere, e nemmeno fare conti a detta del Vasari! Per questo fu messo a lavorare in una bottega di orafo, ma la sua irrequietezza portò il padre a cercargli un nuovo impiego; gli trovò posto come apprendista da Fra Filippo Lippi. Anche se come pareva a lui, fu qui che Botticelli iniziò davvero a dipingere. Rimase molto influenzato dal suo maestro, certo per la tecnica ma anche per il modo di condurre la sua vita privata. Il Lippi aveva liberi costumi, amava divertirsi e di questo suo modo – si racconta – che portò il Botticelli a non sposarsi mai, tanto è vero che rimase scapolo fino alla fine dei suoi tempi. Eppure le sue figure femminili sono sublimi, di una bellezza straordinaria, quasi le volesse consacrare all’eternità. Giovani donne longilinee con i volti dolci, puri e delicati, come le mani, quelle stesse mani che nella storia dell’arte sono correttamente definite “mani botticelliane“.

Aveva solo 25 anni quando la sua “Fortezza“, una figura di donna nell’atto di guardare un bimbo, gli valse l’interessamento della famiglia Fiorentina più importante. Si trattava dei Medici, la più potente dinastia di banchieri del tempo. Il signore era Lorenzo il Magnifico, una persona amante del piacere e delle lettere che aveva raccolto attorno a sé poeti, pittori, filosofi, letterati e musicisti. Uomo dal carattere aperto e dal pensiero luminoso che portò la Firenze quattrocentesca ad essere la capitale della cultura d’Europa.

In suo onore Botticelli dipinse un’Adorazione dei Magi – commissionata dal mercante Gaspare di Zanobi del Lama – con una composizione del tutto speciale dove vi ritrasse tutti i personaggi medicei più autorevoli. I tre Magi sono le persone anziane componenti la famiglia, mentre Lorenzo appare come il giovane cavaliere con la spada, e di fronte a lui lo stesso Botticelli, ed ancora un giovane snello e biondo oltre il figlio del povero conciatore.

Tra le sue tele più celebri, legate all’intimità con i Medici troviamo “Pallade vincitrice del centauro“, dove si vede una dea domare un centauro che simboleggia il trionfo di Lorenzo sull’anarchia e sul disordine. Come le sue più celebri compagne, la Primavera e la Nascita di Venere, anche Pallade si ispira alla mitologia greca.

La Nascita di Venere è in assoluto tra le più belle opere di Botticelli, la bellissima dea dell’amore che nasce dal mare e contempla il mondo con occhi sognanti, mentre il vento la spinge verso la riva per un approdo risplendente.

Mentre la Primavera – in copertina – é un’opera più complessa, infatti davanti ad un bosco d’aranci si contano otto figure più quella di Cupido alato che rappresentano l’allegoria. Ma il soggetto dell’opera non é altro che l’Amore intessuto di miti classici. Al centro una Venere eterea e pudica, alla sua destra le Grazie, dee dell’ amore e della bellezza vestite di veli che danzano innanzi a Mercurio che disperde una nuvola nel cielo. Sulla sinistra appare Zèffiro, uno spirito dalle gote gonfie che insegue una ninfea, Clori, il cui fiato si trasforma in fiori mentre essa corre diventando Flora che sparge fiori. Ecco che l’amore trionfa, é arrivata la Primavera. È stato detto che Flora non sia altro che la bella Simonetta Vespucci, il cui cugino Amerigo diede il proprio nome al Nuovo Mondo. Mentre Mercurio é stato indicato nel suo amato Giuliano de’ Medici.

Nel 1481 Botticelli venne invitato a Roma da Papa Sisto IV, qui dipinse diversi ritratti di pontefici e tre affreschi di soggetto biblico per la Cappella Sistina. Botticelli divenne famoso e di moda, ma l’età dell’oro di cui godeva Firenze cominciava a non splendere più come prima. Gerolamo Savonarola, frate domenicano deciso a riformare i costumi corrotti della Chiesa sulla società, lanciava fuoco e fiamme dal pulpito; e quando scagliò i suoi fulmini contro il governo mediceo il popolo si sollevò contro i suoi Signori. E quando il Papà ordinò a Savonarola di tacere si rivoltarono contro il loro idolo, e in un solo giorno del 1498 una folla accorse in Piazza della Signoria per assistere all’impiccagione del frate condannato per eresia. Botticelli con il suo animo sensibile ne rimase molto colpito, anzi, fortemente turbato. Fu allora che compose fogli e fogli con disegni dedicati alla Divina Commedia. Mentre la composizione “Il Presepe” piena di oscure allusioni all’Apocalisse fu dipinta nel 1501. I suoi ultimi anni furono caratterizzati dal silenzio… altri giovani si stanno affermando, erano LeonardoMichelangelo e Raffaello, e con loro nasceva un nuovo stile di diverso respiro.

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Tags: Biografie