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Saipem, forti vendite sui diritti d’opzione: – 19%

Vendite consistenti sui diritti di opzione Saipem nel primo giorno dell’operazione di aumento di capitale che si concluderà il prossimo 11 febbraio. In Borsa le azioni, sospese in asta di volatilità, segnano un teorico +6,7% (a 0,5645 euro) ma l’attenzione è tutta sui diritti d’opzione visto che, per come è strutturata l’operazione, il 90% del valore del titolo risiede in questi ultimi: da questa mattina il diritto d’opzione non e’ riuscito a segnare un prezzo ufficiale d’apertura ma attualmente mostra un riferimento teorico di 2,98 euro (-19%). A questi valori, sommando azioni e diritti, le Saipem perderebbero il 15% rispetto alla chiusura di venerdì.

A contribuire alla performance, oltre ai movimenti tecnici prevedibili in una ricapitalizzazione diluitiva al 96% con l’emissione di 9,6 miliardi di titoli a 0,362 euro ciascuno, anche le indicazioni emerse dal prospetto informativo pubblicato venerdi’ sera. In particolare il gruppo ha rivisto al ribasso, da 12 miliardi al range 11-12 miliardi, la guidance dei ricavi 2015 a causa del rallentamento di alcune commesse nel quarto trimestre ma ha anche messo in guardia dalla capacita’ di centrare gli obiettivi del piano industriale al 2019 nel caso si confermasse l’attuale scenario del petrolio (attualmente in area 30 dollari al barile).

Il piano 2016-19 infatti e’ stato redatto stimando il barile a 55 dollari nel 2016 e in progressivo apprezzamento fino agli 80 dollari di fine piano (65 nel 2017, 75 in 2018): con il prezzo del greggio a questi livelli per altri 3-4 mesi e un calo conseguente del portafoglio ordini i target di piano sarebbero da rivedere. Allo stesso tempo Saipem, per l’esercizio 2015, ha segnalato che “esiste il rischio che i risultati preconsuntivi dello stesso (che verranno approvati in via definitiva il 24 febbraio prossimo) siano peggiori” di quanto stimato.

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