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Rinnovabili, Legambiente: Italia in ritardo sul Piano Clima

FIRSTonline

Sempre più elettricità da rinnovabili, ma il passo politico deve essere più accelerato. La parola d’ordine per il futuro sono le comunità rinnovabili, sulle quali oltre ai buoni propositi, il governo è chiamato a fare la propria parte. 

Le imprese ci sono, per cui il Rapporto 2020 Energia di Legambiente sollecita alcune riflessioni. In primo luogo riconoscere che in dieci anni sono stati messi in funzione oltre 1 milione di impianti rinnovabili, tra elettrici e termici, in 7.911 comuni italiani, contro i 356 di partenza. Un trend positivo, ma lento. Poi accettare a tutti i livelli che si è aperta ormai una “nuova epoca per l’energia pulita che punta all’autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili.” 

L’Italia da questo punto di vista ha la strategica opportunità di fare prima e meglio di altri Paesi europei che ne parlano. Una sfida, la definisce Legambiente, ma che assomiglia molto ad una disputa politica sui soldi da investire. Infatti “nell’accelerazione degli investimenti – si legge nel Rapporto – indispensabile per arrivare a un sistema al 100% incentrato sulle rinnovabili, dobbiamo imprimere un secondo cambiamento rivoluzionario, che metta ancora di più al centro il territorio, con le sue risorse rinnovabili e la risposta da trovare alle diverse domande di energia elettrica e termica”. 

E la terza riflessione: la capacità delle istituzioni di stimolare sui territori le community energetiche. Aggregazioni sociali capaci di far crescere la domanda di  rinnovabili e abbattere le importazioni di fonti fossili. 

Quanto è pronta la politica a spingere in questa direzione? Legambiente mette in risalto come in Italia la crescita dell’energia pulita sia ancora troppo lenta. Al netto di quel trend degli ultimi dieci anni per l’impiantistica, negli ultimi cinque anni sono stati installati 459 MW di solare e 390 di eolico. Ritmi lumaca, a dispetto di autorizzazioni, burocrazia, vincoli, opposizioni di comitati e fantasie grilline. Non è quello che si aspettano famiglie e imprese, desiderosi entrambi di vedere finalmente scendere la bolletta. E quindi l’ultima riflessione. Di questo passo che ne sarà del piano Clima ed Energia elaborato dal governo e che, peraltro, l’Ue  ha già chiesto di rivedere? 

Ci sono obiettivi al 2030, che sembrano restare incollati ai dossier che li contengono. Numeri che si allungano paurosamente fino a quando non ci sarà vera semplificazione normativa, aumento della spesa pubblica per sistemi di accumulo di energia, crescita di biocarburanti, ricerca, sperimentazione. Legambiente in base ai suoi dati scrive di un spostamento in avanti di 20 anni. Chissà se la politica se n’è accorta.

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Categories: Economia e Imprese