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Rinascimento veneziano: la grande veduta prospettica di Jacopo de’ Barbari

Querini Stampalia

Il progetto espositivo, curato dalla storica Angela Munari e dal geografo storico Massimo Rossi, mette a confronto, per la prima volta, due ‘stati’ della Venezia MD, ovvero due versioni della grande xilografia della veduta di Venezia, uno dei più grandi capolavori della cartografia urbana di tutti i tempi.

L’esposizione intende offrire un quadro complessivo della storia della veduta prospettica Venetie MD di Jacopo de’ Barbari dove il visitatore avrà la possibilità di percorrere la città, a partire da Rialto e dall’area Marciana, soffermandosi su alcuni dettagli relativi alla vita e alle attività di questa affascinante città.

Il visitatore si troverà ad entrare in una giornata veneziana “qualunque” del 1500, partecipando non da spettatore ma da protagonista al fermento della città.

La veduta prospettica Venetie MD di Jacopo de’ Barbari è una xilografia stampata su sei fogli da sei matrici in legno di pero e misura cm 134,5 x 282 circa. Le matrici sono conservate al Museo Correr di Venezia.

L’opera fu commissionata da Anton Kolbe richiese un lavoro di 3 anni di cartografi e incisori.

La veduta, oltre ad essere un capolavoro artistico e della cartografia del Rinascimento, risulta essere un documento visivo e storico unico e irripetibile per la conoscenza urbanistica ed edificatoria della città in un preciso anno, il 1500.

Vi si distingue la tipica sagoma a forma di pesce del centro storico, sono disegnate le isole, i terreni, gli orti, i giardini, i campi e i campielli, le calli, i canali, i ponti, gli edifici, i fondaci, le botteghe, anche quelle sull’acqua, gli hospitali, le chiese e i campanili, i conventi, gli oratori, le scolette, gli squeri e i monumenti.

Gli edifici sono resi con ricchezza di particolari: torri, merli, comignoli, logge e altane (liagò e diagò), cavane, muri, palizzate, pozzi, cisterne e sottoportici. Persone in atto di lavorare, di andare in barca, pescatori che rendono la città viva. inoltre navi, barche e burchi, ovvero le imbarcazioni da trasporto. Oltre al paesaggio cittadino e lagunare è descritta, seppure sommariamente, anche la terraferma con le torri di Marghera e Mestre e l’inizio della zona pedemontana.

La veduta è arricchita da elementi figurativi perimetrali: nella parte superiore Mercurio con il caduceo sorretto da una nuvola che reca l’iscrizione “MERCVRIVS PRECETERIS HVIC FAVSTE EMPORIIS ILLVSTRO”; al di sotto la scritta “VENETIE” e l’indicazione dell’anno “MD”. Otto teste, intente a soffiare, personificano i diversi venti. Sovrasta il bacino di San Marco un imponente Nettuno, caratterizzato dal tridente, che cavalca un delfino.

In mostra sono esposti un primo stato appartenente alla Fondazione Querini Stampalia e un terzo stato della collezione Intesa Sanpaolo, composti rispettivamente da sei fogli e da dodici fogli più piccoli.

Nel primo stato – ottobre 1500 (Mazzariol-Pignatti 1963, Schulz 1990, Romanelli 1999) – la sommità del campanile è formata da un tetto ribassato che ricopre una terrazza-loggiato; tale aspetto è quello che il campanile doveva avere dopo che un fulmine lo aveva colpito e gravemente danneggiato nell’agosto 1489.

Il secondo stato – pubblicato intorno al 1514 – mostra il campanile dopo che fu effettuata la ricostruzione della sommità, ricostruzione che fu ultimata nel 1514; la cuspide ha la nota forma piramidale, al vertice della quale (situato però nel foglio adiacente) è visibile la statua dell’angelo.

Il terzo stato – ascritto alla seconda metà del secolo XVI da Schulz – riporta il campanile all’aspetto che questo aveva prima della ricostruzione del 1514. Ciò fu dovuto al fatto che l’aggiornamento della veduta si presentava di difficile realizzazione, a causa degli estesi e importanti mutamenti urbanistici e architettonici intervenuti nel frattempo; si tentò perciò di riportare l’opera al suo stato originario, reinserendo anche il tassello con la scritta “VENETIE MD” che era stato tolto al momento della pubblicazione del secondo stato. L’impropria restitutio fu tuttavia condotta senza la necessaria accuratezza, tanto è vero che nel foglio adiacente superiore è rimasta la figura dell’angelo situato sulla sommità del campanile. Questa terza edizione dell’opera fu condotta con l’esplicito intento di “storicizzare” l’immagine della città, di ricondurla al modello ideale che essa rappresentava – e al tempo stesso istituiva – al principio del secolo.

La mostra, con il patrocinio del Comune di Vicenza, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia di Venezia ed è inserita nel programma delle celebrazioni dei 1600 anni di Venezia.

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Categories: Arte