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Rider: maxi multa a Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Foodora

Photo by Brett Jordan on Unsplash

Deliveroo, Glovo, Uber eats e Foodora finiscono nel mirino della magistratura. Le quattro società di consegne di pasti a domicilio sono coinvolte in un’inchiesta della Procura di Milano. Per loro, ammende complessive da 733 milioni di euro – l’accusa è il mancato rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza sul lavoro – e l’obbligo di assumere circa 60mila lavoratori come cococo.

Le indagini sono iniziate dopo vari infortuni stradali durante il lockdown e hanno portato i pm a stabilire che i rider non sono affatto lavoratori autonomi, ma subordinati. Solo che a gestirli non è un capoufficio in carne e ossa, ma un’intelligenza artificiale. E le condizioni di lavoro sono tali che il procuratore capo Francesco Greco è arrivato a parlare di “schiavismo” nei confronti di persone che, soprattutto durante il lockdown, “hanno svolto una funzione essenziale sia per portare da mangiare a un sacco di gente sia per permettere a molte imprese di sopravvivere”.

Nell’inchiesta sono indagate sei persone. “Sono emersi pagamenti fatti online e non sappiamo dove vengono recepiti, ma il rapporto di lavoro e l’organizzazione dei rider è guidata sul territorio italiano – spiega ancora Greco – Sono stati sentiti moltissimi rider, analizzate le modalità di lavoro e le conseguenze di eventuali comportamenti in caso di caduta del ranking di un rider e quindi la possibilità di non dare lavoro a chi si era fermato per bisogni fisici. La conclusione è che si tratta di un rapporto di lavoro subordinato. Non è più il tempo di dire sono schiavi, è il tempo di dire che sono cittadini che hanno bisogno di una tutela giuridica”.

Secondo il comandante dei carabinieri Antonino Bolognani, ex investigatore dei tempi di Mani Pulite, “qui c’è un aspetto rilevante dal punto di vista penale: salute e sicurezza. Ne va dell’incolumità dei lavoratori”. Ecco perché le ammende sono particolarmente pesanti.

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Categories: Lavoro