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Renzi-Pisapia, duello a sinistra su alleanze e articolo 18

“C’è chi prova a riscrivere il passato, noi scriviamo il futuro”: è quanto ha sostenuto a Milano, all’assemblea nazionale dei circoli Pd, il segretario ed ex premier Matteo Renzi che ha aperto così il confronto a distanza con Giuliano Pisapia, il leader di Campo progressista che, in Piazza Santi Apostoli a Roma, ha lanciato “Insieme” raccogliendo l’Mdp di Bersani e D’Alema, i Verdi, una parte di Sel, Civati e Fassina per dar vita a un polo alternativo al Pd.

Ma “fuori dal Pd c’è la sconfitta della sinistra: chi immagina il centrosinistra senza di noi vince l’Oscar della fantasia”” ha replicato Renzi, che ha aggiunto:”Sono pronto a dialogare con tutti ma non mi fermano: io rispondo agli elettori delle primarie e non a capicorrente e ai vecchi caminetti di partito”. “Basta arroganza e gigli magici” gli ha risposto l’ex Pd Pierluigi Bersani che ha preceduto a Santi Apostoli il comizio finale di Pisapia.

Il leit-motiv del nuovo polo di sinistra è stato la ricerca di un centrosinistra più ampio che si rifaccia alle esperienze dell’Ulivo, due volte vincitore nelle elezioni ma due volte sbaragliato dai conflitti interni: “Matteo, il Pd da solo non vince” ha sostenuto l’ex sindaco di Milano.

In realtà, non sapendo ancora quale sarà la legge elettorale, parlare di alleanze sembra prematuro perchè nel caso probabile che si voti con il sistema proporzionale come nella Prima Repubblica, sia il nome del premier che le alleanze per dar vita a una maggioranza di governo si fanno dopo e non prima del voto. Per imboccare questa strada, bisognerebbe invece ricorrere al sistema maggioritario ma, salvo conversioni dell’ultima ora, Berlusconi e Grillo non sembrano di questo parere e il Pd, che pure aveva proposto il Mattarellum, non ha i numeri in Parlamento per far prevalere questo modello elettorale.

Sarebbe logico che ogni discorso su future alleanze partisse dai contenuti ma anche su questo terreno le distanze tra Renzi e Pisapia si allargano. L’ex sindaco di Milano ha rispolverato temi cari alla vecchia sinistra e alla Cgil sostenendo che sia stato un errore abolire l’articolo 18 sui licenziamenti nelle grandi aziende ma Renzi ha difeso a spada tratta i risultati del Jobs Act, una delle riforme simbolo del suo Governo, replicando così: “Di qui alla fine della legislatura rischiamo di arrivare a un milione di posti di lavoro in più e allora cosa diranno i critici del Jobs Act?”.

“Oggi – ha comunque concluso Pisapia – nasce Insieme, la nuova casa comune del centrosinistra, senza dimenticare il passato ma radicalmente innovativo: la sinistra non è autosufficiente, ha bisogno del civismo e non servono tanti like ma servono uguaglianza, giustizia sociale e discontinuità netta perchè non basta dire cose di sinistra ma bisogna fare cose di sinistra”. Per farle però serve avere una maggioranza nel Paese e in Parlamento, che per il centrosinistra non sarà facile conquistare se continuerà a dividersi sui contenuti essenziali delle riforme e se continuerà a privilegiare la scelta degli schieramenti anziché costruire un progetto per l’Italia del futuro realmente all’altezza dei tempi e fortemente identitario.

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Categories: Politica